Il 2021 sarà la decima stagione da professionista di Sonny Colbrelli. «Dopo questa annata, di cui vorrei buttare via i mesi trascorsi sui rulli, non vedo l'ora di tornare alla normalità» esordisce il trentenne bresciano della formazione Bahrain Victorious, questa la denominazione del team di World Tour per il prossimo anno.
«Quest'anno è stato difficile e stressante, ma per 2021 mi sto allenando molto bene e recupero facilmente da ogni sforzo. La prossima settimana assieme a Marco Frapporti (Vini Zabù) e ai miei compagni di squadra Damiano Caruso e Mikel Landa voleremo fino a Gran Canaria, dove soggiorneremo una decina di giorni per proseguire la preparazione al caldo».
Fiducioso Sonny, che ha chiuso la sua stagione con classica Driedaagse Brugge De Panne, prova di World Tour, il 21 ottobrescorso: «Vengo da un 2020 in cui sono successe tante cose in positivo e in negativo. Prima la vittoria in una tappa della Route de Occitaine in Francia, poi il terzo posto nel campionato italiano di Padova e subito dopo il Tour de France, dove ho avuto alti e bassi: mi spiace solo non aver ottenuto grandi risultati alla Grande Boucle, ma sono comunque soddisfatto della mia partecipazione e di aver aiutato Landa ad ottenere il quarto posto in classifica generale. Dopo il Tour ho corso in Belgio, dapprima il Binck Bank Tour, lì sono andato molto bene e se non fosse stata per quella caduta nella cronometro avrei potuto salire sul podio della classifica generale invece di fermarmi al sesto posto. Ho corso da protagonista anche la Freccia del Brabante arrivando quarto. E' stata la corsa ideale per preparare bene il Giro delle Fiandre».
Poi cosa è successo?
«E' successo che nella Gand Wevelgem sono caduto. Sentivo dolore sia alle costole che all'anca. Una cosa frustrante: ho lavorato tanto per presentarmi al via del Fiandre nelle migliori condizioni, ero ottimista sulle mie possibilità di fare una buona corsa, che comunque ho portato a termine in 47sima posizione, ma la caduta mi ha tolto l'opportunità da fare la corsa che avevo in mente».
In carriera hai disputato numerose classiche monumento, però Sanremo e Fiandre sono corse che senti più di altre.
«Sono speciali. Sono corse nelle quali l'entusiasmo e la tensione si possono toccare, sono strane e imprevedibili ed è per questo ne sono innamorato. La Sanremo è la corsa degli italiani, è una delle classiche più importanti del nostro Paese. Per me la vittoria di Alessandro Petacchi è stata incredibile: avevo 15 anni, correvo tra gli allievi, e ricordo ancora quel giorno come fosse oggi. Il Fiandre è affascinante per quei muri di pavè e perchè a vincerlo sono sempre grandi campioni come il mio idolo Tom Boonen che l'ha conquistata tre volte».
Come stai lavorando in questo periodo?
«Sto lavorando intensamente in palestra e all'aria aperta con la mountain bike. La condizione migliore spero di trovarla nei dieci giorni di preparazione a Gran Canaria dove farò il punto della situazione».
Cosa cercherai di fare nel 2021?
«Essere competitivo in tutte le gare sarà la cosa essenziale. Lottare per i traguardi importanti è uno dei miei obiettivi. Poi, siccome a me piacciono le classiche, vorrei partire bene con la Milano Sanremo e puntare a un buon risultato nelle corse del Nord. Dipende come andrà la prima parte della stagione. Per quanto riguarda i grandi giri, non ho ancora deciso: il Giro ha sempre il suo fascino, ma altrettanto vale per il Tour o la Vuelta e quest'ultima sarebbe ideale per preparare bene il mondiale in Belgio. Il percorso di Anversa si adatta alle mie caratteristiche, e qualora fossi convocato mi piacerebbe dimostrare di essere utile sui muri e dire la mia»
A 30 anni Colbrelli è un corridore che ancora segue il proprio istinto o ha bisogno della tecnologia?
«Nel ciclismo di oggi trascurare le tecnologie non è facile anzi, io stesso mi confronto con i misuratori di potenza che restituiscono misure oggettive delle nostre prestazioni. Il più delle volte mi alleno con lo smartphone dove hai tutto sotto controllo, velocità, battiti cardiaci, cadenza di pedalata eccetera. Ma in realtà, io sono abitutato ad affidarmi alle sensazioni. Se mi sveglio al mattino che non sto bene, cambio programma di allenamento».
In attesa dunque di ritornare a discutere di volate, di corse, di come sarà la nuova stagione, di riattaccare il numero sulla schiena, di quello che la Bahrain Victorious si aspetta dal bresciano, Colbrelli si gode il calore della sua famiglia nella dimora di San Felice del Benaco, alle porte di Brescia, accanto alla moglie Adelina e ai suoi due figli: Vittoria di due anni e il piccolo Tomaso di soli sette mesi. Tra poco li saluterà per volare in Spagna, c'è una grande stagione da preparare...
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