Yevgeniy Fedorov (pronuncia Yevghièni Fiòdorov, bene saperlo) non era tra i favoriti per la vittoria del Mondiale Under 23, ma non è neanche una meteora dal nulla venuta. Noi avemmo occasione di vederlo assai da vicino nel Tour de Langkawi 2020. In quel giro malese vinto dal nostro Danilo Celano (che, per inciso, potrà finalmente difendere il titolo dall'11 al 18 ottobre) Fedorov fu valente antagonista, l'outsider che contese a Celano il successo fino all'ultimo.
Compiva 20 anni proprio in quei giorni, il vitreo Yevgeniy. Con quello sguardo che non ti faceva capire minimamente cosa provasse realmente, occhio chiarissimo e sorriso perennemente abbozzato a mascherare qualsiasi eventuale turbamento o sofferenza. La struttura fisica di uno sprinter o un cronoman (è campione asiatico nella specialità contro il tempo) con una nonchalance disarmante in salita.
Sì, quel ragazzo stupiva. E chi scrive ebbe pure modo di dirlo, in un raffazzonato inglese corredato di gesti in aiuto, davanti alle telecamere della tv sportiva kazaka: una troupe era volata in Malesia per seguire le gesta di quel talento che, loro lo sapevano bene e lì lo scoprimmo anche noi, covava il giusto germoglio. Quello che lo aveva portato a fare incetta di titoli nazionali giovanili e che gli avrebbe procurato una pronta promozione dal vivaio alla "prima squadra" dell'Astana. E che stamattina, a due anni e mezzo di distanza da quel colpo di fulmine sulla via di Langkawi, lo ha vestito d'iride.
PS: nella 129esima puntata del nostro podcast BlaBlaBike, durante la Vuelta a fine agosto, Samuele Battistella tra le altre cose ci aveva fatto capire che Fedorov il motorone ce l'ha
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