PRESIDENZA FEDERALE. SILVIO MARTINELLO PRESENTA IL SUO PROGRAMMA

POLITICA | 14/01/2021 | 08:00

Silvio Martinello è stato il primo ad ufficializzare la sua candidatura alla carica di presidente della Federazione Ciclistica Italiana per il quadriennio olimpico 2021/2024 e a presentare il suo ricco programma. Come già abbiamo fatto per gli altri candidati che lo hanno già reso pubblico, vi proponiamo il suo programma con una avvertenza: per questioni di spazio siamo stati costretti a condensare diversi punti del lunghissimo progetto di Martinello, quindi invitiamo chi vuole a prenderne completa visione sul sito www.silviomartinello.it


Chi sono
Sono nato a Padova il 19 gennaio del 1963. Ho iniziato l’attività ciclistica nella categoria esordienti nel 1976 e sono sceso di sella nel febbraio del 2003 a 40 compiuti, dopo 27 stagioni agonistiche, 18 delle quali trascorse nella categoria professionistica. Ho partecipato a 3 edizioni dei Giochi Olimpici, Los Angeles 1984 (4° con il quartetto dell’inseguimento a squadre e 16° nella corsa a punti), Atlanta 1996 (Oro nella corsa a Punti) e Sydney 2000 (Bronzo nella Madison e 8° nella corsa a punti). Ho conquistato 5 titoli mondiali, Bassano del Grappa 1985 (Inseguimento a squadre), Bogotà 1995 (Madison e Corsa a Punti), Manchester 1996 (Madison), Perth 1997 (Corsa a Punti). Nel palmares anche 2 argenti e 2 bronzi mondiali, 14 titoli tricolori, 28 successi nelle 6 Giorni. Ho conquistato decine di successi anche su strada, di cui 21 tra i professionisti. Dopo la carriera agonistica, conclusa nel febbraio del 2003, sono entrato nella squadra di commentatori tecnici di Raipsort, (nel 1997 avevo già seguito il Giro d’Italia in questa veste collaborando con Mediaset che ne deteneva allora i diritti). Il rapporto con Raisport si è concluso nel gennaio 2019 e sempre nella stessa stagione ho iniziato delle collaborazioni occasionali con Radio1Rai e con Sky Sport. Ho ricoperto l’incarico di Direttore Tecnico Generale dei settori Strada e Pista FCI dal novembre 2005 fino ad agosto 2007, lasciando l’incarico dimettendomi.

Perché mi candido - Come e perché nasce il progetto Candidatura alla Presidenza della FCI
Da anni ricevo numerose sollecitazioni affinché presti la mia disponibilità a ricoprire un ruolo di primo piano nell’organico dirigenziale della Federazione Ciclistica Italiana. Finora ho sempre declinato l’invito: non mi consideravo maturo e pronto per un incarico così importante. Avevo comunque indicato a chi mi aveva contattato la scadenza del 2020 per una riflessione definitiva sul tema. Dopo il mancato accordo con Raisport, sono aumentate le pressioni e le richieste per una mia candidatura: non sarebbe stato corretto rimanere indifferenti. Tanto entusiasmo mi ha infatti convinto a ricambiare la fiducia con un passo deciso e determinato. Ritengo, alla soglia dei 58 anni, di avere maturato le adeguate competenze e maturità per gestire le responsabilità a cui sarei chiamato in caso di elezione, certo di poter imporre un cambio di passo che aiuti la Federazione Ciclistica Italiana a vincere le difficili sfide che l’attendono. Sono pronto a dare i necessari riscontri ai tantissimi che chiedono un rinnovamento e un ricambio nel segno della discontinuità.
Considero questa mia candidatura una nuova sfida. Una sfida alla quale mi sono preparato, con scrupolo ed umiltà.

