Tadej POGACAR. 10 e lode. Anche oggi, più di ieri, con le gambe, con il cuore, con la testa, con i denti, per ribadire che è lui il più forte, lassù dove già lo avevano incoronato, Taddeo ci torna fasciato di giallo per fare quei 900 metri in più con punte anche al 24% che fanno della Planche des Belles Filles una tappa Super. A ventiquattr’ore di distanza si ripete, con la tenacia di sempre e la voracità di chi non è in vena di far regali, perché non è ancora il caso. E non è un caso che vinca ancora Taddeo: sale sull’ottovolante e fa otto al Tour!
Jonas VINGEGAARD. 9. Cosa gli vuoi dire? Niente. Fa quello che deve fare e lo fa molto molto bene. Mette anche in crisi il bimbo sloveno, che deve rifiatare e inarcare i lombi per tornare sotto e superarlo. Il danese è l’unico che può impensierirlo, ma al momento i cattivi pensieri che sanno tanto di incubo li ha lui.
Primoz ROGLIC. 8,5. È un peccato che in bicicletta sia un mezzo disastro, ma la condizione c’è e lo fa vedere anche oggi. Spiana la strada per Jonas, ma lui è lì, non solo a dar manforte. E fin quando è lì…
Lennard KAMNA. 8. Una tappa tutta all’attacco, dove con il compagno Schachmann accarezza il sogno virtuale della maglia gialla, ma alla fine virtuale è anche la vittoria di tappa. È la legge del Tour, bellezza.
Geraint THOMAS. 7. Si mette in modalità velocità di crociera e fino alla fine resta lì, con il meglio del meglio. Non dà mai l’impressione di far male, ma alla fine anche lui non ne esce con le ossa rotte.
David GAUDU. 6,5. Il 25enne transalpino dà l’impressione di poter partire da un momento all’altro, ma nella sostanza patisce e resiste.
Enric MAS. 6,5. Non male il 27enne corridore spagnolo, che è sempre lì, con la nobiltà del ciclismo, ma per il momento fatica a mostrarsi bene.
Romain BARDET. 6,5. Si parla poco di Romano, ma intanto anche lui è lì, in attesa di mettersi in modalità Alpi.
Adam YATES. 6,5. La Ineos sembra a sua immagine e somiglianza: c’è, e sempre ben messa, ma per il momento pensa più a difendersi che ad attaccare.
Sepp KUSS. 7. Il 27enne corridore americano si spolmona per la causa Visma, ma come è solito fare, una volta finito il lavoro, resta nelle zone di alta classifica. Non si sa mai.
Daniel MARTINEZ. 5,5. Il 26enne colombiano oggi avrebbe terreno per i propri denti: avrebbe. Tra il dire e il fare…
Nairo QUINTANA. 5,5. Corre bene, sempre nelle posizioni giuste nel vivo della corsa, ma poi gli manca il cambio di ritmo su un arrivo mozzafiato. Ad una certa età non sono neanche i suoi arrivi. I suoi arriveranno.
Thomas PIDCOCK. 5,5. Il 22enne talentino britannico dice di stare bene, ma c’è chi sta meglio di lui.
Damiano CARUSO. 5. Vigilia di Tour non ideale per approcciare un Tour, prima settimana di sofferenza. Anche oggi il ragusano soffre. E molto.
Guillaume MARTIN. 5. Arriva lentamente dalle retrovie, ma arriva.
Alexey LUTSENKO. 4. Niente da fare, il kazako non è ancora in modalità veloce.
Brandon MCNULTY. 8. Il 24enne statunitense aveva già fatto vedere ieri di che pasta è fatto. Oggi, chi considera la UAE Emirates un agglomerato di nullità, è stato servito. Tappa di grande fatica anche con il 32enne George Bennett e il sempiterno Rafa Maijka.
Alekxander VLASOV. 4. Paga probabilmente la caduta di ieri. Le botte si fanno sentire, e oggi salta per aria quando la corsa non è ancora esplosa.
Simon GESCHKE. 6,5. Il 36enne corridore tedesco della Cofidis prova in ogni modo a mettere tutti in un angolo, ognuno al proprio posto. Alla fine, però, mettono a posto lui.
Maximilian SCHACHMANN. 7,5. Si mette al servizio della causa di squadra, al servizio di Lennard Kämna, sempre con un piccolo pensiero rivolto alla maglia gialla. Lavora come un matto, con generosa lucidità, prima di dare spazio al compagno di squadra.
Filippo GANNA. 8. Prende in mano la situazione e porta la sua Ineos in rampa di lancio per il grande finale sulla Planche. Mica scherza il granatiere della Granadiers,
Giulio CICCONE. 5. Sente aria di “casa”, sente che può essere giornata e vuol fare giornata. Su quel traguardo nel 2019 ha vissuto uno dei giorni più importanti della sua carriera, quando si vestì di giallo sul balcone delle belle ragazze. Oggi ci riprova, ma forse la gamba non è quella dei giorni migliori, forse capisce che non c’è trippa per gatti. Alza il piede dall’acceleratore: sarà per la prossima volta.