Jan HIRT. 10. Vince il ceco, ma lo spettacolo non si vede. Lui si vede, si mostra al mondo molto bene. Corre all’arrembaggio, dall’inizio alla fine, e alla fine fa valere la gamba migliore, lasciandosi tutti alle spalle. Rischia qualcosa in discesa, dove chiaramente non è un drago, ricorda il Leonardo Sierra degli anni Novanta giù dal Mortirolo. Procede a spazzaneve, ma riesce ugualmente ad arrivare da solo. Evviva la Intermarché, evviva Jan, evviva Valerio Piva.
Thymen ARESMAN. 9. Il 22enne olandese mette in mostra un’altra prova di assoluto livello. Il corridore della DSM adesso è 12° in classifica generale, a poco più di 10 minuti. Corridore tosto, che non teme il confronto, che cerca la sfida, che prova a lottare con chiunque senza timori riverenziali. Ha la personalità per diventare un grande corridore. Diciamo che è già ben avviato.
Jai HINDLEY. 7. Rosicchia 4” a Carapaz, al termine di una tappa che produce poco, quando noi ci aspettavamo qualcosa di più. Porta via qualche abbuono, per avvicinarsi alla rosa: sempre di più.
Richard CARAPAZ. 7. Corre chiaramente con grande attenzione, protetto alla grandissima dalla sua Ineos. Non fa nulla per lo spettacolo, o meglio, non l’ha fatto oggi. Potrebbe farlo domani.
Alejandro VALVERDE. 8,5. Si porta avanti con il lavoro, facendo una gara d’attacco. Ci prova, da lontano, entrando nella fuga di giornata e rimanendo con la meglio gioventù per provare a giocarsi la tappa. Non va, come direbbe Sandro Piccinini, ma in ogni caso va: resta lì nella top ten. Missione compiuta.
Mikel LANDA. 7. Dà l’impressione di essere sempre prossimo all’attacco risolutivo, di essere pronto a far saltare il banco, ma le sue progressioni producono l’effetto del solletico e fanno un po’ ridere. Dispone di una grandissima squadra, ma anche lui qualcosa deve provare ad inventarsi.
Lennard KÄMNA. 7. Il 25enne corridore tedesco diretto da Enrico Gasparotto non lesina pedalate. È uomo squadra prezioso, è uomo per ogni evenienza. Paga solo nel finale, ma era da mettere in conto.
Joao ALMEIDA. 7. Se fosse per la tenacia, la tenuta e la resistenza, il suo sarebbe un 10. Nel complesso, però, subisce da inizio Giro ogni salita vera. Barcolla ma non molla. È incredibile nella sua sublime difesa, la domanda è però sempre li in attesa di una risposta: è pronto per un attacco?
Vincenzo NIBALI. 8. Ma sì, facciamogli un piccolo monumento. Preparate le trombette e i tric trac. Vincenzo c’è e lotta insieme a noi: con noi. Resta lì Vincenzo, con la nobiltà di questo Giro. Paga solo nel finale, ma risale in classifica. Fa tre passi in avanti: dall'8° al 5° posto. Un posto di rilievo per una corsa che è da sempre casa sua, la sua “comfort zone”. Qui è nato, qui è cresciuto, qui ha trovato spazi e motivazioni. Qui ancora incanta, tra i canti.
Domenico POZZOVIVO. 6,5. Lungo la discesa del Mortirolo, finisce lungo disteso. Credete che il corridore lucano possa impressionarsi di cotanto evento? Neanche per sogno. È abituato a ben altro. Risale in bici, poco dopo la cambierà, si farà medicare e tornerà a fare quello che ha sempre fatto: andare a tutta, alla faccia di tutto e di tutti. Arriverà 12° a 4’11”. Indomito.
Giulio CICCONE. 5. Una vescica sul palmo della mano può averlo condizionato? Probabile. Ma dopo Cogne, qui all’Aprica arriva ad oltre 25. Un po’ troppo.
Koen BOUWMAN. 7. La maglia azzurra della Jumbo Visma fa corsa di testa con Wout Poels, Lennard Kämna, Lorenzo Rota, Alejandro Valverde, Thymen Arensman e Chris Hamilton. Il 28enne ragazzo olandese fa suo il Mortirolo: alle sue spalle Kämna e Arensman.
Dario CATALDO. 6,5. A metà corsa si spezza il gruppo in due. Davanti resta il 37enne abruzzese della Trek Segafredo, con Poels, Kämna, Rota, Bouwman, Valverde, Arensman e Hamilton. Poi l’abruzzese si sfila per aspettare nelle retrovie Ciccone.
Filippo ZANA. 6. Il gruppo di testa ad un certo punto si rimpolpa, il gruppo Van der Poel si rimescola. Ecco quello che si viene a creare. Un gruppo con il ragazzo della Bardiani CSF Faizané e Wout Poels (Bahrain - Victorious), Wilco Kelderman (BORA - Hansgrohe) Lennard Kämna (BORA - Hansgrohe), Guillaume Martin (Cofidis), Mattia Bais (Drone Hopper - Androni Giocattoli), Hugh Carthy (EF Education-EasyPost), Lorenzo Fortunato (EOLO-Kometa), Jan Hirt (Intermarché - Wanty - Gobert Matériaux), Lorenzo Rota (Intermarché - Wanty - Gobert Matériaux) Koen Bouwman (Jumbo-Visma), Pascal Eenkhoorn (Jumbo-Visma) Sylvain Moniquet (Lotto Soudal), Alejandro Valverde (Movistar Team), Mauri Vansevenant (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Simon Yates (Team BikeExchange - Jayco), Christopher Juul-Jensen (Team BikeExchange - Jayco), Thymen Arensman (Team DSM),Chris Hamilton (Team DSM) Giulio Ciccone (Trek - Segafredo), Dario Cataldo (Trek - Segafredo) e Davide Formolo (UAE Team Emirates). Questo gruppo anima la corsa di testa.
Natnael TESFAZION. 17. Dalla carovana Gianni Savio, Manager di Drone Hopper Androni, lancia una provocazione "E se fosse Tesfazion, la sorpresa sull'Aprica?" Il Principe, che ha scoperto all’Aprica nel 1990 il "suo" Leonardo Sierra, non porta propriamente bene. Natalino, per mal di stomaco e vomito, è costretto ad alzare bandiera bianca: e se ne va a casa. A sorpresa.
Mathieu VAN DER POEL. 6. Pronti via e l’olandese va all’attacco fino da subito, con Nans Peters (AG2R Citroën Team), Pascal Eenkhoorn (Jumbo-Visma), Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e Christopher Juul-Jensen (Team BikeExchange - Jayco ). La tappa è tosta e loro hanno un solo obiettivo: portarsi avanti il più possibile. Non si sa mai…
Jonathan CAICEDO. 19. Positivo al Covid, lui e solo lui della sua squadra. Il ragazzo della EF Education Easypost lascia il Giro, proprio adesso che sulla corsa stava salendo la temperatura.
Angelo MORLIN. 9. È l’uomo ovunque, l’angelo del quartier generale o headquarters che dir si voglia. Lui è un risolutore di problemi, di qualsiasi genere e tipo. È l’uomo ovunque e libero di rousseiana memoria. È una garanzia, mai una tassa. Angelo sbroglia matasse, non tira solo i fili: è tutto. Oggi all’Aprica ha festeggiato il nono traguardo (dei dieci di questo arrivo), visto che nelle sue 44 partecipazioni ha saltato solo il primo, nel 1962, quello firmato da Adorni. Instancabile, affabile e affidabile. Auguri a lui, che poi è come farli anche a noi.