Per una nuova federazione : Partecipazione, trasparenza e democrazia.
Immagino una Federazione che ritorni a lavorare prioritariamente con e per la base, sostenendo i propri Comitati Regionali e Provinciali con un nuovo criterio, basato sul merito, di suddivisione dei contributi. I CR e i CP dovranno tornare alla loro funzione principale: rappresentare sul territorio il braccio operativo della struttura centrale. La FCI dovrà aiutarli a recuperare il terreno perduto dopo anni di gestione centralizzata che ha di fatto spogliato i comitati periferici (a parte qualche caso utile alla gestione del consenso) delle loro prerogative. Una federazione che ben lavora non ottiene solo grandi risultati agonistici, ma opera per aumentare la propria visibilità, il proprio impatto sociale sul territorio, rende ottimale la penetrazione fra l’utenza interessata alla bicicletta. Le carte Federali, lo Statuto, hanno subito negli ultimi anni modifiche radicali, imposte con la giustificazione dell’urgenza; al loro interno sono state inserite nuove norme molto lontane dalla vita reale dei tesserati, senza discuterle e dibatterle in sede assembleare andando ben aldilà del mero aggiustamento burocratico. La FCI si trova ad avere uno Statuto (e un Regolamento organico) da riformare in molte parti, la sua riformulazione sarà un’operazione a cui dedicare grandi energie e attenzioni fin dall’inizio del nuovo mandato, prevedendo la convocazione di un’Assemblea Straordinaria entro la fine del 2021.


Lavorerò affinché si possa tornare a una sana e costruttiva discussione in Consiglio Federale, organo che ritornerà ad avere la sua naturale centralità, superando l’anacronistica deriva “dell’uomo solo al comando”, frase entrata nella storia del ciclismo per enfatizzare le gesta dei campioni, non per sottolineare lo status di soggetti che agiscono senza controllo. Sono troppi gli episodi che confermano questo punto di vista. Il Consiglio Federale è stato da troppo tempo relegato a mero organo notarile che certifica le decisioni assunte con delibere d’urgenza del Presidente. Le deleghe ai consiglieri sono state eliminate e il Consiglio di presidenza ha perso il suo originale ruolo di raccordo. L’Organo centrale deve tornare, invece, a essere al servizio del movimento, sede in cui si discute, si approfondisce, ci si contrappone anche, sempre con fini costruttivi. Un Consiglio Federale dove sarebbe auspicabile entrassero le eccellenze che il movimento è in grado di esprimere, dove il merito sia il giusto parametro su cui basare le scelte dell’assemblea. Desidero lavorare con il massimo impegno affinché la FCI sia davvero unita, una federazione in cui si possa dialogare per far emergere le idee migliori, le soluzioni più congeniali e dove chi la pensa diversamente non venga emarginato. La tecnologia, poi, consente di rendere fruibili le riunioni e di rendere pubbliche le dinamiche delle stesse, al totale servizio dei tesserati che hanno il diritto di conoscere le modalità di gestione della loro Federazione. Sarà, pertanto, uno strumento ampiamente utilizzato, democratico, al servizio di tutti, in cui tutti troveranno spazio per interagire. Perché è necessario riaprire un dialogo costruttivo, anche con chi lavora sul territorio, uscire dalla pericolosa logica del “con me o contro di me”, che negli anni ha impoverito il movimento di quelle necessarie e fondamentali competenze che ne garantiscono la crescita e lo sviluppo. Le parole d’ordine saranno Partecipazione, Trasparenza e Democrazia.

Supporto reale e concreto alle nostre società. Il supporto economico e formativo alle società di base, consentirà di interrompere e invertire il trend di decrescita che da anni registriamo in tutte le zone del Paese, per consentirci di essere nuovamente attraenti e competitivi rispetto ad altre discipline sportive, spesso preferite dai giovani e dalle loro famiglie.

