Salutato in Piazza Duomo a Milano il Giro d’Italia dei grandi, è subito il momento di accogliere il Giro d’Italia U23, che dal 3 al 12 giugno ci terrà compagnia coi migliori prospetti del ciclismo internazionale. 10 tappe, tra Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia e Veneto, con percorsi vari e accattivanti che siamo sicuri regaleranno grande spettacolo, come d’altronde accade dal 2017, ovvero da quando Marco Selleri e Marco Pavarini, coadiuvati da Davide Cassani, hanno riportato stabilmente la gara nel calendario giovanile.
Si parte subito con una tappa interessante, la Cesenatico-Riccione di 144,5 km, con partenza e arrivo sulla costa adriatica e un percorso aperto a diversi scenari. A venir premiati dovrebbero essere gli uomini veloci, ma i GPM di Sogliano al Rubicone e Monte Olivo (3a cat.) nella seconda parte di tappa, uniti a qualche insidioso sali-scendi nel finale, rendono gli ultimi chilometri per nulla scontati.
Si rimane in Romagna anche per la seconda tappa, con la Riccione-Imola di 138 km. Anche in questo caso il finale si preannuncia scoppiettante con il circuito che ha caratterizzato il Mondiale di Imola 2020 subito dopo il GPM di Monticino, a 23 km dall’arrivo, e la salita di Cima Gallisterna come trampolino di lancio ideale per chi vorrà provarci, proprio come fece Julian Alaphilippe l’anno scorso.
Poco spazio per respirare anche nella terza tappa, 132 km con partenza e arrivo nuovamente a Cesenatico e percorso che ricalca interamente quello della Granfondo Nove Colli. Quattro i GPM da affrontare: Polenta e Pieve di Rivoschio (3a cat.), Ciola (2a cat.) e l’impegnativa scalata a Barbotto (1a cat.), prima degli ultimi 40 km molto veloci verso l’arrivo.
Il quarto giorno è il momento della cronometro, che torna al Giro U23 tre anni dopo l’ultima volta, quando nel 2018 Aleksandr Vlasov vinse la maglia rosa a Ca’ del Poggio. Sarà una prova completamente pianeggiante, da Sorbolo Mezzani a Guastalla per 25,4 km nel pieno entroterra emiliano. Chi ha già dimestichezza con lo sforzo solitario, potrà scavare distacchi importanti con gli avversari.
Il primo scontro frontale tra i pretendenti alla classifica generale avverrà però nella quinta frazione, tutta modenese, da Fanano a Sestola di 142,5 km. Gli ultimi 100 km saranno un continuo su e giù, prima col GPM di Sant’Antonio di Pavullo e poi, soprattutto, quelli di Poggioraso a 13 km dall’arrivo e l’impegnativo Colle Passerino che verrà scollinato a meno di 3 km dall’arrivo prima del falsopiano verso Sestola. Su questo traguardo si sono dati battaglia anche al Giro non più tardi di una ventina di giorni fa, con la vittoria di Joe Dombrowski e la conquista della Maglia Rosa di Alessandro De Marchi.
Dopodiché si continua con la Bonferraro di Sorgà – San Pellegrino Terme, che con i suoi 176 km è la tappa più lunga del Giro U23. Si parte dalla sede di Alé e sarà pianura fino alla scalata del Selvino (10 km al 6%), che termina a 20 km dall’arrivo, prima della picchiata finale verso San Pellegrino Terme.
La settima tappa, da Sondrio a Lago di Campo Moro per 119,4 km, propone il primo vero e proprio arrivo in salita con 3100 metri di dislivello complessivi. Negli ultimi 60 km si affrontano le salite di Montastero e Triangia prima della lunga salita finale, ben 29 km, verso i 2020 metri di altitudine di Lago di Campo Moro. La salita presenta ben 18 gallerie, delle quali 5 in pavè e una in sterrato misto a pavè, che renderanno la scalata ancora più interessante.
Non ci sarà poi spazio per riposarsi, perché il giorno dopo si va dall’Aprica ad Andalo, per una tappa breve di 115,5 km ma molto intensa. Subito dopo il via ufficiale si scalerà il Passo del Tonale, quasi 30 km al 6/7%, al quale seguirà una lunga discesa e poi falsopiano fino a Mezzolombardo, da dove partirà la salita finale verso Andalo, lunga 15 km.
Partenza in salita anche per l’ultima tappa, la Cavalese-Nevagal di 167,1 km e circa 3 mila metri di dislivello. Subito dopo il via i corridori dovranno salire verso i 2031 metri del Passo Valles, che sarà solo un antipasto della doppia scalata verso il Nevegal che dovranno affrontare negli ultimi 40 km di gara. Le difficoltà altimetriche si aggiungono al fatto che questo sarà il terzo arrivo in salita in 3 giorni, motivo per cui i ragazzi dovranno essere bravi a non arrivare in riserva a questa tappa.
L’ultima tappa, seppur piuttosto lunga coi suoi 162,7 km, dovrebbe dare la possibilità ai velocisti di giocarsi la vittoria parziale. Da San Vito al Tagliamento a Castelfranco Veneto, con il Muro di Ca’ del Poggio e lo strappo di Guia da affrontare nella parte centrale della frazione e poi gli ultimi 60 km quasi totalmente pianeggianti. I corridori veloci non vorranno perdere l’occasione di aggiudicarsi l’affascinante traguardo finale nella cittadina trevigiana.
(altimetrie in copertina)
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