“Poi inventarono delle biciclette con la ruota davanti così alta che il Giro d’Italia si faceva così: al via i corridori scattavano e quello che arrivava per primo in cima alla bicicletta aveva vinto la corsa”.
“Il libro dei perché”, e in particolare “Perché la bicicletta va avanti”, è un colpo di genio letterario di Gianni Rodari, di cui nel 2020 si celebra il centenario della nascita. E la bicicletta, nella poetica di Rodari, rivela poteri magici: corre e vola, ispira e respira, gioisce e – come un cavallo alato – nitrisce. E’ compagna di scorribande, oggetto del desiderio, strumento di lavoro.
Il perché della bicicletta di Gianni Rodari, letto da Anna Mallamaci, è una delle proposte della Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza per “Alla fine della città”, il progetto triennale dell’associazione Ti con Zero tra narrazione, arte e viandanze, stavolta – causa Covid-19, in versione digitale, con video e tutorial, incontri virtuali e racconti radiofonici. Grazie anche a questi podcast, la Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza non è più solo cartacea (libri sulla bici, dai saggi alle biografie, dai romanzi ai manuali, dalle guide alle poesie), ma anche digitale.
Il primo anno c’è un verbo che coniuga le diverse iniziative di “Alla fine della città”: accendere. Accendere un gesto, un’idea, un’emozione, un territorio, una luce. Nel caso del “perché la bicicletta va avanti” (il podcast di Gianni Rodari letto da Anna Mallamaci), accendere una registrazione.
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