Una delle storie sportive più affascinanti degli ultimi anni è senza dubbio quella di Biniam Girmay, il giovane ciclista che dall’Eritrea è arrivato in Europa e, dopo aver vinto un argento ai Mondiali di ciclismo in Belgio tra gli Under 23, ha conquistato la Gand-Wevelgem e vinto una tappa al Giro d’Italia.
Senza volerlo, Girmay ha fatto qualcosa di straordinario: il ventiduenne eritreo che corre con i colori della Intermachè Wanty Gobert ha dimostrato come il Continente Africano sia in grado di competere e superare i grandi nomi del ciclismo europeo. La sua storia non è passata inosservata e le sue imprese stanno per diventare un film sulla sua vita.
Ci sono centinaia di ore di filmati dedicata a Biniam Girmay, che verranno montati per realizzare un film-documentario che racconta una storia che parte dall’Eritrea, arriva in Ungheria e continua in Italia: dietro la macchina da presa c’è Lieven Corthouts, regista e amico fedele di Girmay che lo affianca in tutte le sue necessità quando è fuori dal Paese.
Il loro è un rapporto forte: Lieven è belga ma talmente innamorato dell’Africa, ha sposato una donna di quella terra e da oltre dieci anni vive in Etiopia. Lieven la macchina da presa l’ha accesa nella terra dove Girmay è nato, raccontando le sue giornate su quelle strade dove il sole è forte e i vestiti hanno i colori del cielo e della terra.
Il film su Girmay racconterà la sua grande avventura in Europa dove la telecamera dell’amico-regista lo ha raggiunto in Ungheria, catturando i momenti in cui il giovane campione di Asmara ha preso il via per il suo primo Giro d’Italia.
Girmay non è il primo africano a partecipare ad un grande giro, ma è il primo africano di colore ad aver vinto una tappa alla corsa rosa. Lieven e la sua attrezzatura video hanno seguito passo dopo passo Girmay, viaggiando al seguito della Intermachè-Wanty Gobert, fino ad arrivare a quella vittoria conquistata a Jesi, dove il giovane eritreo - iin una frazione che per molti aspetti ricordava una Classica del Belgio - ha battuto Mathieun van Der Poel, uno dei corridori più forti del momento.
Corthouts ha deciso di trasferirsi in Africa e di catturare con l’occhio attento della sua macchina da presa la vita dei più giovani e al tempo stesso di fare del volontariato. Con i documentari My Future e Little Heaven ha raccontato la storia di alcuni adolescenti e la loro lotta per migliorare la propria vita. Entrambi i documentari hanno ricevuto premi a livello internazionale e apprezzamenti da parte della critica.
La storia di Girmay non sarà solo il racconto del ragazzo che attraverso lo sport ha cambiato il proprio futuro, perché la sua è la storia di un intero continente che questa volta la rivoluzione ha deciso di farla pedalando con una bici, fino ad organizzare i Mondiali di ciclismo in Ruanda.
I ciclisti africani stanno arrivando in Europa non solo per correre ma anche per vincere e tutti sperano che Biniam sia solo il primo e che dopo di lui tanti altri ragazzi partiti dall’Africa possano alzare le braccia dopo aver vinto una gara.
Con la sua macchina da presa, Lieven Corthouts è andato oltre il semplice ruolo di regista e, grazie alla sua passione e attenzione, si è messo a disposizione affinchè ad altri giovani di talento venga data la stessa opportunità che ha avuto Girmay: imparare ad andare in bici e diventare campione in Europa.
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