È un ragazzo di soli 21 anni ma ci regala una lezione bellissima, una di quelle che nessuno di noi - nessuno - dovrebbe smettere di leggere o archiviare come semplice boutade. Lui è Jake Stewart, classe 1999, britannico di Coventry, ciclista della Groupama FDJ: domenica 28 marzo è finito sulle transenne in volata a Cholet per colpa di una scorrettezza di Bouhanni e si è rotto una mano. Contestualizzate: l'infortunio ha significato dover rinunciare al Fiandre e alle altre corse del Belgio, avrebbe significato anche l'addio al sogno di correre la Roubaix, se non ci fosse stato il rinvio. In altre parole, Stewart avrebbe di che essere più che arrabbiato nei contronti di Bouhanni.
Ma stamane, dopo aver letto la denuncia dello sprinter francese e la sua intenzione di sporgere querela contro i leoni da tastiera che lo hanno ricoperto di insulti razzisti, Stewart ci ha regalato un doppio tweet carico di significato: «Nonostante la nostra recente divergenza di opinioni, voglio essere assolutamente chiaro: sono dalla parte di Nacer Bouhanni. Possiamo essere tutti noi in d'accordo e in disaccordo su molti argomenti, ma una cosa che non dovrebbe essere mai messa in discussione: è il no al razzismo. I commenti razzisti rivolti a Nacer la scorsa settimana sono assolutamente deplorevoli. Non c'è posto per il razzismo in questo mondo. Ai cosiddetti "fan" del ciclismo che hanno fatto questi commenti dico una sola cosa: qui non siete i benvenuti».
Thanks for the lesson, Jake!