NASCE LA EOLO KOMETA, DIVENTA PROFESSIONAL E PUNTA AL GIRO D'ITALIA

PROFESSIONISTI | 26/08/2020 | 09:00
di Bibi Ajraghi

Dopo otto anni di attività, è arrivato il momento di compiere un passo importante. Secondo quanto anticipa il quotidiano spagnolo Marca, infatti, la Kometa di Alberto Contador e Ivan Basso si prepara al grande salto, vale a dire all’ingresso tra i team Professional nella prossima stagione con l’obiettivo di partecipare al Giro d’Italia.


E questa mattina, sulla Gazzetta dello Sport, Ivan Basso e Luca Spada, entrambi varesini che abitano a pochi chilometri di distanza, ma prima di due anni fa non si erano mai incontrati, spiegano: «L’occasione per conoscerci — dicono il re di due Giri d’Italia e il fondatore di Eolo — è stata la Gran Fondo della Tre Valli Varesine". Non troppo tempo dopo, ne è nata una intesa che è manna dal cielo per il ciclismo italiano: Eolo, azienda italiana leader nel fixed-wireless ultra-broadband per i segmenti business e residenziale, entra dalla porta principale nella squadra giovanile che Basso, assieme a Alberto Contador, sta portando avanti da tre anni con la Fondazione del grande campione spagnolo. L’accordo, triennale, fa sì che il team si chiamerà dal 2021 Eolo-Kometa Cycling Team (ora è Kometa-Xstra Cycling Team, formalmente spagnolo) e salirà di livello: dalla categoria continental a quella Professional, cioè appena un gradino sotto il World Tour. Licenza e base (a Busto Arsizio, nel campus di Eolo) saranno italiane. Oggi arriva l’ufficialità».


E ancora: «La convinzione che ha Eolo nel legarsi alla bicicletta si capisce anche dalla recente scelta di affiancare il proprio nome a corse importanti come Strade Bianche, Milano-Torino, Gran Piemonte e Tirreno-Adriatico - scrive Ciro Scognamiglio -. “Con il ciclismo — spiega Spada, che di Eolo è anche il presidente — condividiamo tanti valori. Crediamo nell’ottenimento dei risultati attraverso l’impegno, la fatica, il sacrificio e il gioco di squadra. E poi questo sport unisce, porta i ciclisti sia nelle grandi città sia nei piccoli comuni, quelli a cui Eolo è particolarmente vicini, dove altri non arrivano. Ho grandissime aspettative, avendo al mio fianco Ivan che non ha bisogno di presentazioni. Abbiamo dei grandi sogni nel cassetto, e spero che si realizzino“».

«Luca Spada poi tocca un punto chiave per un movimento che da anni lamenta l’assenza di squadre italiane nella massima categoria: “Mi auguro che qualche azienda prenda il coraggio a due mani e segua la strada che abbiamo tracciato. Non sarei invidioso se altri imprenditori entrassero a sostenere il ciclismo tricolore, anzi il contrario. Il World Tour per noi? Questo è un altro sogno ancora, ma ora pensiamo al gran passo avanti che abbiamo fatto adesso. Vediamo che risultati otteniamo, abbiamo tantissime aspettative con il supporto di Ivan e Alberto. E poi, vogliamo che la squadra e l’azienda Eolo siano molto legate tra di loro». «La vera novità - specifica Basso —, è proprio questa. Portare il team nell’azienda e viceversa, vale sia per Eolo sia per Kometa. Sportivamente parlando, negli ultimi anni il 30 per cento dei nostri ragazzi è salito di categoria. E continueremo anche con la squadra Under 23 e i settori giovanili. Perché è così che si costruisce il futuro“».

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COMMENTI
Un plauso ed un dobbio.
26 agosto 2020 10:08 Bastiano
Che questi due ex ciclisti abbiano fatto un team in grado di interpretrare perfettamente lo spirito tradito delle Continental, è cosa nota. Loro hanno fatto una continental al servizio del ciclismo e di quello giovanile, basato sul merito e sull'etica e fin quì siamo tutti dalla loro parte.
Quello che lascia qualche dubbio, è il fatto che prendendo un team spagnolo, colorandolo di tricolore, sembra abbiano già l'invito del Girop d'Italia in tasca, alla faccia di chi da anni e con mille sacrifici, sostiene quel poco che resta del movimento italiano. Forse traspare qualcosa che non conosciamo ma, dopo anni di inviti venduti a ricche Professional straniere, un pò di rispetto per i decani del ciclismo italiano, non guasterebbe.

