Sonny COLBRELLI. 10 e lode. Per me ha vinto lui. Scusate il nazionalismo, la mia inguaribile partigianeria, il mio essere di parte, il mio considerare i corridori italiani un po’ più soprattutto adesso che sono un po’ meno, ma in questa seconda giornata alpina trascorsa tutta sotto la pioggia e piena zeppa di salite vere, autentiche e bastarde, il vero vincitore di questa tappa è il campione d’Italia. È lui, Sonny nostro, che si prende i punti del traguardo volante battendo allo sprint
Michael Matthews (Team BikeExchange) e Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step), e poi resta nel vivo della corsa fino alla fine, tanto da chiudere la sua fatica in terza posizione. Non è come dirlo. Non è una cosa di poco conto per un uomo che è un passista-veloce, un velocista, che si esalterà anche quando il cielo si copre e scarica pioggia, ma lui non si affloscia: si carica. Fa una tappa alla Peter Sagan, per intenderci: quindi in piedi per Sonny! E via con l’inno nazionale.
Ben O'CONNOR. 10. Il 25enne australiano fa impazzire i francesi della AG2R Citroën Team. Vittoria cercata, voluta, costruita con assoluto acume tattico: non sbaglia una mossa. Si porta a casa la tappa, dopo una giornata da tregenda. Accarezza il sogno di una maglia gialla, che ora vede lì a poco più di due minuti. Sa che con Pogacar c’è ben poco da fare, ma questo ragazzo ha l’occasione della vita: restare in zona podio. E ha tutto per provarci.
Mattia CATTANEO. 9. Due giorni alpini di grande attività e movimento. Fin dal mattino si rimette lì a menare come un fabbro. Nel finale resta solo ad inseguire l’australiano, ma il suo secondo posto non va considerato solo come il primo dei battuti, ma come il primo gradino per risalire in classifica. Ha tutto per fare un grande Tour: è 12° a 11’38”. È lui l’uomo classifica per la Deceuninck Quick-Step.
Guillaume MARTIN. 8. Il filosofo fa una tappa d’attacco e risale in classifica generale, anche se lui continua a dire che gli interessa poco e che pensa ad una tappa. Al momento è 9° e non è detto che possa anche migliorare.
Franck BONNAMOUR. 7,5. Il 26enne bretone della B&B si conferma anche oggi corridore tenace e coriaceo. Se c’è da lottare, lui lotta.
Tadej POGACAR. H.C. È di un'altra categoria, mi sembra evidente e anche oggi fa quello che vuole quando vuole farlo. Due scatti, un’accelerazione nel finale e via a prendersi una trentina di secondi così, tanto per gradire. Signori, godiamoci il fenomeno, godiamoci lo spettacolo. Please.
Richard CARAPAZ. 7. Alla fine cosa gli si può dire? Niente. Fa quello che deve fare, fino all’ultimo, ha solo una sfortuna: avere tra i piedi un ragazzo che è un “fuori categoria”: per il resto lui sta correndo da par suo e la sua Ineos, vedrete, non mancherà di fare anche lei la sua parte.
Jonas VINGEGAARD. 6,5. Il 24enne danese della Jumbo Visma, venuto per aiutare e imparare, si trova ora tutto il peso di una squadra priva della sua punta (Roglic si è ritirato). Lui resta con i migliori, anche se paga qualcosa nel finale, ma alla fine non fa una brutta fine.
Eric MAS. 6. Marc Soler a casa, ieri per le terre ancora una volta Miguel Angel Lopez (voto 4), oggi ad inizio tappa scivola contro il cordolo di un marciapiede Mas: per i Movistar inizio di Tour da dimenticare. Il 26enne corridore spagnolo, però, dopo le botte tiene botta e porta a casa un 9° posto importante. Prendete nota: dopo nove tappe è il primo piazzamento nei 10 per la Movistar.
Rigoberto URAN. 7. Mi fa impazzire perché non lo vedi, ma si fa sentire: eccome. È sempre lì, nascosto e invisibile, pronto a venir fuori. Lo noti solo alla fine, quando alla sera dai un’occhiata alla classifica generale: toh, è 3°!
Nairo QUINTANA. 6. Si da un gran daffare per racimolare punti su punti su ogni colle. Poi nel finale, q uando resta con Sergio Higuita (EF Education - Nippo) e Ben O'Connor (AG2R Citroën Team), si ferma per una crisi di fame. Aveva la possibilità di lottare per la vittoria di tappa, per illuminare il suo Tour, invece gli si spegne la luce.
Wilko KELDERMAN. 6. L’olandese della Bora Hansgrohe fatica molto, ma riesce con grande intelligenza a limitare i danni: nella top ten ci resta (7°).
David GAUDU. 5,5. Il 24enne transalpino della Groupama va in sofferenza anche oggi. Non appare mai brillante, su strade che dovrebbero essergli amiche, ma lui al momento è il cugino di sé stesso.
Alexey LUTSENKO. 5,5. A vederlo pedalare e in faccia sembra in giornata di grazia, poi appena accelerano lui si stacca. Prego.
Pello BILBAO. 6. Aspetterà i Pirenei, per dare fondo a quello che gli rimane. Intanto il leader del Bahrain è lì, ad un passo dalla “top ten”.
Aurélien PARET-PEINTRE. 5. Il 25enne transalpino dell’Ag2r Citroen è una delle novità di questo Tour, anche se oggi non vive una giornata felicissima e fa come i gamberi.
Alejandro VALVERDE. 6,5. Regista in corsa, si muove e guida, all’occorrenza dà anche qualche accelerata. Scusate se è poco.
Geraint THOMAS. 6,5. È chiaro che è un professionista ed ben locupletato, però il britannico, nonostante un Tour vinto, non si tira indietro e tira.
Sergio HIGUITA. 5. Il colombiano della EF Education – Nippo ha tutto per fare una grande corsa e per tre quarti di tappa la fa eccome, poi salta per aria. Un po’ come Quintana: pensano a pedalare e non ad alimentarsi come si deve. Mah…
Mikkel BJERG. 9. È un cronoman di livello assoluto, ha in testa il record dell’ora e non solo, ma oggi per non sbagliare fa andature da record per due ore. Infaticabile il 22enne danese della Uae Emirates. La squadra oggi c’è (Formolo un po’ meno, voto 5), ma più della metà del lavoro se lo accolla lui.
Bauke MOLLEMA. 4. Chiedo scusa a chi mi rimprovera di non aver dato ieri il voto a Nibali, un corridore che si è trovato in classifica quasi per caso ed è qui chiaramente e indiscutibilmente per preparare i Gichi di Tokyo. Detto questo, l’olandese che al Giro era venuto per preparare il Tour, forse adesso dovrà preparare la Vuelta o il Trofeo Baracchi: oggi accumula 30’27”, 5 minuti in più di Nibali.