Il problema dei punteggi UCI inevitabilmente va sentire la sua eco sul Mondiale di ciclismo australiano e la Spagna, come altre nazioni, è costretta a fare i conti con le squadre World Tour che hanno bisogno di far correre i propri corridori per evitare la retrocessione. A ottobre verranno tirate le linee dei punteggi del triennio 2020-2022 per capire quali squadre faranno parte del World Tour nella prossima stagione.
E’ un sistema che potrebbe sembrare crudele per alcuni aspetti, ma che di fatto è stato appoggiato proprio da molte di quelle squadre che oggi rischiano di uscire dalla massima categoria. In Spagna i tifosi si lamentano perché al Mondiale australiano non potranno fare il tifo per Alejandro Valverde o Enric Mas e a lamentarsi è anche la Federazione Ciclistica Spagnola, che è costretta a subire le decisioni di quelle squadre che devono rincorrere i punti. Pascual Momparler, commissario tecnico della Spagna, già al Tour de France aveva capito che le cose non sarebbero andate bene e in un attimo si è ritrovato a subire i ricatti dei team, che in un primo momento avevano deciso di cedere qualche corridore per il Mondiale e poi - vedendo che le altre squadre si tiravano indietro - hanno deciso di ritrattare. Questo ad esempio è il caso della Cofidis e della Movistar, che hanno deciso di non concedere i propri corridori alla nazionale spagnola.
Il Mondiale assegnerà 600 punti al vincitore, ma da adesso e fino al 18 ottobre, ultimo giorno utile per accumulare punti ed evitare la retrocessione, ci saranno ancora 52 gare in calendario in Giappone, Malesia, Romania, Repubblica Ceca, Taiwan, Azerbaigian, Canada e altri paesi ancora.
José Luis López Cerrón, presidente della Federazione Ciclistica Spagnola, si sente intrappolato da questo sistema e se da una parte comprende il problema della Movistar, dall’altra parte si trova a dover rispondere alle domande insistenti dei tifosi. «Questo atteggiamento potrebbe punire quei corridori che hanno rifiutato di vestire la maglia della Nazionale – ha detto Cerrón - Perché la regola dice che se un atleta rinuncia a una convocazione della Nazionale può essere solo per infortunio o malattia e per questo non potrebbe correre da nessuna altra parte. Non punirò nessuno, non voglio che poi dicano che è colpa della Federazione se l'unica squadra spagnola nel World Tour resta fuori». A difendere i colori della Spagna, ad eccezione dei due corridori della UAE Emirates Ayuso e Soler, concessi senza problemi (anche se il team emiratino ha bloccato Ulissi), mancheranno nomi importanti come Mas e Valverde. Paradossalmente a soffrire questa situazione sono anche le grandi corse che vedono l’assenza di tanti corridori, mentre corse minori all’improvviso si sono trovate iscritte squadre importanti, arrivate per fare punti. Questo sistema ha così favorito i piccoli organizzatori, le cui corse possono garantire alle squadre del World Tour in difficoltà quei punti indispensabili alla loro sopravvivenza.
Tanto per fare degli esempi chiari, nella tappa regina della Vuelta, Mas arrivando secondo ha preso 40 punti. Balmer di BikeExchange Jayco giunto nono al Maryland Classic di Baltimora ha portato a casa gli stessi 40 punti. Al Tour de France la vittoria di tappa porta 120 punti, mentre se vinci il circuito di Getxo ottieni 125 punti così come se vinci la Clásica Jaén Paraíso Interior, la corsa spagnola che per i tanti tratti di sterrato viene spesso paragonata a Strade Bianche. Il sistema sicuramente è contorto, ma quando venne proposto dall’UCI, furono proprio le squadre a volerlo a gran voce.
Il problema legato al Mondiale non è solo da ricercare nei punteggi, ma nel fatto che l’Australia è lontana, le norme Covid di quel Paesesono rigide e i voli sono molto costosi: questo ha messo in difficoltà molte federazioni. Inoltre ci sono così tempi ristretti per chiudere i voli e fare i visti e poi le spese per il trasporto delle biciclette usate alla Vuelta o in Canada nel Gran Premio del Quebec e di Montreal, che hanno creato un ulteriore problema.