Bastiano
26 agosto 2020 12:20 blardone
O Farnese... Brutta l invidia ....Blardone Andrea

ottima news
26 agosto 2020 13:26 Line
per il ciclismo italiano ... spero prendiate i giovani italiani che stanno crescendo molto bene

Blardone
26 agosto 2020 15:38 Farnese
Sig. Andrea,
per sua informazione, quando io scrivo, lo faccio sempre mettendoci la faccia (è notorio che l'ho fatto anche quando normalmente, tutti scappavano) perchè, mi limito a scrivere ciò che penso e dico anche in pubblico, quindi non mi metta in bocca concetti altrui, pur in buona parte condivisibili.
La Fantini/Farnese è sponsor del solo Team Israel Start-Up Nation, e lo ha fatto, dopo aver chiuso un ciclo di 5 anni come parte di un team altamente innovativo nel principi e nei valori, proprio perchè in questo modo, non necessita di alcun invito per le maggiori gare mondiali. Se poi lei allude al fatto che, abbiamo acconsentito alla volontà di nostri soci siciliani di essere nel ciclismo, appoggiando, come semplici sponsor, il team del mio amico Giovanni Visconti, è bene che sappia che si tratta di un evento eccezionale, fatto anche per non far scomparire l'ennesimo team italiano di seconda fascia ma, nessun impegno futuro è in essere o in programma e quindi, non siamo assolutamente parte in causa di scelte che dovranno assegnare i 2 soli inviti per il prossimo Giro d'Italia.
Il problema, piuttosto che risolversi nell'ennesima guerra tra poveri, dovrebbe essere quello di un movimento in costante declino numerico, limitato solo a team di seconda fascia, che ci ha portato negli anni, da nazione guida a livello mondiale, a nazione del tutto ininfluente, incapace di dare sbocchi ai propri giovani talenti ed indirizzandoli presso team stranieri dove non possono avere la stessa protezione che potrebbero avere in team World Tour nazionali.
Senza i Savio, i Reverberi, i Citracca, i Basso/Contador, e senza chi li ha preceduti, oggi quanti nostri ragazzi, potrebbero avere accesso al vero professionismo?
Parliamo di queste cose e di come far tornare il movimento italiano al posto che gli compete e non ci perdiamo in inutili dispute di campanile, che avvengono mentre in troppi parlano ed ignorano le difficoltà di sopravvivenza di questi nostri eroi.
Si rassereni, Fantini/Farnese non è parte in causa ma, se resterà nel ciclismo, continuerà ad esssere sponsor di team World Tour, facendo però il tifo affinchè l'Italia ciclistica possa risorgere e tornare a recitare un ruolo di primo piano nel movimento.
Cordiali Saluti
Valentino Sciotti

Farnese
26 agosto 2020 17:16 blardone
Bellissime parole che condivido pienamente anche se il concetto e un altro ..... Non illudo a nulla e non mi interessa quello che fa lei e gli auguro tutto il bene . Io sono sicuro di quello che scrivo perché e già capitato in passato di sbagliare nickname e non accorgersi .mi fermo qui .un grosso in bocca al lupo .Blardone Andrea e spero di incontrarla un giorno per parlare un po' di ciclismo italiano

Bene....
26 agosto 2020 18:07 Fra74
Con enorme “piacere” rileggo il Sig. Valentino Sciotti in questo sito.
Non entro nel merito degli “inviti” che RCS effettua in merito alle varie corse da loro organizzate, già in passato ho avuto modo di esprimermi a riguardo di una presunta MERITOCRAZIA alquanto discutibile.
Prendo, però, spunto da un passaggio che reputo “interessante”: “Il problema, piuttosto che risolversi nell'ennesima guerra tra poveri, dovrebbe essere quello di un movimento in costante declino numerico, limitato solo a team di seconda fascia, che ci ha portato negli anni, da nazione guida a livello mondiale, a nazione del tutto ininfluente, incapace di dare sbocchi ai propri giovani talenti ed indirizzandoli presso team stranieri dove non possono avere la stessa protezione che potrebbero avere in team World Tour nazionali.”
Ora, Sig. Sciotti, quando scrive di giovani talenti, si riferisce pure a “vecchie glorie” (ad esempio DANILO DI LUCA) che le varie formazioni Professional potrebbero rivalorizzare?!
E poi, mi scusi, ma se i giovani talenti nazionali sono appetibili da squadre di matrice straniera, proprio perché talentuosi (ed appunto per meriti sportivi), che senso avrebbe garantirgli una “protezione”?! Se un ciclista è talentuoso, sia esso di nazionalità spagnola, belga, italiana o altro, non credo che abbia necessità di una “protezione Nazionale” da parte del proprio Paese o da parte di una formazione “italiana” di WT.
Piuttosto, Sig. Sciotti, Lei scrive di protezione “nazionale” per i giovani talenti, ma Le risulta che alcune formazioni Professional, di stampo italiano, abbiano l’affiliazione-sede, ad esempio, a Dublino?! E per quale motivo?!? Se ciò sia accaduto in passato oppure anche oggi?!
Per che tipo di “protezione”?!
A rileggerLa, spero.
Francesco Conti – Jesi (AN).

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