Le Società sono da tempo in seria difficoltà, a qualsiasi livello operino. Sarà necessaria un’attenta analisi della situazione, settore per settore, per creare nuove condizioni che facilitino il loro fondamentale lavoro. Ogni ambito affronta problemi diversi, e all’interno di ogni settore le varie categorie si dibattono in problematiche differenti. La nostra è una Federazione complicata, con molte specialità, ma anche per questa ragione con enormi potenzialità. Pertanto non esiste una ricetta comune. Gli interventi da attuare saranno modulati anche rispetto al territorio, il nostro Paese non corre alla stessa velocità: a Regioni che tengono il passo, seppure con numeri in notevole calo, si contrappongono Regioni che necessitano di azioni che inneschino un volano virtuoso e che consentano di svolgere attività in situazioni più difficili.

È necessaria una precisazione: nessuna politica di mero assistenzialismo, solo azioni mirate di supporto, responsabilizzando i Comitati e guidandoli a utilizzare le risorse che verranno messe loro a disposizione. Gli interventi di supporto alle Società giovanili saranno di natura economica e di natura formativa, erogati in sinergia con i Comitati Regionali e Provinciali, con l’obiettivo di porre le Società nelle condizioni di poter svolgere la loro fondamentale opera di azione sul territorio. L’attività giovanile va supportata, non possiamo più tergiversare. L’aiuto deve essere concreto, con sgravi di natura economica considerando la possibilità di rendere meno onerose le prime affiliazioni e i tesseramenti (penso anche, più in generale, al costo tessera dei consiglieri di società), cercando le risorse in altri ambiti e attuando economicità di scala da individuare nel bilancio federale, abbinando un supporto formativo che consenta di modernizzare le strutture societarie e renderle più efficaci, anche nella vitale fase del reclutamento. Il reclutamento, infatti, potrà avere successo se nel frattempo si propongono spazi sicuri utili all’attività; pertanto velodromi, ciclodromi, impianti di BMX, scuole fuoristrada o strutture/percorsi protetti in genere, dovranno essere messi nelle condizioni di poter accogliere l’utenza giovanile. I Comitati Regionali e Provinciali dovranno operare in questa direzione, trovando sempre a livello centrale la necessaria assistenza anche in termini di collaborazione e aiuto.
Sostenere le Società, che rappresentano il principale patrimonio del movimento, ci impone di creare le condizioni affinché le stesse siano in grado di svolgere attività in tutte le categorie, aiutandole a strutturarsi come il ciclismo moderno richiede e mettendole normativamente al riparo dal “saccheggio” che spesso viene perpetrato da realtà concorrenti economicamente più forti.

Questa è da tempo una seria criticità alla quale non si è finora riusciti, o si è scelto, di non dare le dovute risposte, andando ad accentuare le difficoltà delle piccole e medie realtà già gravate da responsabilità e da problematiche di vario genere, che preferiscono rinunciare ai loro progetti di crescita gravati da enormi impedimenti. Come abbiamo potuto verificare in questi anni, con questo comportamento si alimenta in modo esponenziale l’interruzione dell’attività di centinaia di giovani, depauperando il movimento e contribuendo ad accelerare i ritmi che portano a non rispettare i tempi di crescita fisica e mentale, e a creare, a volte, danni irreparabili. Il passaggio tra le varie categorie deve essere un fisiologico momento di selezione, senza diventare un imbuto con collo strettissimo dove in troppi rimangono imbrigliati, un bivio doloroso che li costringe a rinunciare alla loro passione e ai loro sogni. Ogni giovane che smette per mancanza di opportunità, rappresenta una sconfitta per l’intero movimento e per i suoi dirigenti. Sarà necessario ripensare il sistema del “premio di valorizzazione”, in armonia con le normative di legge, deve tornare a rappresentare il giusto e legittimo riconoscimento del lavoro svolto dalle Società nella crescita dei giovani e del vivaio.

