Se c’è un corridore a cui non hanno regalato mai niente, questo è sicuramente Marco Tizza. A 30 anni compiuti l’atleta brianzolo ha probabilmente trovato per la prima volta in carriera una certa stabilità, dopo stagioni e stagioni ad inseguire un contratto professionistico che non arrivava nonostante i risultati su strada dicessero che coi grandi poteva starci senza problemi.
Dopo l’ultimo triennio con l’Amore&Vita di Ivano Fanini, da inizio 2022 è con la Bingoal Pauwels Sauces WB e finalmente ha potuto cimentarsi con un calendario di assoluta qualità, che lo ha portato a correre anche le classiche delle Ardenne. «Arrivavo da due anni in cui avevo corso complessivamente 40 giorni - ha detto Tizza a tuttobiciweb -. Quest'anno ho trovato un ambiente bellissimo, che mi ha dato tanto spazio e mi ha permesso di cimentarmi con corse importanti. Non ho ottenuto risultati clamorosi ma qualche bel piazzamento in gare di spessore l'ho portato a casa e sono contento. Ho già rinnovato per il prossimo anno e questa è già una novità, visto che negli ultimi anni arrivavo a novembre-dicembre senza nulla in mano e alla fine mi toccava firmare con una Continental».
Il classe 1992 di Nova Milanese è stato il primo corridore italiano di sempre ad entrare a far parte del roster della Bingoal che, con le biciclette De Rosa, da quest’anno ha cominciato un po’ ad italianizzarsi (c’è anche Attilio Viviani tra i corridori). «L'opportunità è nata proprio grazie a De Rosa, che fornisce le biciclette al team e aveva piacere ad avere un italiano nel roster – continua Tizza -. L'anno scorso alla Coppa Agostoni ci siamo parlati, gli ho detto che ero a piedi, e mi ha presentato alla squadra. Ho inviato dati, allenamenti, curriculum, risultati ecc.., alla fine hanno deciso di prendermi e ora sono anche uno dei corridori di riferimento della squadra, visto che sono tra i più esperti in mezzo a tanti giovani belgi valloni. Non so il francese, comincio a capirlo ora che siamo a fine stagione, ma con l'inglese riusciamo a conversare senza troppi problemi. Poi io sono uno di quelli che dove lo metti sta, parlo con facilità e anche questo aspetto la squadra lo ha apprezzato molto».
Sebbene da professionista vero e proprio ci abbia corso solamente per un anno, Tizza conta due vittorie in carriera, entrambe risalenti al 2019, una tappa al Giro di Portogallo e una al Sibiu Tour. «Sono passato abbastanza tardi, a 26 anni, non ho mai vinto molto, pur piazzandomi spesso, e arrivando da una Continental in tanti facevano fatica a fidarsi. Nel 2018 ho avuto la mia chance alla Nippo e per quanto quell'anno sia andato molto forte le cose si son messe male per un discorso di sponsor. Io ero arrivato in squadra perché lo sponsor del mio team precedente, GM Europa Ovini, si era unito alla Nippo, ma durante l'anno hanno litigato e la squadra, quasi per dispetto, non mi ha rinnovato il contratto nonostante mi avesse assicurato che lo avrebbe fatto. Così mi son trovato a fine anno senza contratto e ho dovuto fare un passo indietro all'Amore&Vita, dove sono rimasto per 3 anni».
Col passare delle stagioni l’idea di appendere la bicicletta al chiodo è passata anche a lui: «L'anno scorso ero veramente al limite, nonostante arrivassi spesso davanti e mi piazzassi continuavo a vedere corridori senza alcun risultato firmare contratti ed era davvero snervante. Per fortuna ho parlato con De Rosa e ora cerco di cogliere le mie opportunità. Non sono un fenomeno o un grande vincente, ma davanti ci sono spesso e per le squadre questo è importante, sia perché posso ottenere buoni risultati personalmente sia perché posso aiutare i miei compagni. Le corse WorldTour sono un altro mondo, ma ho dimostrato di poterci stare».
Il brianzolo sta concludendo adesso la sua stagione tra Giro del Veneto e Veneto Classic ma con la testa è già al prossimo anno, dove spera di poter alzare ulteriormente l’asticella: «Beh… il prossimo anno vorrei tornare a vincere, magari una bella corsa italiana – conclude Marco -. Dovremmo correre in Italia con ancor più frequenza, quindi non vedo l'ora. Adesso una bella vacanza, ricarichiamo le pile, e via!».