Da “Premio combattività” a perfetto uomo squadra. Jacopo Mosca, piemontese di Osasco, ha debuttato tra i professionisti nel 2017 in maglia Wilier-Selle Italia vincendo una tappa e la classifica finale del Tour of Hainan (Cina). L’ anno successivo ha trionfato in una tappa al Giro della Cina, specializzandosi inoltre a dare spettacolo con fughe a lunga gittata. Dopo una parentesi al team D’Amico, da metà 2019 Jacopo è alfiere della Trek-Segafredo.
«Da quando sono alla Trek Segafredo - afferma Mosca - non sono più l’uomo che deve percorrere più chilometri in fuga che in gruppo. L’appartenenza ad una delle squadre World Tour più importanti al mondo mi ha praticamente cambiato pelle come corridore. Ora dò la precedenza a strategie di squadra».
Jacopo è nato il 29 agosto 1993 a Savigliano, in provincia di Cuneo, ma abita in quella di Torino: «Non mi sento né cuneese né torinese; anche per non far torto a nessuno definitemi pinerolese. Il territorio di Pinerolo mette d’accordo i tifosi di Torino e Cuneo, specialmente nel ciclismo».
Jacopo vive con mamma Claudia, papà Walter e i fratelli Nicolò e Alberto ed il ciclismo non è l’unico sport che ha praticato: «Ho gareggiato con i pattini in linea - spiega - e per un po’ ho anche fatto il calciatore. Ma col pallone non sfondavo e così ho scelto la bici».
Lo studente Jacopo Mosca era bravo e si è diplomato al liceo scientifico: «Non ho proseguito puntando alla laurea universitaria - dice ridendo - perché avrebbe richiesto troppa fatica. Pensate che avevo scelto lo scientifico solo perché era quello che richiedeva meno ore di studio». Non tutto è perduto: c’è chi si laurea anche a 70 anni. «Non ho rimpianti e nemmeno l’intenzione di tornare a studiare, detto con rispetto per chi si laurea».
Giù dalla bicicletta. la passione principale di Jacopo è il calcio: «Tifo per il Torino, sono un granata verace». Quindi in questo periodo deve soffrire un po’... «Sono fiducioso, soprattutto per la qualità degli acquisti di gennaio: Mandragora e Bonazzoli aumentano il nostro potenziale. E il risultato ottenuto a Bergamo contro l’Atalanta dimostra che la mia squadra ha il mordente giusto per risalire la china. L’Atalanta vinceva 3-0, è finita 3-3».
Solo calcio nel cuore di Jacopo?
«Sentimentalmente sono per il momento un cuore solitario».
Nei primi quattro anni da professionista, i momenti belli per Mosca sono stati tanti: «Benchè sia già riuscito a vincere - precisa Jacopo, da dilettante alfiere di Podenzano e Viris Vigevano - spero che il mio giorno più bello debba ancora venire. Finora il giorno più emozionante è stato il debutto al Giro d’Italia 2018 a Gerusalemme».
Non è più l’uomo delle fughe anche pazze tuttavia attaccherà ancora: «Andare in fuga è comunque l’unico sistema che ho per provare a vincere o ad arrivare tra i primi».
In questi anni da professionista ha avuto diversi capitani: «Il migliore è Vincenzo Nibali, non ho dubbi. E’ esigente e uno come lui merita di avere scudieri vicini. Però è anche colui che al momento opportuno ti fa i complimenti e ti ringrazia. Alla tappa di Piancavallo del Giro d’Italia mi ha fatto un complimento lusingandomi molto, sostenendo che sono uno dei migliori compagni di squadra che ha avuto. Mi sono sentito 50 watt in più nelle gambe».
E i complimenti di Luca Guercilena, general manager Trek-Segafredo, quanti watt garantiscono?
«Sicuramente molti: mi ha preso dalla D’Amico, una bella squadra catalogata Continental, catapultandomi nel ciclismo importante e dimostrando di avere tanta fiducia in me».
Un grazie importante tra i tuoi tecnici va a... «Quello che mi ha insegnato di più, migliorando il mio bagaglio tecnico è Matteo Provini. Mi ha diretto nelle tre annate alla Viris. Gli devo molto».
Jacopo sostiene i test e programma gli allenamenti assistito da Andrea Morelli, Matteo Azzolini e dagli altri specialisti del Mapei Sport: «Li ringrazio tutti» dice il piemontese che, come tutti i portacolori Trek-Segafredo, ha anche Josu Larrazabal come riferimento per gli allenamenti.
Il debutto agonistico 2021 di Jacopo è previsto al Gran Premio di Almeria, in programma domenica prossim. Nel suo programma ci sono Parigi-Nizza, Milano-Sanremo, Giro d’Italia. «Mi auguro che il Giro abbia tappe difficili ma non da fatica estrema: ne guadagna lo spettacolo».
Il sogno di Mosca è sempre stato vincere la Milano-Sanremo. De Vlaeminck vinse la sua prima Sanremo nel 1973 ricevendo come premio una Ferrari da patron Giorgio Perfetti della Brooklin...
«Fermo restando che vincere la Sanremo è difficilissimo - dice il corridore piemontese – io accetterò una Ferrari solo se regalarmela sarà un’iniziativa della squadra. Non sarò io a chiederla agli sponsor del team Trek-Segafredo: averla non mi cambierebbe la vita».
C’ è anche un altro sogno: «Trionfare in una tappa del Giro». Negli ultimi anni Mosca spesso è stato inserito nelle Nazionali sperimentali di Cassani. «Mi auguro di indossare ancora la maglia azzurra anche se non pretendo l’inserimento tra i titolari per l’Olimpiade 2021: ci sono altri corridori che meritano più di me».
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