Ogni anno è sempre cresciuta un pò. E adesso, a 20 anni, Martina Fidanza si sente più tranquilla e determinata. «Per me il ciclismo è uno sport imprevedibile e, quando ti sembra di avercela fatta, la situazione può cambiare improvvisamente. Il ciclismo è anche un modo di vivere, mi impone delle regole, mi regala emozioni e sensazioni».
Arriva dal padre Giovanni Fidanza, ex professionista, maglia ciclamino al Giro d'Italia, vincitore di una tappa alla Corsa Rosa e al Tour de France, oggi suo allenatore nella Eurotarget Bianchi Vittoria, la passione della giovane Martina che in tenera età si è infilata sulle spalle la maglia della Polisportiva Marco Ravasio di Brambate Sopra. Classe 1999, la Fidanza ha una grande forza di volontà e quando è in trasferta con la Nazionale Italiana per tutti e tutte è Super Marti.
La bergamasca è sempre andata forte, molti i piazzamenti e le vittorie conquistate finora: l'anno scorso, oltre ad imporsi in due prove della Coppa del Mondo dello Scratch in pista (Nuova Zelanda e Cina), Martina ha vinto su strada a Monselice, in due tappe del Giro di Campania in Rosa, e il Giro della Provincia di Pordenone. Ha conquistato anche il titolo tricolore nel Keirin, mentre quest'anno, prima dello stop, ha disputato a Berlino i campionati del mondo elite portando a casa un onorevole quinto posto nella prova finale dello Scratch. «Il livello di queste corse è sempre altissimo: quando sfioro il podio ci resto male. A Berlino sono arrivata quinta, poteva andare meglio, non è andata come volevo. Il mio sogno è proprio quello di vincere un mondiale tra le elite».
Vale la pena ricordare che Super Marti di titoli iridati già ne ha vinti due, con le juniores, nel 2017 a Montichiari, nell'Inseguimento a squadre e nello Scratch. Orobica di Brembate Sopra, Martina vive con papà Giovanni, direttore sportivo a manager della squadra femminile UCI Eurotarget Bianchi Vittoria, mamma Nadia Baldi, anche lei ex ciclista professionista, e le sorelle Arianna, diplomata in scienze umane, passata quest'anno alla corte della formazione belga della Lotto Soudal, ed Eleonora che frequenta una scuola per parrucchieri a Longuelo. Martina si è diplomata invece al Liceo Artistico presso la Statale di Bergamo. E' fidanzata con il professionista marchigiano Riccardo Stacchiotti della Vini Zabù KTM.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«L'analisi dei recenti risultati in campo internazionale conferma il crescente movimento in tutti i settori che ci vedono grandi protagonisti».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 6 anni la Polisportiva Marco Ravasio, con una bici del sodalizio verde e gialla».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Beh, Marianne Vos sicuramente tra le donne, mentre in campo maschile Marco Pantani ha lasciato un segno indelebile».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Il pattinaggio artistico, che praticavo in parallelo col ciclismo».
I tuoi peggiori difetti?
«Aono un pò testarda e ho poca autostima di me stessa».
Il tuo modello di corridore?
«Mi ispiro a Peter Sagan per le sue caratteristiche e perchè è un corridore moderno»
Cosa leggi preferibilmente?
«Libri che parlano di storia».
Cosa apprezzi di più in un uomo?
«Il carattere e che mi sappia sorprendere».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Che le donne fossero considerate al pari degli uomini soprattutto a livello di immagine».
Piatto preferito?
«Pizza».
Film che ti ha emozionata?
«Rush, film sulla vita di Niki Lauda».
Chi è la tua collega più simpatica?
«Sono tutte simpatiche, vado molto d'accordo con Elisa Balsamo».
Il bello del ciclismo?
«E' uno sport imprevedibile».
Paese preferito?
«La Nuova Zelanda per i suoi paesaggi».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Che sono una ragazza umile e brava e un'atleta completa».
Hobby?
«Disegnare diversi stili e cucinare i dolci».
La gara che vorresti vincere?
«Il Campionato del Mondo elite su pista».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Con le mie compagne di squadra per il loro supporto».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Fare bene soprattutto nelle gare su strada e naturalmente in quelle in pista».
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