Non è stata una boutade figlia dell’ebbrezza olimpica quella del sindaco di Buja, Stefano Bergagna, che dal palco della festa per Jonathan Milan, oro a Tokyo nell’inseguimento su pista, ha annunciato giorni fa l’intenzione di “regalare” al paese un velodromo coperto. Archiviate le ferie, a settembre il primo cittadino si prepara a tener fede alla promessa: «Partiremo da uno studio di fattibilità - annuncia -, abbiamo già individuato un paio di progettisti cui affidarlo, professionisti che hanno già a curriculum la costruzione di impianti simili».
Non sarà facile naturalmente. Un velodromo coperto ha i suoi costi. Di costruzione anzitutto, ma anche di gestione. Lo sa bene Bergagna, che però non demorde, convinto che la struttura porterebbe beneficio al crescente movimento ciclistico, facendo una volta in più di Buja una delle capitali del pedale in Italia, ma anche al turismo e all’economia della zona. Tanto più se si considera che in tutta Italia oggi c’è un solo velodromo coperto, a Montichiari, in provincia di Brescia, dove lo stesso Milan si è allenato più volte, non avendo alternative in zona.
Per Buja è dunque una grande chance: «E’ chiaro - ribadisce il sindaco - che disporre di un velodromo a Nordest potrebbe innescare una serie di ricadute positive, anzitutto per le attività ricettive della zona». Strutture simili al momento non ce n’è. A meno di non voler considerare quella voluto dalla Federazione ciclistica italiana a Lovandina di Spresiano, nella pianura trevigiana, che però non è stata conclusa (per il fallimento dell’azienda esecutrice) e chissà se lo sarà mai. Se poi si considera che a ottobre chiuderà per 4 mesi anche Montichiari, causa lavori di manutenzione, costringendo gli azzurri ad allenarsi in strutture estere, si capisce bene quanta necessità vi sia di una nuova struttura e quale occasione abbia Buja per le mani.
«Adesso ci confronteremo con i progettisti e con gli addetti ai lavori, Jonathan su tutti, per capire che tipo di impianto andare a realizzare, di che dimensioni, in che zona, anche se il linea di massima quella l’abbiamo già individuata nell’area di Polvaries, davanti al campo sportivo» fa sapere ancora Bergagna che affidato lo studio già pensa ai finanziamenti e guarda con interesse al Pnrr, «perché nel piano nazionale ci sono anche fondi per gli impianti sportivi».
da il Messaggero Veneto