Apparentemente è un libro sulla bicicletta e su chi questo mezzo ha dedicato una vita per renderla sempre attuale, desiderabile e adorabile: Ernesto Colnago. Apparentemente è la storia di uno dei più grandi artigiani della bicicletta, un autentico Benvenuto Cellini delle due ruote, come ebbe modo di definirlo quel gigante del giornalismo e non solo che è stato Gianni Brera, ma nella sostanza sono appunti di viaggio, fatti di pensieri buoni e riflessioni illuminanti.
Apparentemente è un libro, un diario di bordo, ma nella sostanza è uno scrigno di buoni sentimenti, di pensieri ordinati e intuizioni geniali. A raccontarli e a raccontarsi è appunto il mastro artigiano del ciclismo italiano, il signore delle biciclette, l’omino di Cambiago che da un bugigattolo di cinque metri per cinque ha saputo creare un’azienda conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
Un dialogo senza domande, o forse solo una, che Marco Pastonesi non gli ha posto ma è chiaramente sottointesa. Una domanda semplice, quanto scontata: chi è Ernesto Colnago? E lui, il Maestro, parte proprio da lì, da quel bugigattolo di cinque metri per cinque, per non fermarsi più. È una storia che fila via veloce, che si ascolta senza proferire parola e che Colnago racconta tutto d’un fiato.
Famiglia contadina e scuole elementari prima delle medie serali, con il professor Tranquillo Caprotti. Ma intanto c’è da lavorare, non nei campi con papà Antonio, ma in officina. Prima elettricista, poi alla Lesa (Laboratori Elettrotecnici Società Anonima). E poi c’è il Dante Fumagalli, Giorgio Oggioni, la Gloria e una data: 25 novembre 1945. C’è solo un problema: non ha ancora 14 anni e c’è da raccontare una frottola a chi lo deve assumere e l’Ernesto la racconterà.
È alla Gloria, ma c’è gloria per Colnago, che imparare bene e presto. Cade in corsa, gamba immobilizzata, testa che frulla. A casa a non far niente non ci stare e allora decide di fare tutto da casa, come prima e più di prima: monta ruote e le centra. Guadagna di più che a stare in fabbrica. Gli si apre un mondo. Una prospettiva nuova.
«Quando mi accorsi che guadagnavo di più in una settimana a casa montando e centrando le ruote che in un mese lavorando in officina, chiesi un altro colloquio. Trovammo l’accordo: venticinque biciclette da montare alla settimana».
È un condensato di ricordi questo “Ernesto Colnago – il Maestro e la bicicletta. Conversazione con Marco Pastonesi (136 pagine, 66TH A2ND, 15 €)”. C’è l’amore di una vita, Vincenzina. Così come Enzo Ferrari e Giorgio Squinzi; Adriana Spazzoli e suo fratello Paolo; Fiorenzo Magni e Alfredo Martini. C’è tanto ciclismo, c’è tantissimo di questo piccolo grande uomo, che da Cambiago ha conquistato il mondo.
Ha rivisitato la bicicletta, apparentemente perfetta, ma pur sempre perfettibile. È grazie a lui se le biciclette negli Anni Ottanta hanno scoperto il carbonio. Grazie a lui e a quel genio di Enzo Ferrari, che per primo l’ha esortato a studiare quel materiale miracoloso.
Con le sue biciclette hanno pedalato tutti: papi e re. Ha scoperto il mondo usando il suo linguaggio universale, fatto di ricerca, innovazione e quell’idioma che è cifra distintiva: il brianzolo. Insomma, nella sua vita ha sempre “fa ballaa l’oeucc”. Ha fatto ballare l’occhio. Si è ingegnato, con velocità e acume non comune.
In questo libro delizioso c’è tanto ieri, ma incredibile per un uomo che pedala sereno verso gli 89 anni, c’è tanto domani «…. Domani c’è un nuovo compito, un nuovo traguardo, una nuova opportunità», scrive. E ha ragione anche Marco Pastonesi a chiosare nella sua postfazione: se fossi nato bicicletta, avrei voluto essere una Colnago.
ERNESTO COLNAGO - IL MAESTRO E LA BICICLETTA
Conversazione con Marco Pastonesi
136 pagine - euro 15
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.