“È durata poco la gioia di Ganna. Il suo record dell’ora è stato battuto da Allegri inseguito dai tifosi bianconeri”. La freddura – un tweet – è di Gene Gnocchi. Folgorante, immediata, subitanea. Intelligente, spiritosa, dissacrante. Ironica, satirica, sarcastica. Ciclistica, calcistica, sportiva. Toccata e fuga. Una botta e via. Bim bum bam.
Un giorno fu chiesto a un allenatore di football americano, Joe Paterno, in caso di trapianto di cervello, quale avrebbe scelto: “Quello di un vignettista politico, perché lo usava una volta al giorno”. Poi Paterno si corresse: “Meglio quello di un giornalista sportivo, perché non lo ha mai usato”. Gene Gnocchi – Eugenio Ghiozzi all’anagrafe - è molto di più di un vignettista politico e moltissimo di più di un giornalista sportivo (anche se tutti i giorni sprizza una battuta sulla prima pagina della “Gazzetta dello Sport” nella rubrica “Rompipallone”): Wikipedia lo classifica comico, cabarettista, conduttore televisivo, cantante e scrittore, ma è anche musicista, regista, autore e attore, probabilmente altro, capace di moltiplicarsi fra tv e cinema, teatro e radio, videogiochi e podcast. Un’industria della leggerezza che lo costringe a usare il cervello tutto il giorno, o quasi.
Un lampo di arguzia e spirito - 115 battute, spazi compresi – presuppone talento, ma anche allenamento: una prontezza che neanche Marcell Jacobs ai blocchi di partenza, un’ironia che neanche Woody Allen ai tempi di “Zelig”, comunque un dono raro. Beppe Viola aveva questa capacità di sintesi, anche se di un’altra natura e con un’altra originalità, come quando lo sciagurato Egidio - Calloni, ovviamente - si mangiò un gol fatto e allora lui, milanista fino nelle ossa, commentò con assoluta eleganza “Calloni allontana la minaccia”, o come quando Juary, sorpreso da un rinvio fasullo del portiere, non riuscì ad approfittarne e allora lui, con immediata flemma, spiegò che “Juary appoggia di testa al portiere, quasi a consigliargli una rimessa migliore”.
Gnocchi lavora molto spesso sul calcio, ma il record dell’ora si rivela, per lui, una ricca fonte d’ispirazione. Anni fa pubblicamente confidò: “Conosco un ciclista di Rovigo così sfortunato che quando stava per battere il record dell’ora di Moser è scattata l’ora legale”.
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