Guardiamo il bicchiere mezzo pieno, il ciclismo tiene in piedi la rete, in questo caso Rai 2, che sabato scorso ha trasmesso le immagini di una fantastica Strade Bianche. Ascolti buoni per essere un 1° agosto pomeridiano: 689.000 gli utenti davanti alla tivù, con una share del 7,11%, più alta del “Tg Sport” delle ore 11, molto più alta di “Dribbling” (322 mila con il 2,75%), in linea con “Novantesimo Minuto Notte Gol” delle 22.46, che ha raccolto 724 mila spettatori ma con una share più bassa ferma al 5,65%. Meglio, molto meglio di programmi come “Resta a casa e vinci (3,4% - 471 mila), o “Bellissima Italia” (5,4% - 547 mila).
Insomma, il ciclismo fa da traino, non allontana ma avvicina ad uno schermo che in questo periodo dell’anno non è certamente molto considerato: molto meglio la spiaggia o una bella gita in montagna. Numeri che in ogni caso non giustificano il sacrificio di far partire ragazze e ragazzi nella piena canicola ferragostana. Orari che non giustificano questa pena, perché di pena si tratta, che va contro il buonsenso e tutti i protocolli “meteo” (troppo caldo o troppo freddo) pensati e messi a punto negli anni scorsi.
Lo sappiamo, questo è un anno particolare, ma proprio perché questo anno che resterà nella memoria collettiva come emergenza salute, questa non dovrebbe essere calpestata per mere questioni televisive che non hanno più nemmeno ragione d’essere. Il mondo è cambiato, molti di noi stanno provando a ripensare ad un nuovo modo di convivere con il virus, ma anche il modo di fruire l’informazione nel frattempo è mutato, ma forse non tutti se ne sono accorti. Continuano a ragionare con stilemi predefiniti, superati da tempo e dal tempo. Faticano a farsene una ragione e qualcuno, presto o tardi, dovrà pur farlo presente. Nell’attesa, pubblicità.