Caleb EWAN. 10 e lode. Il folletto è pazzesco: non lo vedi fin quando non ce l’hai sulla schiena e a quel punto è tardi. Non fa una volata, perché lui non la fa. Lui semplicemente vola, schizza ed esplode con prodigiosa velocità provocando in noi bradipi ammirazione infinita. È una molla che scatta, scappa, strappa e vince. Volata pazzesca la sua: lui sembra a velocità normale, gli altri in modalità slow-motion.
Sam BENNETT. 9. Volata lunga e potente, dà l’impressione di non aver avversari, poi viene sorpassato a velocità supersonica da un omino che sembra un extraterrestre.
Giacomo NIZZOLO. 8. Battezza la ruota giusta e si posiziona più che bene, ma alla fine perde e quando si perde così c’è poco da dire. Alla prossima.
Peter SAGAN. 6,5. Ci prova sempre, anche se la gamba non è esplosiva come nei giorni migliori. Ma si butta: tanto è lì.
Cees BOL. 7. Il ragazzo ha stoffa e può solo migliorare, al cospetto dei migliori.
Matteo TRENTIN. 7. Annusa l’aria, e prova a stare nel vivo della corsa, fino all’ultimo. E come sempre, lo fa benissimo.
Niccolò BONIFAZIO. 6. Non è facile, non è semplice per nessuno, men che meno per il ligure della Total, che però si porta a casa un piazzamento nei dieci.
Alexander KRISTOFF. 5,5. Partono e lui resta lì, Nizza sembra lontana.
Elia VIVIANI. 4. Laporte è pronto a spalancargli la porta, ma Elia perde la ruota, la rotta, la via, la traiettoria. Perde.
Domenico POZZOVIVO. 8. È il mio eroe, non posso nemmeno immaginare quello che è chiamato a sopportare. Tutto incerottato, procede imperterrito come un moto perpetuo, che non accenna a rallentare e pensa solo a quello che verrà e non ha memoria di quanto ha dovuto passare. Géant!
Tim DECLERCQ. 8. Basta dirgli “tirati da parte” e lui parte e si mette in testa a tirare. È più forte di lui, anche se a fare il lavoro di questo 31enne ragazzo belga in gruppo ce ne sono davvero pochi. In Francia li definiscono “rouleur“, passistoni capaci di menare la danza con efficacia per chilometri e chilometri. Alla Deceunick Quick-Step è anche ben coadiuvato e spalleggiato dal 25enne Rémi Cavagna: che coppia!
Benoît COSNEFROY. 7. Pronti via e se ne vanno via: in quattro al km 4. Il nostro Benuà Confruà (questa è la pronuncia corretta, e il ragazzo oggi vestiva oltre alla maglia a “pois” anche il numero rosso che ha ricevuto ieri come più combattivo), con il compagno di maglia Ag2r Rosti Oliver Naesen. Con loro Jérôme Cousin (Total) e Anthony Perez (Cofidis). Dopo poco Naesen si rialza e al comando restano tre corridori francesi di tre team francesi. Vive la France!
Jérôme COUSIN. 8. Alla fine resta da solo, e forse avrebbe preferito che con oltre 100 chilometri da fare ci fosse al suo posto suo cugino. Lui, Cousin, alla fine si mette l’anima in pace e prosegue inseguendo un sogno. Lo riprendono quando al traguardo mancano solo 16 km. Ne fa 185 in fuga. Bravò.
Anthony PEREZ. 17. Il ragazzo della Cofidis fa quello che deve: prende i punti e poi non si fa prendere dalla foga, facendo perdere la pazienza a Benuà Confruà, al quale sfila la maglia a pois. Ma è solo una suggestione, in discesa cade e si frattura la clavicola. Addio sogni di gloria, addio Tour. Dopo la Lotto e Pozzovivo, il premio “malchance jaune” è tutto suo.