Dal Messico all’Alaska. Più precisamente: da Trincheras/Caborca a Prudhoe Bay. In cinque tappe: la prima, da Trincheras/Caborca al confine fra Messico e Stati Uniti, 500 km; la seconda, da lì a San Francisco, 1.080 km; la terza, da San Francisco a Salt Lake City, 1336 km; la quarta, da Salt Lake City a Calgary, in Canada, 2194 km; la quinta, da Calgary a Prudhoe Bay, 4117 km. Totale: la bellezza di più di 9mila km. In staffetta: due corridori per tappa, totale 10 corridori. La partenza, stabilita: il 10 aprile. L’arrivo, previsto: il 12 luglio.
Non è una corsa, non è una gara, non è un record. Non è un raid, non è un’impresa, non è una sfida. Ma è un viaggio. Un viaggio in bici, un superviaggio, direzione nord, inteso come missione, crociata, testimonianza, come messaggio di speranza. S come speranza, e altre sei S: S come salute, S come sport, S come solidarietà, S come spiritualità, S come sicurezza, S come salvaguardia del creato. Volendo, per riassumere, altre due – definitive - S: sulla strada.
Un viaggio in bici dal Messico all’Alaska nel ricordo di Mauro Talini, ciclista affetto da diabete di tipo 1, dipendente dall’insulina, ripartendo proprio da dove lui aveva chiuso il suo viaggio, a Trincheras/Caborca, in Messico, investito in bici da un camion, nel 2013, e arrivando proprio dove Talini avrebbe voluto giungere, sempre in bici, a Prudhoe Bay, in Alaska. Dunque un viaggio nella memoria ma anche nella continuità, un viaggio nel presente ma anche nel futuro, un viaggio nel tempo e nei tempi, questi tempi, così maledettamente difficili, così dannatamente bellici.
Alla base c’è un’organizzazione di volontariato: si chiama “Ancora in Viaggio”, www.maurotalini.org e info@maurotalini.org. Sulle bici ci sono pedalatori italiani e messicani: Alberto Fiorin, Alessio Fresco, Anacleto Zanfi, Antonio Tavoni, Luis Daniel Avila, Dino Facchinetti, Federico Angeli, Francesco Zazza, Sebastian Gaxiola e Teodros Talini. Dietro il viaggio ci sono patrocinatori e sponsor, ma c’è anche la possibilità di sostenere non tanto la pedalata, quanto la ricerca sul diabete e la solidarietà per la povertà. Sono auelli, i veri traguardi, le vere mete.
Massimo comune divisore e minimo comune multiplo, la bici: strumento di pace, campione di umanità, esempio di solidarietà, mezzo di sostegno, medicina del corpo e dell’anima, passaporto – grazie, barone Von Drais – per l’eternità.
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