G come Geoghegan Hart. Nel senso di Tao, corridore inglese della Ineos. Uno di quelli che, per farti un dispetto, ti dicono ‘chiamami col mio nome’. Alcuni lo chiamano Hart, altri Geo, altri preferiscono far finta di niente. La sua risalita in classifica sta mandando in tilt telecronisti e commentatori, illusi di averla scampata con l’addio di Kruijswijk, ma ancora in difficoltà con Fuglsang, per molti Fuslang. Per evitare inciampi Magrini lo chiama Go-ganga, come la canzone cult di Gaber: il diretto interessato è convinto che sia un incitamento. Così il corridore inglese ha deciso di pubblicare sul proprio sito l’esatta dizione del suo nome, per iscritto e per audio (Tayo-GAY-gan Hart): è stanco di sentirsi chiedere sempre la stessa cosa, nelle interviste o quando va a pagare il conto in albergo. Nome a parte, è un ragazzo come gli altri: ha iniziato col calcio e col nuoto, ha studiato e fatto il garzone di bottega, ha una fidanzata ciclista come lui, tifa Arsenal, mangia due volte al giorno, si corica alla sera e si alza al mattino. Si è risistemato un pullmino Volkswagen col quale viaggia spesso anche in Italia, Paese che adora: quando la squadra gli ha detto di preparare la valigia per la Sicilia, pensava di partire per una vacanza. A quella terra si sente particolarmente legato, la sua destinazione preferita è Tao-rmina. Va matto per la nostra cucina, specialmente le torte alla frutta: il suo Giro non è una crociata, ma una crostata. Fermato un anno fa da una caduta, è tornato sulle strade rosa deciso a scoprire i propri limiti, come indica sui social usando il cartello stradale del divieto di accesso: se aver vinto la prima tappa in un grande giro si rivelerà solo l’inizio, c’è il rischio che Gheo-ghe-gan possa diventare il rumore dei rivali che ruzzolano in classifica.
P come Pellaud. Nel senso di Simon, corridore svizzero dell’Androni. Viene dal cantone Vallese, ma non è una cantonata. E’ cresciuto nella Iam, squadra predisposta all’egoismo al contrario della Weare. E’ di quelli che si consegnano alla storia per una frase o un motto, tipo ‘lo zucchero è inutile se manca il sale’: per coerenza, beve il caffè salato. Dopo una brutta caduta in discesa al giro dell’Emilia, ha twittato ‘i freni a disco sono il top, a parte quando non frenano’: attese altre massime tipo ‘la bici è bella, a parte quando vai contro un palo’, oppure ‘pedalare è fantastico, a parte quando grandina a pallettoni’. Nell’incidente si è rotto un paio di molari: in corsa adesso i suoi tecnici vanno cauti nel suggerirgli di togliere due denti. Durante la convalescenza ha postato la foto di un prato con bici e mucche, commentando ‘il lato migliore del riposo forzato’: non ha chiarito se si riferisse alle bici, alle mucche o a entrambe. Al Giro si sta facendo notare per le fughe, ma anche per gli show a favore di telecamera prima di essere ripreso, come mimare un cuore con le dita, mostrare una merendina e fermarsi a bordo strada ad applaudire i compagni: in squadra gli hanno suggerito di usare la fantasia, forse non si sono capiti.
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