Una volta tanto, sarà lui il capitano. Una volta tanto, sarà lui il protagonista. Una volta tanto, sarà lui il festeggiato. E a tirargli la volata, a fargli da treno, due campioni del mondo come Beppe Saronni e Gianni Bugno, un compagno nonché opinionista tv come Riccardo Magrini, un direttore sportivo come Dino Zandegù, un team manager come Luca Guercilena, un medico come Mario Sturla e un “suiveur” come Beppe Figini. Adriano De Zan lo avrebbe definito, trionfalmente, un “parterre de roi”.
Giovanni Mantovani si gode domani (l’incontro pubblico, battezzato “Quanta strada fatta in bici”, alle 21, in piazza Roma, a Gudo Visconti) e domenica i suoi giorni di festa, gloria e ringraziamento. Gudo Visconti, dov’è nato 67 anni fa, lo celebra come uomo di ciclismo: prima corridore, poi “tester” per la Castelli, quindi direttore della carovana pubblicitaria del Giro d’Italia e responsabile degli arrivi delle tappe sempre al Giro, infine responsabile vendite ancora per la Castelli. Competenza, rigore, discrezione, puntualità, senso di appartenenza a un ambiente a cui tanto ha dato e da cui tanto ha ricevuto. Anche in questa occasione.
Era Mantovani quello che nelle giovanili “si smangiava” con il più giovane Saronni. Era Mantovani quello che ai Campionati italiani su pista del 1977 conquistò l’oro e a quelli mondiali su pista del 1980 arrivò all’argento, sempre nella corsa a punti. Era Mantovani quello che nel 1978 da neoprofessionista si aggiudicò una tappa del Giro di Puglia, e che poi avrebbe vinto due tappe al Giro d’Italia, una ai Paesi Baschi, due al Midi-Pyrénées, una al Trentino, altre quattro tappe e la generale al Giro di Puglia, classiche del calendario italiano (e internazionale) come il Giro del Veneto, la Milano-Vignola, il Trofeo dell’Etna e la Tre Valli Varesine e una semiclassica come la Nizza-Alassio. Un patrimonio di corse che, se guadagnate oggi, ne farebbe un primo della classe pagato, servito e riverito. Ma allora c’erano due “califfi” come Moser e Saronni a dividere il mondo. E il bello è che Mantovani potrebbe vantarsi di averli battuti tutti e due, Moser addirittura da compagno di squadra.
Mantovani sta a Gudo Visconti come Moser a Palù di Giovo e Saronni a San Lorenzo di Parabiago. L’eroe di casa. E Gudo Visconti era pronta a festeggiarlo già un anno fa. Poi la pandemia ha rimandato l’appuntamento arricchendolo di una corsa (per allievi), di una mostra (foto e altro), di una pedalata (per tutti), di gare e garette (per i bambini), di banchetti dove mangiare e bere, ricordare e progettare, ritrovarsi e ricominciare.
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