Il ciclismo, si sa, a volte può essere crudele. Anche con chi di questo mondo conosce ogni sfaccettatura e lo vive da tantissimi anni. Michele Devoti, infatti, dopo due anni come preparatore atletico e direttore sportivo della Gazprom Rusvelo, si è visto costretto a salutare la Russia. «Mi dispiace, mi sarebbe piaciuto concludere in un’altra maniera la mia avventura - ammette Devoti a tuttobiciweb -. Avevo cominciato con la Gazprom nel 2016, poi, dopo due anni in cui avevo gestito la preparazione atletica di alcuni atleti del team, sono tornato in ammiraglia nel 2019. È stata un’esperienza molto importante per la mia carriera, che sicuramente non dimenticherò».
La Gazprom ha chiuso il 2020 senza vittorie, che è anche il motivo per cui l’esperto Devoti ha dovuto lasciare la compagnia: «L'anno non è andato come speravamo, se di anno si può parlare. Soprattutto dopo il lockdown, non siamo riusciti ad ottenere risultati, e in quanto responsabile della gestione sportiva della squadra mi è toccato fare le valigie. È stato un anno complicato da gestire e alla fine, non facendo i Grandi Giri, abbiamo corso più o meno un mese e mezzo. E questo è veramente un peccato perché mi sarebbe piaciuto concludere con una stagione normale».
Anche il tecnico spezzino, che di numeri, watt e preparazione se ne intende, è rimasto impressionato dal poderoso salto di qualità dei giovani, ma allo stesso tempo è consapevole della particolarità della stagione, quindi i tanti risultati quasi imprevedibili vanno presi con le pinze: «Era inevitabile che in una stagione come questa, racchiusa in poche settimane, fossero i giovani a farla da padroni. Un ventenne riesce a sopportare carichi di lavoro che invece un atleta di 35 anni fa fatica a digerire; è normale e fisiologico. In questa stagione sprint i giovani sono riusciti ad arrivare subito pronti, i più esperti avrebbero necessitato di una preparazione più mirata e lunga, che invece non è stato possibile fare».
In ogni caso Devoti si sta già guardando intorno, sta sondando varie possibilità e nel 2021 sarà comunque in ammiraglia. La cosa che più gli interessa è la possibilità di poter lavorare coi giovani e far valere la sua esperienza, ricordando i tempi di Daniele Bennati e Rinaldo Nocentini alla Grassi-Mapei. «Continuerò a dare una mano ai ragazzi nell'approccio a questo mondo, sempre più difficile e poco avvezzo al rapporto umano. Penso di poterli aiutare sia dal punto di vista mentale che fisico e il mio obiettivo è quello di far tirare fuori loro tutte le potenzialità».
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