A 35 anni e con un bagaglio di esperienza e vittorie con pochi eguali in gruppo, Vincenzo Nibali è un capitano navigato che sa come si devono affrontare le nuove sfide. Dove alcuni vedono incertezza e ansia, lui trova stimolo e motivazione. E ora che mancano sempre meno giorni alla ripartenza, lo Squalo si gode la calma prima della tempesta. “Un calendario di gare così intenso è un qualcosa di straordinario e imprevedibile. Le tradizionali immagini delle classiche di primavera e dei grandi giri saranno stravolte. Tutti i corridori, leader e non, saranno ai nastri di partenza con il massimo delle forze. Questo è quello che ci aspetta ”.
Un pensiero che racchiude un misto di serenità e trepidante attesa, ponderato nella quiete di casa dove venerdì ha fatto ritorno. Alle sue spalle 14 giorni di ritiro in altura, nelle Dolomiti, insieme ai compagni Giulio Ciccone, Gianluca Brambilla, Nicola Conci, Jacopo Mosca, Antonio Nibali e Pieter Weening, oltre alle tre colleghe del team femminile Elisa Longo Borghini, Audrey Cordon-Ragot e Anna Plichta. L’obiettivo era crescere nella condizione atletica. Migliorare il colpo di pedale, renderlo più brillante, ma non solo. Tra tante incognite di questa pazza stagione, la certezza del capitano Nibali deve essere la squadra. E allora il ritiro è servito anche per consolidare il feeling tra compagni e staff, a rendere armonioso il lavoro del singolo all’interno di un gruppo.
“I successi si costruiscono partendo dalle fondamenta, ovvero la squadra. In ritiro ho percepito una grandissima voglia di ripartire e di fare bene. C’è grande unità di intenti, la stessa che ho percepito nei mesi del lockdown, senza sapere se e come sarebbe ripartita la stagione. La Trek-Segafredo ha dimostrato un grandissimo spirito di squadra. C’è sempre stato un filo che ci ha tenuto in contatto, non solo tra corridori ma con l’intero gruppo. Ora che possiamo lavorare fianco a fianco, partiamo con un grande vantaggio”.
“Nonostante il fatto che siano mancate le occasioni di gareggiare e che dobbiamo migliorare meccanismi di squadra, c’è stata grande armonia e impegno. Con Ciccone, Brambilla e Antonio ci siamo allenati al Teide, mentre nelle Dolomiti si sono aggiunti Conci, Mosca e Weening. Con Giulio, in particolare, si è creato un grande feeling. E’ forte, con una grinta pazzesca e, benchè giovane, è un vero uomo squadra. Siamo tutti felici di del lavoro svolto e aspettiamo con ansia di metterci alla prova in gara” ha spiegato Nibali.
L’attesa dello Squalo - e con lui dei compagni che faranno un percorso simile al suo, come Ciccone - finirà il primo agosto, giorno della Strade Bianche. Dopo di che correrà Trittico Lombardia (3 agosto), Milano-Torino (5), Milano-Sanremo (8), Il Lombardia (15), Giro dell’Emilia (18) e Campionato Italiano (23). Subito dopo un secondo ritiro in altura, poi Tirreno-Adriatico (7-14 Settembre) e Giro dell’Appennino (20) per conquistare la convocazione per il Campionato del Mondo di Aigle-Martigny (27) e arrivare nella miglior condizione al Giro d’Italia (3-25 Ottobre).
“Partiamo subito forte e senza punti di riferimento rispetto al passato in termini di preparazione. Il filotto iniziale è tremendo. Il caldo sarà un fattore determinante: impossibile dire come il fisico reagirà alla durezza della Classicissima o del Lombardia in agosto e come lo stesso potrà recuperare da sforzi così intensi. Bisognerà essere già condizione perchè la squadra vuole e merita di essere competitiva fin da subito. Ma la crescita della condizione andrà curata anche arrivare al top della condizione a ottobre. Insieme a Slongo abbiamo studiato un avvicinamento al Giro mirato e la strada sarà il banco di prova. Se saranno necessari accorgimenti in corso d’opera, siamo preparati. Il tempo è poco, ma c’è” ha detto Vincenzo.
Che la caccia alla terza maglia rosa sia un obiettivo importantissimo non è certo un segreto. La recente conferma di RCS Sport circa la Grande Partenza dalla “sua” Sicilia, con la crono iniziale di 16 km, è lo uno spunto per una ulteriore riflessione.
“Il calore della mia terra sarà una cornice splendida che mi trasmetterà grande emozioni, ma potrò concedermi ben poche distrazioni. La crono iniziale e l’arrivo sull’Etna due giorni dopo impongono di farsi trovare preparati fin da subito. In attesa di capire se ci saranno ulteriori cambiamenti rispetto al percorso annunciato ad ottobre, credo che la terza settimana rimarrà quella determinante. Se gli specialisti delle crono sono avvantaggiati con la tappa di apertura, dopo due settimane le forze fisiche e mentali che avremo a disposizione saranno diverse”.
“Per la Maglia Rosa mi aspetto un confronto serrato con avversari solidi come Carapaz, Fuglsang, Simon Yates e colui che potrebbe essere la grande sorpresa, Evenepoel. Ha dimostrato grande talento e si è affacciato al ciclismo con personalità, mi piace. Solo la strada dirà fino a che punto potrà essere protagonista in un grande giro. Oltre a Remco, è bene però non sottovalutare nessun outsider. La storia del Giro insegna che ogni anno qualcuno lascia il segno a sorpresa. L’ultimo pensiero lo dedico a Peter Sagan, un amico ancor prima che collega. Sono felice di ritrovarlo in Italia e, come già dimostrato grazie al suo secondo talento da attore, renderà questo Giro ancor più speciale” ha concluso Nibali.
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