Le discipline ciclistiche
Strada: necessaria una costruttiva condivisione dei problemi e delle sempre maggiori difficoltà per un settore che rappresenta un’eccellenza del nostro movimento. Deve essere salvaguardato dall’impoverimento causato da un eccesso di burocrazia e di responsabilità che si riflettono in un esponenziale aumento dei costi. Dal 2004 al 2020 in Italia si sono svolte ben 4 edizioni dei Campionati del Mondo su strada, 2 in Spagna e 2 in Austria, 1 in Germania, Svizzera, Australia, Danimarca, Paesi Bassi, Stati Uniti, Qatar, Norvegia e Gran Bretagna. Un grande evento solitamente ha benefiche ricadute sul movimento sportivo del Paese ospitante, pertanto l’Italia dovrebbe rappresentare, ciclisticamente, il riferimento internazionale. Sappiamo bene che non è così. Quello che questi eventi hanno lasciato, prematuro naturalmente valutare Imola 2020, è stata una grande scia di polemiche e soprattutto debiti da ripianare con l’aiuto delle istituzioni con scarsi segnali di ricaduta positiva sul movimento, a cui servirebbe invece la nascita e l’affermazione di formazioni World Tour italiane (solo per fare un esempio). L’attività giovanile soffre sempre più a causa dell’incertezza economica, delle responsabilità e dei sempre più seri problemi legati alla sicurezza. Sacrifichiamo i nostri giovani sull’altare del risultato a tutti i costi senza preoccuparci del loro futuro, forse non è un caso che a livello professionistico i nostri fatichino a trovare una dimensione di alto livello. Nei grandi eventi a tappe non si vedono atleti in grado di ereditare il pesante testimone di Vincenzo Nibali, nelle grandi classiche riusciamo ad alzare la testa a corrente alternata ma siamo lontani dalla costanza di rendimento di un passato recente. Il nostro movimento langue e soffre a tutti i livelli, necessitiamo di una radicale revisione di calendario, dobbiamo trovare il coraggio di uscire da schemi ormai consolidati ma ampiamente superati...

Pista: un vero rilancio, che parta dalla base, garantendo un continuo ricambio al vertice, obiettivo che un movimento come quello italiano ha il dovere di perseguire. Impostare le basi per un moderno settore della velocità, che oltre a rappresentare il 50% delle specialità olimpiche, consente strette sinergie con il settore olimpico. La nuova Federazione sarà impegnata in prima linea nel censire lo stato dell’arte dell’impiantistica sul territorio Nazionale e procedere con le seguenti azioni, concertate con i vari Comitati Regionali:
- Potenziare e rafforzare l’attività nei Centri che negli anni non hanno mai smesso di funzionare e di erogare servizi.
- Riattivare immediatamente l’attività dove ne esistano le condizioni, intervenendo in sinergia con il CR nella scelta del tecnico, del preparatore del meccanico e con l’assegnazione del necessario materiale.
- Sollecitare in modo sensibile le realtà che per mancanza di iniziativa hanno rinunciato a far lavorare i Centri, pertanto impegnarsi direttamente con le Amministrazioni affinché gli impianti possano tornare a erogare servizi...
- L’attività su pista dovrà diventare importante per la crescita dei nostri giovani, perciò verranno messe in atto tutte quelle forme di sostegno necessarie a perseguire lo scopo.

Fuoristrada: XC, Marathon, DH, Trial, Enduro e Ciclocross.
Settore sempre più determinante numericamente in seno alla FCI, rappresentativo del 50% della nostra forza, verso il quale non c’è stata negli ultimianni grande considerazione. Settore in grandissima crescita, anche di tesserati, sempre più accattivante per i giovani. Lo sbarco nel programma Olimpico nel lontano 1996 del Cross Country ha aumentato in modo esponenziale l’interesse, ulteriormente cresciuto con i tanti campioni, uomini e donne, che iniziando a muovere le prime pedalate sulle ruote grasse, sono riusciti ad arrivare ai vertici anche del ciclismo su strada, conquistando i traguardi più importanti del calendario internazionale. Saranno potenziati e migliorati i circuiti nazionali, oggi affidati a organizzazioni esterne, che dovranno ritornare a rappresentare momento di crescita atletica per i nostri atleti di punta e per i giovani che si affacciano alla specialità. ...
Il settore Marathon, importante per il movimento, andrà potenziato e dotato della necessaria visibilità, abbinando agli eventi anche prove Cross Country e giovanili nello stesso week-end, almeno dove ciò è possibile. Necessario stringere collaborazioni con le società di servizi cronometraggio, affinché l’iscrizione appaia anche nel sistema informatico federale, sollevando gli organizzatori e i partecipanti dall’incombenza e dai relativi obblighi.
Attenzione anche per il Ciclocross, che non è una disciplina Olimpica ma potrebbe entrare nel programma dei Giochi. Negli anni, grazie anche al lavoro di promozione svolto in alcune Regioni, ha coinvolto numeri sempre più alti di praticanti....

