Davide Cassani resta sulla panchina azzurra fino agli Europei e i Mondiali di settembre, questo è quello che anticipa questa mattina “La Gazzetta dello Sport”. Una decisione che verrà ufficializzata oggi con una nota stampa della Federciclismo e in contrasto con quanto era emerso alla fine dei Giochi di Tokyo quando fonti qualificate davano per certa sempre alla “rosea” la volontà federale di procedere a un cambio già per la rassegna continentale (8-12 settembre a Trento) e quella iridata (19-26 settembre in Belgio).
L’incontro di martedì scorso a Roma è stato invece fondamentale per riaprire un dialogo che ha portato il numero uno del ciclismo italiano Cordiano Dagnoni e il Ct Davide Cassani ad un disgelo sfociato nell’offerta di un contratto triennale da dirigente azzurro con funzioni di Pr del movimento italiano per l’ex professionista romagnolo. Europei e Mondiali con i suoi ragazzi, poi una funzione di uomo immagine e consigliere personale del presidente, con funzione di pierre e probabilmente anche di direttore dell’attività giovanile.
Insomma, in attesa della nota ufficiale, sembra proprio che Cordiano Dagnoni sia riuscito nell’impresa di appianare spigoli e criticità, con pazienza e acume politico. Con quello spirito di squadra che è necessario per costruire qualsiasi squadra. Che dire? Se questa anticipazione della Gazzetta dovesse essere confermata, sarebbe il successo di tutti: di Cordiano Dagnoni, del Consiglio Federale coinvolto martedì scorso via zoom dal presidente, e di tutto il ciclismo italiano. Cassani non è solo un dirigente capace, un front-man che ha saputo portare al di fuori dai confini ciclistici il nostro sport, ma è un uomo che ha un cuore sicuramente azzurro. Dagnoni, che tornato da Tokyo ha rinunciato a partire per le vacanze per sistemare la questione, dimostra non solo di avere un cuore, ma di avere a cuore le sorti del nostro movimento, sport che conosce come pochi e ama da sempre.
Per il successore di Cassani sale il nome di Maurizio Fondriest il quale, però, dovrebbe liberarsi dai lacci di alcuni vincoli lavorativi in chiaro conflitto di interessi con il ruolo che dovrebbe andare a rivestire: il trentino è difatti procuratore di diversi corridori.