GATTI&MISFATTI. “PROCESSO”, C'È VITA SU QUEL PIANETA?

GIRO D'ITALIA | 25/05/2021 | 11:42
di Cristiano Gatti

Inutile negarlo, quest'anno il ”Processo alla tappa” ha rivelato sin dai primi giorni un fascino tutto nuovo. Io lo guardo con lo stato d'animo incantato dei tecnici Nasa durante le spedizioni su Marte, ponendomi la stessa domanda sognatrice: c'è vita su quel pianeta? A occhio e croce, credo si possa già dire che esista più vita su Marte che al “Processo”. Le prime rilevazioni scientifiche sul palco Rai rivelano chiaramente la totale assenza di qualsiasi impulso percepibile, anche con le sonde più sofisticate.


Certo ci spiegheranno gli specialisti che non è facile fare un “Processo” senza ospiti e senza pubblico attorno, però si potrebbe anche rispondere onestamente che proprio per questo servirebbero opinionisti ed esperti con un minimo di vitalità. Se le poche forme di vita rilevabili sul palco sono invece stabilmente immerse nel letargo, tenere vivo l'interesse diventa davvero un'impresa spaziale. Svegliala tu la nazione dal grande sonno, se ce la fai.


Comunque la soluzione ci sarebbe. Di ripiego, ma ci sarebbe. Chiuderla qui, una volta per tutte, con l'oltraggio a questo titolo storico, “Processo alla tappa”, che chiaramente non sanno più fare, che chiaramente non si possono più permettere, e chiamare questo dopo corsa di piatte interviste e di commentini slavati con un altro nome, più aderente al format. Personalmente avrei già pronto il titolo adeguato: “Dopo corsa, prima della pennica”.

 

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COMMENTI
CONCORDO
25 maggio 2021 12:42 geo
Pensavo fosse solo una mi opinione invece vedo che è condivisa. Non esiste una ricerca della notizia, del contraddittorio, dei fatti contestabili. Trasmissione piatta, con commenti scontati ed inutili. Ma forse a questo i giornalisti si devono adeguare per non dare fastidio a nessuno (anche se gli ascolti si abbassano -perlomeno come qualità)

Processo alla tappa
25 maggio 2021 13:02 GianEnri
Bravo Dott. Gatti, purtroppo la Rai ci offre solo questo, la Di Stefano, alla ricerca di polemiche sterili.

Retorica e noia mortale
25 maggio 2021 13:33 runner
Concordo. Purtroppo da anni innumerevoli la signora De Stefano per chissà quali meriti, ha in mano questo importante spazio gestendolo, a mio avviso, con poca competenza ed una sterile ricerca della polemica. Ieri, ad esempio, quando invece di esaltare le prodezze di Bernal e del nostro splendido Caruso, ha iniziato un triste battibecco con Vegni. Garzelli, poi (come sempre) non pervenuto. D'altronde è difficile per uno che è stato condannato per doping con la maglia rosa sulle spalle essere pure credibile...

Assolutamente in disaccordo
25 maggio 2021 14:05 Lucsa0704
Assolutamente in disaccordo...Alessandra De Stefano è una o la migliore giornalista (non leggetelo al femminile) italiano di ciclismo. Puntuale, competente e sempre sul pezzo. Cosa vorreste? Un processo alla tappa stile calcistico? Dovrebbe essere affiancata da commentatori un più arguti e sul pezzo...forse si....ma ditemi voi cosa vorreste e cosa proporreste di innovativo in questa TV? Ci sono alternative? Manca Beppe Conti...si....ma poi? Oltre a lui vedete qualcosa di innovativo o diverso? Mi tengo stretta Alessandra sempre sul pezzo, sempre puntuale precisa e sempre arguta nei commenti.
Un saluto
Luca

Processo alla tappa
25 maggio 2021 14:55 froome
Io proporrei Pastonesi

Concordo in pieno
25 maggio 2021 16:29 59LUIGIB
Concordo in pieno il giudizio da anni la De Stefano è alla ricerca del senzazionalismo sterile e bugiardo che scimmiotta quelle trasmissioni logorroiche su fatti calcistici per giuta con la solita scarica a mitraglia che spesso interrompe i pochi che descrivono fatti inopinabili alla ricerca (lei) dello scoop poi i due Garzelli e l'aretino Bennati hanno l'effetto di un sonnifero mi auguro che il prossimo anno la rai rinnovi in toto

Mah....
25 maggio 2021 16:53 Maurone
Se la Di Stefano è la migliore giornalista italiana di ciclismo vuol dire che siamo messi male in quel campo.......

HAI RAGIONE
25 maggio 2021 23:51 a01500
Maurone, la penso come te.

processo "senza prove" a Vegni
26 maggio 2021 11:18 Fondriestbike
Su RaiPlay alle ore 23 ho scoperto che un giorno la parola d’ordine è sicurezza, il giorno dopo si istruisce un processo a Mauro Vegni per aver eliminato 2 discese pericolose, giù da più di 2000 metri, a capofitto, con qualcuno da distanziare o qualcuno da raggiungere…..bagnate e fredde. Per tutelare la sicurezza dei corridori (e se qualcuno fosse volato giù da un parapetto….??).
Si è ripetuto più volte che le condizioni estreme del protocollo UCI non c’erano: come si può fare una simile affermazione su condizioni enunciate in maniera così generica (quale temperatura, vento quanto forte, quanta visibilità, etc, etc….)????
Per fortuna c’è stato Davide Cassani a introdurre un po' di razionalità nel confuso dibattito….
Si è anche detto che “il calendario è questo, e va rispettato”…affermazione paradossale perchè proprio questo è il punto, l’origine di tutti i mali, il calendario. Il giro andrebbe fatto a giugno come era ai tempi della mia memoria remota. A 2000 metri è molto difficile andare e soprattutto scendere, a maggio, soprattutto “quando Orione declinando imperversa…..”. Purtroppo, il calendario UCI non lo stabilisce Vegni, che credo piuttosto lo subisca. Sarebbero piuttosto da approfondire i meccanismi decisionali nella formulazione del calendario, e parlare di questo piuttosto. Del resto, penso che il “sono d’accordo” di Vegni si riferisse proprio a questo, perché aveva capito, sbagliando, che si volesse porre appunto il problema del calendario, subito, sospetto, da RCS e subito, platealmente e in generale, dal movimento ciclistico italiano, come quello del 2020 testimonia….


Nostalgia del Processo di Zavoli
26 maggio 2021 23:09 marco1970
Data la mia età,ho avuto la fortuna di seguire "il processo alla tappa " istituito dal grande Sergio Zavoli.Si spaziava su tanti argomenti riguardanti il ciclismo,non si commentava soltanto la tappa del giorno.Il parterre era prestigioso annoverando le grandi firme del giornalismo e della narrativa a partire da Bruno Raschi,Gianni Brera,Sergio Neri,Candido Cannavò.Veniva anche interpellati i direttori sportivi.Adesso,sul palco è un deserto e non dipende soltanto dalla pandemia......

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