BMX, disciplina entrata dal 2008 nel programma dei Giochi. Scontiamo un gap strutturale e organizzativo pesante, accumulato per mancanza della necessaria attenzione e supporto. Necessaria la formazione di tecnici all’altezza del compito. Il settore BMX è altamente specifico al pari del settore della velocità su pista, non è infatti un caso che ci si trovi in colpevole ritardo. Infatti dove è necessario investire con progettualità e oculatezza, immancabilmente segniamo il passo, constatazione che purtroppo rappresenta un’amara realtà.

Paraciclismo: Settore da valorizzare dando risposte serie alle reali esigenze. La visibilità crescente di cui il settore gode ha contribuito ad aumentarne l’attenzione e di riflesso, la stima e l’ammirazione per questi straordinari atleti, per la forza, non solo fisica, che esprimono. Sarà necessario regolamentare e incentivare le manifestazioni, essere disostegno alle realtà produttive che investono somme rilevanti in ricerca tecnologica di cui il settore beneficia...

Squadre nazionali: Eccellenza agonistica, organizzativa, tecnica ed etica. Catalizzatore di risorse e modello organizzativo innovativo. Esperienza formativa per atleti e tecnici. Le Squadre Nazionali rappresentano il gioiello della struttura federale, eccellenza agonistica, tecnica ed etica. L’esperienza in Nazionale riveste un momento di crescita per i nostri atleti, e un momento formativo indimenticabile soprattutto per i giovani. Il progetto prevede di impostare un modello simile, per struttura e organizzazione, a un team di alto livello con a capo un Team Manager con responsabilità dirette di coordinamento e di organizzazione. Nella Squadra Nazionale confluiranno tutti i settori, olimpici e non, che avranno ognuno la loro specifica struttura tecnica di riferimento. La struttura della Squadra Nazionale sarà organizzata con magazzino, ufficio logistico e tutti gli aspetti necessari a un buon funzionamento. La Squadra Nazionale avrà il supporto del Centro Studi, struttura di sostegno che ritornerà anche a una sua antica funzione, ovvero fare ricerca tecnologica.

Il progetto prevede la presenza di personale dedicato: magazzinieri, meccanici, massaggiatori, fisioterapisti, preparatori, struttura medica e paramedica, gestiti dal Team Manager in relazione alle esigenze dei vari gruppi. La Squadra Nazionale avrà un budget specifico, non necessariamente suddiviso per gruppi, gestito dal Team Manager sulla base delle indicazioni del CF...

