Come mai Andrea Bagioli non si è fatto notare al Tour de France? In tanti se lo saranno chiesto seguendo la Grande Boucle più veloce di sempre, che purtroppo ha regalato poche soddisfazioni ai colori azzurri. Il 23enne valtellinese della Quick-Step Alpha Vinyl, al debutto nella corsa a tappe più importante al mondo, è stato limitato da problemi fisici che non gli hanno permesso di mettersi in mostra come avrebbe voluto ma ha comunque stretto i denti per arrivare fino a Parigi.
«Il mio primo Tour è stato durissimo. Purtroppo non ero al top, quindi ho faticato tanto. Nel corso della prima settimana non sono stato bene, ho sofferto per problemi di stomaco e non riuscendo a mangiare è stata una vera sofferenza. Peccato perchè non avendo in squadra un leader designato per le tappe collinari come il campione del mondo Julian Alaphilippe avrei potuto ritagliarmi il mio spazio, ma stando poco bene c'è stato poco da fare. Durante la tappa partita da Losanna volevo addirittura fermarmi, eravamo partiti a tutta e io mi sentivo uno straccio, ma dall'ammiraglia mi hanno convinto a non mollare. Il giorno dopo c'era in programma il riposo, che per me è stato quanto mai prezioso. Passato il malessere mi è rimasta la stanchezza. La condizione non è mai stata delle migliori, ma la soddisfazione di arrivare sui Campi Elisi è indicibile. Avevo sempre assistito in televisione a questo spettacolo, farne parte fa tutt'altro effetto» confida da casa, dove sta trascorrendo qualche giorno di relax, concedendosi rigeneranti camminate in montagna con la fidanzata Letizia.
«Mi ha impressionato il pubblico, fin dalla partenza in Danimarca. Il Tour è la gara di ciclismo più sentita e seguita, sull'Alpe d'Huez ne ho viste di tutti i colori, la curva dei tifosi olandesi è davvero qualcosa di incredibile. Questa prima esperienza mi ha confermato che per raggiungere un livello più alto e giocarmi qualche tappa devo lavorare ancora tanto. Portare a termine un grande giro dicono che cambi il motore di un corridore, spero tutta la fatica accumulata nelle scorse tre settimane verrà ripagata nei prossimi mesi e anni. Tornerò al Tour con la voglia di vincere almeno una tappa, anche se contro certi fenomeni sarà sempre dura. Pogacar ha solo un anno più di me. Lui, Vingegaard e Van Aert si sono dimostrati dei fuoriclasse, di quelli che ce ne sono pochi al mondo. Complimenti a loro, intanto io continuo a lavorare per ridurre il gap».
Dopo una meritata settimana di riposo, Andrea tornerà in sella per preparare il finale di stagione e ambire alla maglia azzurra. «Riattaccherò il numero alla schiena il 24 agosto in Belgio alla Druivenkoers - Overijse, quindi mi aspettano Bretagne Classic a Plouay e le due gare World Tour in Canada. Di mondiali ne ho già disputati due, per meritarmi la convocazione del CT Bennati dovrò ottenere buoni risultati nelle prossime corse».
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