Dal 1997 al 2008 Fabio Sacchi è stato uno dei vagoni fondamentali del treno di sprinter di razza come Mario Cipollini e Alessadro Petacchi oggi “tira le volate” ai campioni di domani. A 47 anni ha accettato la sfida lanciatagli da Sara e Daniele Muccioli (nella foto in apertura con parte dei corridori, ndr) ed è entrato a far parte della Sidermec F.lli Vitali che ha tra le sue fila 12 juniores.
«A inizio anno siamo partiti un po' zoppi, anzi diciamo pure proprio senza gambe. L'avvio è stato travagliato per colpa di alcune cadute. Non ingranavamo e, lo ammetto, all'inizio mi sono spaventato a vedere il livello altissimo di questa categoria. Da metà stagione in poi i ragazzi si sono rimboccati le maniche e siamo riusciti a ottenere 7 vittorie, andando a segno anche in gare importanti. Ieri abbiamo chiuso la stagione con le braccia alzate grazie al successo di Matteo Angelini alla Cronoscalata La Medievale. Con la grinta giusta da oggi già con la testa al 2022. Settimana prossima effettueremo i primi test alla soglia con SRM per poi programmare una graduale preparazione» racconta al termine della sua prima stagione da direttore sportivo.
«Sono felice di poter contribuire alla crescita dei giovani, restando nel mio ambiente. Rispetto a quando ero io adolescente il movimento è cresciuto tantissimo. In Veneto e Lombardia ci sono squadre attrezzatissime sia in termini di mezzi che di staff, penso alla Borgo Molino, alla Bustese, alla GB di Bortolami che nulla hanno da invidiare a formazioni della categoria maggiore. Noi con passione puntiamo a migliorarci per avvicinarci a loro, una pedalata dopo l'altra. Trovo davvero stimolante trasmettere la mia esperienza ai ragazzi, per me è un successo vederli contenti e realizzati. Alla loro età non conta la vittoria, è fondamentale che alla fine siano soddisfatti, sereni, consapevoli di aver dato il cento per cento» prosegue l'ex pro' che in carriera ha indossato le maglie di Polti, Saeco, Fassa Bortolo e Milram.
«Dei giovani ciclisti di oggi mi ha colpito l'ansia del pre gara. Ogni domenica ai nostri ragazzi ricordo che devono vivere più sereni, affrontando lo sport con serietà ma anche la leggerezza della loro età» continua Sacchi, che in ammiraglia è affiancato da Andrea Collinelli e Mario Bartolini. «Pedalo con loro, li sfido a suon di pizze e birre, ricordando loro che dovrebbero staccare uno della mia età facilmente (sorride, ndr). Battute a parte, se si allenano bene, in gara non avranno nulla di cui preoccuparsi. Io ho preso parte a tanti Giri d'Italia e Tour de France, quando ti aspetta una tappa con 5.000 metri di dislivello non puoi partire con troppi pensieri in testa, così loro devono divertirsi a confrontarsi con i loro pari età. Se poi qualcuno passerà professionista sarà un orgoglio, altrimenti comunque la bici gli avrà insegnato innumerevoli lezioni di vita».
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