Ritengo che le Squadre Nazionali abbiano già oggi una collaudata organizzazione, che tra l’altro per gran parte rispecchia l’impostazione proposta dal sottoscritto al CF nel 2005 quando ricoprivo il ruolo di Coordinatore delle Squadre Nazionali Strada e Pista, pertanto l’ulteriore sviluppo e ammodernamento della struttura va pianificata sulla sua organizzazione ed efficienza, e non necessariamente sui nomi dei singoli responsabili tecnici sui quali tradizionalmente si scatena una grande ed inutile discussione. La Squadra Nazionale rappresenterà il catalizzatore di risorse sia per le eccellenze che rappresenterà, sia per il necessario e vitale supporto comunicativo di cui disporrà. È infatti sorprendente come, in questi anni, la comunicazione a sostegno dei risultati raggiunti dai nostri atleti sia stato di fatto quasi ignorata. Solo estemporanee iniziative individuali dei vari componenti, privo della necessaria progettualità e pertanto inconsistente sotto il profilo del ritorno d’immagine e di conseguenza economico. Non mi sorprende pertanto che la Maglia Azzurra sia diventata negli anni solo un elenco di marchi, spesso inseriti alla vigilia dell’appuntamento mondiale per coprire i costi della/e trasferta/e.

Sicurezza
Un tema fondamentale che sta minando alla base il nostro movimento. L’impegno sarà rivolto ad aiutare il legislatore a ben comprendere le difficoltà e i pericoli che si incrociano sulle nostre strade, contribuendo alla stesura di regole certe ed efficaci, e parallelamente lavorare affinché anche le nostre manifestazioni siano sempre più sicure.

La FCI dovrà diventare l’interlocutore principale del legislatore, negli ultimi 15 anni non ha trovato la capacità politica di incidere in nessuna delle tante occasioni in cui il Parlamento ha messo mano al Codice della strada.

Contribuire a migliorare la sicurezza dei propri cittadini che utilizzano la bicicletta, per passione o per la loro mobilità, è prioritario anche in funzione agonistica. Un bambino che per andare a scuola utilizza la bicicletta, può sentire a un certo punto la motivazione di provare a misurarsi con gli amici e da qui manifestare la volontà di competere. Ma se a scuola in bicicletta non ci può andare perché i genitori non si fidano a causa dei pericoli, quel bambino probabilmente non sarà mai un atleta.

La sicurezza deve tenere in considerazione non solo la tutela di chi pedala per spostarsi o allenarsi, ma anche di chi è impegnato nelle manifestazioni. Il ciclismo non è certamente una disciplina priva di pericoli, ne siamo purtroppo tutti consapevoli, ma non deve fermarsi la ricerca, per le nostre manifestazioni, della massima sicurezza. Allo scopo sarà istituito un protocollo specifico per aiutare le società organizzatrici ad avere i necessari parametri da rispettare nell’organizzazione delle loro manifestazioni, che dovranno essere adeguate a un modello sempre più scrupoloso. Troppi i drammi che hanno caratterizzato le ultime stagioni che non possiamo derubricare a semplici e fatali incidenti. Se non decidiamo di impegnare ogni competenza e ogni sforzo possibile in questa direzione, il ciclismo agonistico corre dei seri rischi...

Le nostre manifestazioni dovranno diventare un modello di riferimento, potranno con ciò garantire standard di sicurezza eccellenti e catalizzare interesse e di conseguenza anche risorse. Il modello non può più essere quello dell’organizzazione al risparmio a discapito della sicurezza, saranno altre le voci su cui si potrà e dovrà eventualmente lavorare, ma non potrà venire meno l’attenzione sulla sicurezza. Ancora oggi in gran parte d’Italia si organizza senza rispettare il disciplinare tecnico; numero di moto insufficienti, senza radio e con conducenti privi di tessera federale, transenne come optional, niente ASA, talvolta senza autorizzazioni e ordinanze, spesso senza conoscere il significato delle prescrizioni in esse contenute. A tutto ciò dovrebbero sovraintendere le commissioni regionali, osservando, esaminando, per capire dove e come intervenire, come aiutare i Direttori di Corsa e gli organizzatori, assolvendo con ciò alla propria missione.

