COSTA DEI TRULLI, ECCO I SEGRETI DEL TRICOLORE DONNE

DONNE | 14/06/2021 | 08:10

143,300 km, 1576 metri di dislivello. I numeri servono pro forma, ma in questo caso non bastano per descrivere il percorso che domenica 20 giugno assegnerà il titolo tricolore femminile di ciclismo su strada. Tante le variabili in gioco per l’evento targato Federazione Ciclistica Italiana e organizzato dalla Spes Alberobello, Polisport Polignano e GS Patruno Canosa. Una su tutte, mastodontica, si chiama Valle D’Itria, uno scrigno di meraviglie paesaggistiche, gastronomiche e soprattutto ciclistiche, che occhi esperti possono subito associare, per imprevedibilità e repentini cambi di ritmo, agli scenari delle grandi classiche. E poi c’è il fattore climatico che può rendere l’ultimo giorno di primavera, nella Puglia collinare, l’anteprima di un agosto già alle porte.


Che non si tratti di un mero esercizio di retorica lo dimostra la descrizione dettagliata del percorso, redatta in collaborazione con l’esperto presidente della Spes Alberobello Rufino Perta, per tutti Rino, con il contributo speciale del professionista pugliese in casa Bardiani-CSF, Alessandro Monaco.
La partenza sarà data in riva all’Adriatico, nel pieno centro cittadino di Monopoli. Lambendo le acque cristalline, che nel mese di giugno cominciano a riempirsi di bagnanti, la carovana andrà verso nord, in direzione Polignano a Mare. La città di Domenico Modugno si raggiunge dopo 6 km, tra scorci paesaggistici suggestivi che fanno l’occhiolino al mare, continuando poi verso nord, entrando in Mola di Bari al 20esimo km di assoluta pianura.


Adesso la corsa lascia il mare e piega ad ovest verso i dolci pendii della Murgia sud orientale barese. Al km 31 si arriva a Rutigliano, fiorente centro agricolo famoso anche per l’artigianato in terracotta. Si affronta quindi un tratto pianeggiante di 10 km su sede stradale ampia fino a raggiungere Conversano, attraversandone il centro cittadino e lambendo il famoso Castello marchesale. Pochi km fuori dall’abitato, svolta a sinistra e si affronta il primo strappo secco di giornata, Torre di Castiglione. Solo 800 metri ma è un assaggio degli improvvisi cambi altimetrici che le atlete troveranno da ora in avanti, strappi brevi ma piuttosto pendenti che alla fine si faranno sentire nelle gambe, seppur la corsa resti sempre tra i 300 e i 400 metri di altitudine. Si arriva a Castellana al km 55 di gara per il primo passaggio sul piazzale delle celeberrime grotte. Imboccando la Sp 237 in direzione Putignano si percorre una strada larga e scorrevole che porta al centro murgiano famoso per il suo carnevale: siamo al km 60. Un breve tratto di falsopiano per raggiungere Noci, ricca di centri caseari, da dove si ripiega verso la vallata del Canale di Pirro affrontando una serie di “mangia e bevi”.

La prima vera salita di giornata arriva alla progressiva chilometrica 83: 1,5 km al 9% di pendenza media per mettersi alle spalle “Il Guaguino di Coreggia” (frazione di Alberobello). Ma occhio, allo scollinamento non c’è discesa, (un elemento comune dopo quasi tutte le salite) ma altri tratti irregolari che renderanno la vita difficile a chi ha perso le ruote dei migliori in salita. Coreggia introduce nel cuore della Valle d’Itria, caratterizzata dai pinnacoli bianchi che si ergono nelle campagne. Al km 92 si arriva nel centro di San Marco, frazione di Locorotondo, dove è posto un traguardo volante con in palio eccellenze dei prodotti tipici locali. Al km 100 si transita in Locorotondo, centro storico tra i borghi più belli d’Italia. Si imbocca la SS. 172 e la corsa punta dritto verso la capitale dei trulli: Alberobello che si raggiunge al km 109. Stesso circuito cittadino dell’arrivo di tappa del Giro d’Italia 2017 e si ridiscende verso la vallata del canale di Pirro. Non c’è un attimo di respiro: al km 115, si attacca il “muro” di Santa Lucia ai monti, 800 metri al 12%, seguono 7 km di “mangia e bevi” prima di affrontare la prima ed unica vera discesa di giornata: la Francisto Mare, strada panoramica che riporta improvvisamente le atlete ad intravedere l’azzurro dell’Adriatico. Un attimo prima di raggiungere il mare una svolta secca a sinistra riporta il plotone con il naso all’insù, verso l’arrivo di Castellana Grotte. É in questo punto, ai meno 15 km dall’arrivo, che si affronta la salita più dura di giornata e che verosimilmente si rivelerà decisiva per l’esito della corsa. È l’ascesa di Gorgo Freddo, 2,5 km con media al 9% e punte al 12%.

Anche il fattore ambientale qui può essere decisivo, goliardicamente a dispetto del nome, se dovesse esserci caldo questa salita potrebbe trasformarsi in una fornace e al culmine – ormai lo si è capito -non c’è discesa per recuperare, ma ancora saliscendi che porteranno all’arrivo di Castellana Grotte. Dallo scollinamento sino al centro urbano di Castellana la Sp 146 ha un andamento molto nervoso sia in altimetria che in planimetria, con fitto susseguirsi di curve, dossi e controcurve che fanno perdere ben presto il contatto visivo. Ultimi 2 km da affrontare con attenzione nel centro abitato con alcune strade strette prima di imboccare il largo viale dell’ultimo km che porterà all’arrivo del piazzale Franco Anelli scopritore del famoso centro carsico.

Mini rotatoria al triangolo rosso dell’ultimo km, poi lieve ascesa al 5% che si interrompe con la curva larga a destra. Altra rotatoria (350 m), questa volta molto ampia, seguita da un restringimento della sede stradale (isola di traffico sulla destra) e curva secca a sinistra (220 m) per imboccare via Grotte, sede dell’arrivo. Rettifilo conclusivo in impercettibile discesa, lungo 200 con una leggera piega a sinistra. Sede stradale larga 6 metri, fondo buono.

Nel mese di giugno la direzione del vento, nell’area interessata dalla gara, è prevalentemente da Nord (Tramontana per quote nettamente superiori al 50esimo percentile). Dal punto di vista del gruppo questo si tradurrebbe in brezze laterali fino a Conversano, per poi essere decisamente a favore verso il primo transito in Castellana Grotte e variabile in tutto il toboga della Valle D’Itria.

Nel caso di raffiche importanti (a una settima dall’evento non sono tuttavia previste, con velocità del vento massima pari a 16 km/h) i tratti più delicati del percorso sarebbero esposti al vento laterale e quindi al rischio di ventagli. Stiamo parlando della porzione da Noci a Coreggia e da Locorotondo ad Alberobello. Altro fattore da non sottovalutare è lo sbalzo termico. Nonostante la quota collinare, la Valle D’Itria è più calda e afosa rispetto al mare per via della conformazione “a sacca”.

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