La si può definire rinascita, ma lei preferisce dire che è come rivedere la luce: Alessia Vigilia sta affrontando una stagione letteralmente di petto, senza paura, ma con la voglia e il coraggio di ripartire dopo due anni veramente complicati. Grazie a tanto impegno la ventiduenne bolzanina ha trasformato il 2022 in un’autentica ripartenza che le ha già regalato due belle vittorie a cui si aggiungono tanti piazzamenti e quello che è forse il regalo più prezioso di tutti: la maglia azzurra per la prova a cronometro degli Europei di Monaco in programma oggi.
Nei dieci giorni del Giro Donne l’avevamo seguita con attenzione: alla sua seconda partecipazione dopo quella del 2019, insieme alla sua inseparabile compagna Cristina Tonetti, Alessia ci aveva coinvolte in un rito mattutino di chiacchierata nel quale ci aggiornava circa le sue impressioni e le tattiche di gara.
Tappa dopo tappa era cresciuta, sempre all’attacco trovando quella forma e quella consapevolezza che da molto mancava. «Ho cercato di correre un Giro tutto all’attacco, avevo tanti motivi a spronarmi, volevo fare bene sia per me stessa che per la squadra. Quando sono partita all'attacco la prima volta ero un po’ in sordina, mi hanno preso poco prima del traguardo e subito ho avuto una preziosissima iniezione di fiducia, ho sentito che dovevo riprovare ancora e ancora» ci ha raccontato Alessia che non si è mai risparmiata.
Era all’attacco anche nella tappa di Bergamo quando tra il pubblico c’era un osservatore speciale, il ct della Nazionale Paolo Sangalli che al termine della tappa le aveva fatto i complimenti. «Quel giorno ci avevo provato nel circuito iniziale - ha detto Alessia - era una tappa movimentata e sapevo che potevo farmi vedere e così ho provato. All’arrivo il ct mi ha preso da parte dicendomi che stavo facendo un grande giro, sono stata contenta di sentirmelo dire, ma non si è mai parlato di maglia anche se nel mio cuore il desiderio c’è sempre stato.»
Alessia Vigilia ha sempre un po’ sognato di poter tornare in nazionale, voleva riprovare l’onore e l’emozione della maglia azzurra che nel 2017 a Bergen, nella categoria junior, le aveva portato in regalo una preziosa medaglia d’argento nella prova a cronometro. Alessia si apprestava al salto tra le elite come un’autentica promessa e un biennale con la Valcar, le speranze erano tante, le aspettative e le pressioni troppe e ad un certo punto qualcosa si è rotto. «Venivo dalla categoria junior con ottimi risultati e tutti si aspettavano da me che facessi grandi cose e io mi chiedevo sempre di più - ci ha spiegato Alessia - un po’ penso di aver pagato il salto, ad un certo punto non sono più riuscita a reggere. In quel periodo non trovavo il colpo di pedale giusto e poi si sono sommati troppi problemi che mi hanno bloccato: era l’anno della maturità ed era difficile conciliare gli impegni scolastici e il ciclismo, ma poi soprattutto mi ammalavo in continuazione a causa delle tonsille. È stato terribile, ho seriamente iniziato a dubitare che quella fosse la mia strada».
Alessia ci racconta le difficoltà di quel periodo con il cuore in mano, così come il tentativo, l’anno successivo, di ripartire in Spagna prima di trovarsi bloccata con la pandemia e senza più corse. Sono stati anni duri per la bolzanina che ad un certo punto voleva dire addirittura basta. «L’anno scorso ero ad un vero e proprio bivio: se smettere o andare avanti. Le motivazioni facevano fatica ad arrivare, mi chiedevo se ne valesse ancora la pena, ma dall’altra parte c’era uno sport che ha sempre fatto parte della mia vita e che non ero pronta a salutare » ci spiega Alessia che sempre supportata dalla sua famiglia ha deciso ancora una volta il ciclismo anche grazie all’incontro con Lucio Rigato.
La Top Girls Fassa Bortolo l’ha accolta a braccia aperte, una vera e propria famiglia capitanata da Lucio Rigato che ha creduto in lei sin dal primo giorno spronandola a non mollare. «Lucio mi ha detto sì un po’ alla cieca, non ha guardato i risultati ma alla persona, da quel momento ripreso ad allenarmi con regolarità. Fin dalle prime gare mi spronava, mi diceva che dovevo assolutamente correre perché avevo molto ancora da dare, mi ha dato una bella iniezione di fiducia e poco alla volta ha dato i suoi frutti» ci ha spiegato Alessia che supportata dallo staff e dalle compagne ha finalmente rivisto la luce. In questa prima parte di stagione ha trovato il giusto colpo di pedale anche grazie ai preziosi insegnamenti di Tatiana Guderzo e ad un ambiente che le ha dato stabilità e fiducia in se stessa. La vittoria a Monselice ad aprile e i numerosi piazzamenti le hanno dato la spinta per andare avanti e il successo a Tarzo, a fine luglio a è stato la conferma che il grande lavoro sta dando i suoi frutti.
La maglia azzurra è stata quel sogno impossibile che ancora non ha realizzato di aver ottenuto. La voleva tanto, la sognata e poi è arrivata così, in un modo inaspettato. «Quando Lucio mi ha comunicato che Sangalli mi aveva scelto per la prova a cronometro credevo fosse uno scherzo, proprio non ci credevo - ci confida Alessia -: ha dovuto ripetermelo varie volte prima che ci credessi, solo quando ho ricevuto anche la chiamata del ct ho veramente realizzato. È un onore immenso, sono emozionatissima».
Domenica Alessia è partita alla volta di Monaco per la cronometro che si disputerà oggi, con tanta emozione e tanta voglia di fare. Sulla carta è un percorso con diversi sali e scendi che potrebbe mettere a dura prova le atlete, ma indipendente da tutto, Alessia partirà dalla pedana con la consapevolezza di essere all’inizio di una nuova avventura che aspetta solo di essere scritta.
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