Direttori di corsa: Una categoria da far crescere e da tutelare I Direttori di Corsa rappresentano una delle figure fondamentali, centrali per coniugare specificità della gara, la tutela degli atleti, la correttezza organizzativa, il rispetto delle autorizzazioni e delle ordinanze, senza creare danni o ingiustificati disagi alla circolazione stradale. Sarà necessario apportare delle correzioni per adeguare le commissioni dei Direttori di corsa, nazionale e regionali alle nuove esigenze organizzative. La presidenza delle stesse dovrà tassativamente appartenere ai Direttori di corsa stessi, lo esige il buon senso, ogni altra soluzione induce a ritenere che la categoria non abbia le capacità di esprimersi all’altezza della missione affidata...

Giudici di gara: Ritorno alla necessaria autonomia, credibilità e imparzialità.
Se chiedessimo a chiunque dotato di sufficiente capacità di intendere e di volere, quali qualità richiede ad un giudice, risponderebbe: “autonomia, credibilità, imparzialità”. Il responsabile di categoria ora è nominato dal CF a livello nazionale e dai CR a livello regionale, pertanto infrangendo il primo di questi requisiti, ovvero l’autonomia. Senza la necessaria autonomia si corrono grossissimi rischi di perdere anche credibilità e imparzialità... Nella mia esperienza di commentatore tecnico, trovandomi spesso ad illustrare scorrettezze o manovre ai limiti del regolamento, mi sono accorto che se il collegio di giuria potesse ascoltare anche il parere di un soggetto esperto, probabilmente commetterebbe meno errori. Il nuovo soggetto, opportunamente formato, sarebbe di supporto, ovviamente senza alcun potere decisionale, con lo scopo di aiutare a comprendere meglio l’azione che si sta valutando.

Organi di giustizia: Garantire autonomia e reale indipendenza
Lo standard operativo deve essenzialmente basarsi su autonomia e indipendenza. Anche gli organi di giustizia, con il loro operato, sono indispensabili per contribuire al rinnovamento e alla maggiore efficienza dell’apparato federale. Le regole contenute nei regolamenti sportivi, così come riportato nei Principi di Giustizia emanati dal CONI, devono rappresentare il metro per il giudizio, il ricorso alle leggi ordinarie deve esserci solo per quanto non previsto dai regolamenti sportivi. Importante a mio avviso, rivedere e rimodulare le tasse di accesso alla giustizia, con una più equa distribuzione, abolendo le sanzioni pecuniarie per chi opera senza remunerazione nelle nostre società (escludendo le sanzioni previste dal regolamento tecnico)...

Marketing e comunicazione
Va ripensato il sito federale, superato nella grafica e nella fruibilità, utilizzato più per scopi propagandistici invece di rappresentare un vero e reale servizio agli affiliati e ai tesserati. Lo stesso KSPORT risulta avere delle grandi e ingiustificate criticità.

Qualunque società privata rischierebbe serie sanzioni per mancanza di tutela dei dati, anche sensibili, facilmente “bucabili” da qualsiasi informatico. Una seria criticità è rappresentata dalla mancanza di una procedura di reset o di disattivazione di account per chiunque termini il proprio mandato, risulta pertanto chiaro che esiste un discreto “sommerso” di utenti che hanno comunque accesso senza averne più diritto.

Il sito federale dovrà essere migliorato graficamente e potenziato con contenuti di qualità, trasformandolo in reale strumento di servizio, in sinergia con i CR che all’interno dello stesso dovranno trovare lo spazio a loro dedicato per promuovere la propria attività regionale, con gli stessi standard di qualità. Andrà utilizzata a pieno regime la controllata “Ciclistica Servizi”, con il fine di pianificare la creazione di una piattaforma Web-Tv per la produzione e divulgazione di eventi agonistici e promozionali, con la pubblicazione dei risultati in tempo reale....

Bilancio federale.
Analisi attenta dei costi, dal personale alla struttura centrale. Maggiori risorse ai CR e ai CP. La FCI deve dipendere meno dal CONI e aprirsi al mondo dell’imprenditoria e del made in Italy. Negli ultimi anni ho avuto modo di apprezzare in tutte le sue sfumature un termine che non conoscevo, almeno nei modi in cui si è concretizzato il suo uso: “piano di rientro”. Dal 2005 la FCI ha vissuto calata costantemente in questa realtà, il “piano di rientro”.
Un’emergenza continua.

