È una storia singolare, quella di Samuele Bonetto: una storia che speriamo possa servire da ispirazione così come la bicicletta e il trionfo di Nibali al Giro 2016 sono stati fonte di ispirazione per lui.
Il diciottenne di Montebelluna - che ieri sera si è laureato campione del mondo juniores nell’inseguimento individuale su pista a Il Cairo dopo aver conquistato a fine agosto il titolo europeo nella stessa specialità - ha raccontato al Corriere del Veneto, in una intervista realizzata da Andrea Pistore, il suo percorso per sconfiggere l’anoressia.
«Per dieci anni ho praticato nuoto agonistico, poi quando avevo 14 anni mi ha colpito l’anoressia. Ho perso massa muscolare e massa grassa, ero sempre arrabbiato e scontroso, e quando mi hanno diagnosticato la malattia non ci sono state cure capaci di aiutarmi. Sono stato ad un passo dall’arresto cardiaco e dal ricovero coatto».
La svolta, inattesa, è arrivata con un giro in bicicletta. «Sono uscito con mio papà in mtb sul Montello ed è stato un colpo di fulmine. Ho subito fatto un patto con lui: riportami in bici che io ricomincio a mangiare. Pian piano sono uscito dal tunnel ma sono stati due anni difficilissimi».
Quindi il passaggio all’agonismo: «Dopo qualche mese ho provato la bici da corsa e non sono più sceso. La prima gara in tv che ho visto è stata il Giro d’Italia del 2016, mi sono innamorato di Nibali e del ciclismo. Sono partito dagli allievi ed eccomi qui. Quest’anno sono andato bene a cronometro, Marco Villa mi ha chiesto di provare la pista e all’inizio non volevo, mi faceva paura».
Poi ha preso confidenza e in pochi giorni ha inanellato due titoli prestigiosi ma non si accontenta: Samuele punta all’oro della cronometro su strada agli Europei di Trento e nei sogni ha messo la vittoria in un prologo del Giro d’Italia e la conseguente maglia rosa e ci aggiunge la Roubaix. Proprio come uun certo Filippo Ganna...
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