La Coppa del Mondo aveva grande fascino, è stata cancellata per far posto prima al ProTour e poi al World Tour ma da molti è rimpianta.
Spulciando fra gli aneddoti e le curiosità viene richiamata all'attenzione l'edizione 1997, perché tutti e tre i gradini del podio furono occupati da corridori che da giovani avevano militato nelle formazioni di Ivano Fanini.
Primo classificato fu Michele Bartoli, sbocciato e cresciuto ciclisticamente alla Fanini-Alan prima di passare a correre fino alla categoria juniores con la Montecarlo-Fanini. L'atleta pisano vinse quella Coppa con 280 punti in maglia MG grazie ai diversi piazzamenti ed al successo nella Liegi-Bastogne-Liegi.
Al secondo posto si classificò il danese Rolf Sorensen (Rabobank) con 275 punti, grazie soprattutto al successo nel Giro delle Fiandre. L'elegante ciclista danese fu valorizzato da Ivano Fanini quando ancora allievo gli fece indossare la maglia Fanini-Berti e Renzo Reni lo portava a correre nelle gare toscane sotto la direzione del compianto Michele Fanini. Atleta di classe cristallina, in maglia Monsummanese- Fanini vinse il mondiale da juniores cronosquadre nel 1983 a Wanganui in Nuova Zelanda ed esordì professionista nell'86 con la Murella-Fanini. L'anno successivo con la Remac-Fanini la sua esplosione quando vinse a soli 22 anni la sesta tappa a cronometro individuale a San Benedetto del Tronto e classifica finale della Tirreno Adriatico davanti a Giuseppe Calcaterra e Tony Rominger, oltre al Grand Prix Pino Cerami prima di passare alla Ariostea.
Al terzo posto completò il podio Andrea Tafi (Mapei GB) con 240 punti vincendo la prova della Rochester International Classic. Anche l'atleta fucecchiese, l'unico italiano ad aver vinto Parigi Roubaix e Giro delle Fiandre, ha indossato la maglia con il marchio Fanini. È successo da dilettante quando vinceva le corse con la Baldacci-Fanini-Berti. Nel 1988 iniziò la sua carriera professionistica con i colori dell'Eurocar Mosoca.
Quella Coppa del Mondo 1997, rimarrà immortalata fra i ricordi più belli della storia Fanini. "Sì - dice il patron - loro mi ricordano tanti trionfi con le mie squadre ottenuti nel mondo dilettantistico per poi vederli sfondare nel professionismo Una Coppa del Mondo che dette conferma al mio fiuto ciclistico nel lanciare Bartoli e Sorensen e consentire anche ad un grande campione come Andrea Tafi di difendere il nostro marchio”.
Ci può definire le qualità dei tre campioni?
"Andrea Tafi era un ciclista inarrestabile, un motore diesel. Autore di azioni poderose con l'incedere costante del ritmo. Aveva particolari attitudini sulle gare lunghe ed era capace di distribuire le sue forze con andature regolari, non a caso ha vinto diverse classiche monumento".
E ancora: "Michele Bartoli era un bambino quando nelle nostre squadre giovanili avevamo intuito che avrebbe fatto carriera. Un fuoriclasse di stile ed eleganza ed un grande scattista specializzato nelle fughe. Uno dei più grandi campioni di sempre nelle classiche del Nord Europa",
Infine: "Rolf Sorensen, un ciclista stilisticamente molto bello ed ottimo finisseur. Al suo nome sono legati tanti successi importanti nelle mie squadre professionistiche. Rimarrà per sempre uno fra i nostri più grandi campioni".
da La Gazzetta di Lucca
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.