Sponsorizzazioni
Dal 2008 a oggi il prodotto federale ha perso interesse per gli investitori. Un lento, inesorabile declino. In termini assoluti, all’aumento delle quote relative al tesseramento e alle affiliazioni (più che raddoppiate dal 2003, oggi valgono 4 milioni di euro nel bilancio FCI, compreso il balzello “facoltativo” dei consiglieri di società) non ha fatto seguito un incremento delle sponsorizzazioni (ai minimi storici da 2003: da 810.000 nel 2003 a 219.000 nel 2019). Di fatto la FCI ragiona e lavora come un ente pubblico (cosa che giuridicamente non è). È necessaria una seria politica di posizionamento, perché un vero posizionamento sul mercato non c’è mai stato...

Doping e antidoping
Tema sempre attuale, su cui si sono fatti grandi passi in avanti ma su cui c’è ancora moltissimo da fare, anche concentrandosi maggiormente sulla parte formativa ed educativa, investendo risorse che ora sono soprattutto impiegate sul versante punitivo.
Il movimento ha superato, in parte, le gravi difficoltà incontrate in occasione dei tanti scandali vissuti negli ultimi decenni, non ci troviamo più nel picco emergenziale causato da quegli eventi, ma scontiamo ancora il grave danno d’immagine patito, su questo non ci sono dubbi. Ci vorrà ancora tempo e per una disciplina che vive esclusivamente di sponsorizzazioni non potrebbe essere altrimenti.

Rapporti istituzionali
CONI in Italia, UEC ed UCI a livello internazionale, sono gli enti sportivi con i quali è necessario dialogare in modo costruttivo e verso i quali rivendicare le attenzioni che il movimento ciclistico Italiano merita, per storia e tradizione. Intrattenere rapporti costruttivi con le istituzioni, non solo sportive, rappresenta una priorità. In Italia con il CONI, verso il quale chiederemo che il ciclismo e tutte le sue specialità, quelle olimpiche in primis, possano avere a disposizione gli strumenti e le risorse per potersi sviluppare in modo continuativo e duraturo, con particolare attenzione alla realizzazione su tutto il territorio nazionale delle necessarie infrastrutture idonee allo scopo...

Di altra natura il rapporto con UCI, all’interno della quale l’attuale dirigenza nazionale ricopre il ruolo di una vice presidenza, ma da ciò che notiamo ha scarsissimo peso nelle decisioni che vengono assunte.

I rapporti con gli Enti di promozione

Spesso non si è avuta la giusta attenzione verso il variegato mondo degli amatori, o in alcuni casi un’attenzione indirizzata solo all’“affare potenziale” che rappresentano. Necessario rimodulare strategie e visione, aiutando le tante manifestazioni rivolte al mondo amatoriale a crescere.

Le scelte della FCI verso l’attività amatoriale si sono rivelate spesso di non facile applicazione pratica, ostacolando di fatto l’attività sul territorio. L’attenzione sui grandi eventi granfondistici, in particolare stradistici, ha distolto l’attenzione dai numerosi altri eventi minori, abbandonati a loro stessi, spalancando di fatto le porte agli Enti di Promozione Sportiva. Infatti l’attività amatoriale ricorrente è passata prevalentemente nelle mani di questi ultimi. L’effettiva attuazione degli accordi sottoscritti dalla FCI con gli EPS risulta assai critica, molte regole risultano inapplicate dagli Enti a discapito della qualità organizzativa e della sicurezza delle manifestazioni. L’introduzione di organi di controllo si rende più che mai necessaria. La concorrenza tra FCI ed Enti è sfida impari: gli EPS infatti organizzano gare con costi molto più bassi, riducendo al minimo le spese, e le voci che spesso vengono ridimensionate sono quelle rivolte alla sicurezza...

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