Nel giorno del suo ventisettesimo compleanno, Alberto Bettiol si racconta, ripercorrendo insieme a tuttobiciweb un anno difficile e particolare, nel quale tutto è stato rivoluzionato dal Covid-19. Bettiol adesso è nella sua Toscana, con i suoi affetti, in attesa di riprendere gli allenamenti, con la speranza che il 2021 sia un anno di corse e successi personali.
Che stagione è stata?
«Tutto sommato sono contento. Avrei potuto fare meglio ma alla fine, per come è stata questa stagione, dove ho dovuto cambiare più volte il programma, posso ritenermi soddisfatto».
Le corse erano tutte molto ravvicinate: ha dovuto fare delle rinunce?
«Onestamente posso dire di aver corso pochissimo. In totale solo 45 giorni, ma tutti in gare World Tour e sono riuscito a portare a casa anche una vittoria a inizio stagione. È stato veramente difficile creare un programma e alla fine un po’ tutti abbiamo dovuto fare delle scelte e delle rinunce».
Quanto è stato difficile per lei stare lontano dalle corse?
«Io sono uno di quei corridori che non riesce a star fermo e che sente molto il fattore agonistico. Ho sofferto molto a stare lontano dalle gare, sono uno che ha un bisogno continuo di gareggiare e di confrontarsi nella competizione».
Ha iniziato subito con Strade Bianche in agosto. Com’è andata?
«Ho fatto bene a Strade Bianche, è stata la prima gara dopo il lockdown e si correva sulle strade della mia Toscana e per questo è una corsa che sento tantissimo. È stata una gara che mi è servita soprattutto per imparare a gestirmi e il quarto posto è stato un ottimo risultato».
Lei ha corso anche il Tour de France. Era una corsa programmata?
«Ho fatto un buon Tour sempre a sostegno di Uran. È stata una corsa che non avevo preparato e che è entrata nel mio calendario in modo improvviso in sole due settimane. Mi stavo preparando per la Tirreno-Adriatico e il BinckBank Tour, per avvicinarmi alle classiche e invece, ho dovuto rivedere tutto».
Come è stato l’avvicinamento alle corse in Belgio?
«Ho colto qualche piazzamento e mi sentivo bene anche se correre in una stagione diversa dal solito non è mai facile. Sono tornato alla Gand da protagonista e per come sono arrivato alla gara, quel quarto posto per me vale come una vittoria».
Subito dopo c’è stato il Giro delle Fiandre nel quale non è riuscito a bissare il successo del 2019: come si è sentito?
«Al Fiandre non ho vinto ma sono soddisfatto del risultato ottenuto, ho avuto la possibilità di far bene e ho dimostrato che lo scorso anno non ho vinto per caso. Il Fiandre è stata anche una corsa per me stesso, dove ho capito quali sono le gare più adatte a me e che mi esaltano».
E cioè?
«Senza dubbio le classiche. Amo queste corse e quest’anno ho avuto conferma che sono quelle più adatte a me».
Cosa si aspetta dalla nuova stagione?
«Per il prossimo anno vorrei riconfermarmi e fare un ulteriore step in avanti. Penso di essere sulla strada giusta e sono certo che nel 2021 potrò migliorare i risultati ottenuti quest’anno».
Quali saranno i suoi obiettivi?
«Bisogna prima vedere come si svilupperà il nuovo calendario, comunque voglio essere protagonista, essere di aiuto alla squadra e migliorare i miei risultati. Se arriverà la vittoria sarò contento, cercherò di sbagliare meno gare possibili e di conquistare una Classica Monumento. E vi confesso che mi piacerebbe vincere una Classica nel nostro Paese».
Come sta trascorrendo questo periodo lontano dalle corse?
«Sto facendo una vita molto semplice, senza eccessi e circondato da tutti i miei affetti. Ho raccolto le olive nei nostri terreni. Per me questo è un modo di rimanere legato al mio territorio e alle tradizioni. Ho anche partecipato ad alcuni eventi legati al ciclismo. Starò ancora a casa per un mese, con amici e famiglia, poi riprenderò la preparazione per la prossima stagione».
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