Questione di punti di vista e di osservazione. Chi ha trovato l’immagine di quel signore in nero, con tanto di mascherina chirurgica sul volto, triste e melanconica e chi – come il sottoscritto – l’immagine di Tom Dumoulin a bordo strada che segue l’Amstel Gold Race come un appassionato qualsiasi, l’ha trovata di una dolcezza infinita. Questione di punti di vista, appunto.
Il grande campione che da bimbo sognava di poter correre tra i grandi, ora torna fanciullo e riprende a guardare una storia che è stata in parte anche sua. E il fatto che lo faccia, significa che questo ambiente non gli dà fastidio. Che è sereno e appagato, e non fugge da un ambiente che l’ha reso popolare e ricco. Ora, con assoluta serenità è sceso di bicicletta, ma ha accettato con entusiasmo l’invito del direttore della corsa olandese - Leo Van Vliet -, a seguire a bordo della propria ammiraglia la corsa della birra. Chi l’ha incontrato ci assicura che ha trovato un uomo sorridente e tranquillo, che per il momento non pensa al rientro alle competizioni, ma ha scelto di stare vicino alla famiglia e si è iscritto all’università – facoltà di medicina - e in estate dovrebbe sostenere i primi esami.
Tom Dumoulin sul marciapiede che vede scorrere parte della propria vita davanti ai propri occhi è l’immagine più bella della passione che non si attenua, ma cambia solo intensità e orizzonti. È il proseguimento di una storia bellissima fatta di sogni e vittorie realizzate, ma anche di un inaspettato stop che ce lo rende ancora più uomo di quanto non lo fosse prima. E comunque la si pensi, questa è sempre la stessa storia: quella di Tom Dumoulin, passista fenomenale e uomo del tempo che ad un certo punto ha deciso di rallentare. È sceso dalla bici e si è tolto l’orologio. Ora il tempo è tutto suo.