Proprio ieri la Gazzetta dello Sport lo aveva preannunciato, oggi è diventato purtroppo realtà. Sonny Colbrelli si ritira dall’attività agonistica, niente conferenza stampa, come previsto, per il 15 novembre, ma l’annuncio è arrivato questa mattina con un comunicato direttamente della squadra.
L’atleta bresciano lo scorso 21 marzo alla Volta Catalunya aveva lasciato tutti con il fiato sospeso: era collassato dopo il traguardo facendo subito pensare al peggio. Assistito prontamente dal personale sul posto, portato a Girona e poi trasferito a Padova, aveva subito un’operazione per l’inserimento di un defribillatore sottocutaneo che aveva di fatto messo in stand by la sua carriera. Per la legge italiana Sonny non avrebbe più potuto competere nel nostro paese, caso simile era successo a Christian Eriksen, ex giocatore dell’inter che ha poi continuato la sua carriera all’estero. «Dopo quello che è successo in Catalunya ho sempre avuto la speranza di poter continuare a correre come professionista anche se sapevo che con il defibrillatore sottocutaneo sarebbe stato molto difficile - ha spiegato Sonny- ho ripreso a pedalare sotto il controllo dei medici ed e logicamente il caso di Eriksen, tornato a tutti gli effetti all’attività agonistica era un punto di riferimento. Ma il ciclismo non è il calcio, non gareggiamo su un campo, ma in strada, un’area che non è limitata e un’attività che richiede molte ore, spesso siamo anche soli durante l’allenamento.»
La decisione era nell’aria, ma tutti tifosi e non, speravano in un esito diverso. Sonny veniva proprio da un 2021 straordinario che l’aveva visto laurearsi campione italiano e poi europeo, tante vittorie e poi la perla della Parigi Roubaix con quell’esultanza commossa tra il fango. «Ammetto di aver considerato la possibilità di togliere il defibrillatore, ma, come detto, il ciclismo e il calcio sono differenti» prosegue il bresciano. Pur di continuare a correre aveva messo in conto anche questa possibilità che comporta però un rischio eccessivo che non si è sentito di correre anche per tutte le persone che lo circondano. La moglie Adelina e i figli Vittoria e Tomaso non hanno mai smesso di sostenerlo negli scorsi mesi e soprattutto in questa difficile decisione.
Il saluto di Sonny nella sua lettera è uno di quelli commossi, rivolto ad amici e tifosi «Saluto il ciclismo, ma cerco di sorridere per tutte le cose belle che mi ha dato, anche se è difficile dire addio al professionismo dopo una stagione bella come quella scorsa. Ho imparato che la vita dà ma anche prende, ora sono pronto per continuare ad essere un campione anche fuori dalla bici. Rimarrò nel ciclismo con la Bahrain Victorious che per me è diventata una seconda famiglia, mi sta accompagnando in questo periodo di transizione tra l'atleta e il mio nuovo ruolo. È stato bellissimo vedere come i bambini mi abbiano preso da modello nell'ultimo periodo, forse perché coperto di fango sembravo un po’ un supereroe. Nei prossimi mesi mi piacerebbe fare anche qualcosa per i più giovani, magari diventare una figura di riferimento per il Cycling Team Friuli e la Cannibal U19, i due vivai della Bahrain Victorious. Mi aspettano nuove sfide e sono pronto ad affrontarle con il sorriso».