Ultimi giorni di ritiro a Lucca per Matteo Sobrero e i suoi compagni della NTT: il 24 luglio tutti a casa per qualche giorno di relax in famiglia prima del grande inizio di stagione, in programma l’1 agosto con le Strade Bianche.
Il 23enne piemontese in questa stagione è sbarcato al team guidato oggi da Bjarne Riis dopo aver militato per un anno nell Team Colpack e due anni nel vivaio della Dimension Data Continental. Nel 2019 si è laureato campione italiano a cronometro Under23, ha vinto il Palio del Recioto e le Strade Bianche di Romagna dopo aver inaugurato la stagione con un un bellissimo terzo posto al Trofeo Laigueglia tra i professionisti con la maglia della Nazionale Italiana.
Matteo, che è cresciuto nella terra del Barolo, quando non è impegnato con la bicicletta si diletta nell’azienda vitivinicola di famiglia: «Ammetto di aver trascorso una buona quarantena. Sono stato in mezzo alle vigne ed in cantina insieme alla mia famiglia, ho approfittato per godermi la loro compagnia, visto che solitamente durante una stagione normale questo accade di rado. Chiaramente non ho mai smesso di allenarmi: come tutti, usavo i rulli per un’ora e mezza, massimo due al giorno. Non ho mai esagerato, cosa che invece ho visto hanno fatto in molti. In aggiunta ai rulli facevo un po’ di esercizi a corpo libero per cercare di mantenere una buona condizione fisica. L’importante, secondo me, era restate in movimento ma senza strafare» ha raccontato Matteo a tuttobiciweb.
Facciamo un passo indietro. Com’è andato il debutto tra i grandi?
«Sono stato fortunato perché sono riuscito a mettere nelle gambe qualche chilometro. È stato un inizio di stagione intenso anche se non sono riuscito ancora a prendere parte a corse WorldTour. Diciamo quindi che è stato un debutto addolcito - dice ridendo -.
La mia prima corsa è stata il Saudi Tour ad inizio febbraio, quindi Tour de la Provence, la Faun-Ardèche Classic e la Royal Bernard Drome Classic. Poi lo stop che ha sconvolto tutto il mondo, quello dello sport e non solo».
Com’è stato tornare ad allenarsi su strada dopo due mesi di rulli?
«È stata una liberazione. Ho provato delle forti emozioni che mai dimenticherò. Ho riscoperto il piacere dell’andare in bici e del vento in faccia, sensazioni decisamente impagabili. Ho trovato anche una nuova motivazione, che era venuta un po’ a mancare durante il periodo di lockdown».
Manca poco alla ripresa. Come stai gestendo gli allenamenti?
«Ho lavorato due settimane in altura al Passo Pordoi insieme al mio compagno di squadra Samuele Battistella, con l’obiettivo di mettere un po’ di chilometri nelle gambe e ritrovare la giusta pedalata. Dal 12 luglio sono a Lucca in ritiro con la squadra e ci rimango fino al 24. Torno poi a casa qualche giorno per ricaricare le batterie e via. Finalmente si riparte»
Dove inizia la tua stagione?
«Dalle Strade Bianche, l’1 agosto».
E poi?
«Sarò al via del Gran Piemonte, quindi Giro di Lombardia, Settimana Internazionale Coppi e Bartali, Giro dell’Emilia e infine Giro d’Italia, il mio primo Grande Giro».
Quindi niente Classiche del Nord, che sappiamo essere il tuo grande sogno?
«Prima della quarantena nel mio programma c’erano anche le Classiche del Nord, poi con il calendario ridisegnato e compresso abbiamo fatto delle scelte, soprattutto causa corse concomitanti. Come anticipato, sarò al via del Giro: una scelta dovuta anche al fatto di ridurre al minimo gli spostamenti vista la difficile situazione che abbiamo vissuto e stiamo tutt’ora vivendo».
Come ti immagini il ritorno alle corse?
«Bella domanda. Sarà un punto interrogativo per tutti. Saranno mesi sicuramente molto pieni e diversi dal solito. Credo che tutto sarà molto frenetico e che tutti cercheranno il risultato. Non dimentichiamoci poi il caldo: è una componente da non sottovalutare e che potrà incidere. Sarà una stagione inevitabilmente diversa dal solito».
Cosa ti auguri da questo 2020, così atipico?
«Tornare a correre è sicuramente un passo importante. Speriamo di poter dare un senso a questa stagione e che tutto non vada perso. Correre il Giro d’Italia, per me che sono un neo professionista, è una grandissima opportunità e sarà sicuramente una bella esperienza in vista delle prossime stagioni. Concludo dicendo che secondo me questo 2020, nonostante tutto, ha un suo perché...».
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