Nacer Bouhanni non sarà al via del Tour de France: lo sprinter della Arkea Samsic lo spiega dopo aver preso la decisione insieme al suo team.
«Si tratta di una decisione collegiale, ci abbiamo riflettuto a lungo naturalmente. Mi ero già convinto dell’idea quando il Tour è stato presentato, perché è una corsa disegnata per gli scalatori. Certo, il Tour de France ha sempre un fascino speciale e resta uno dei miei grandi sogni quello di vincere una tappa, ma non sono ancora in grado di esprimermi al 100% in quella corsa, ma confido di esserlo in un prossimo futuro».
Un obiettivo che diventa anche quello di vincere tappe in tutti e tre i grandi giri.
«Certo che sì, visto che ho già conquistato tre tappe al Giro e altrettante alla Vuelta. Il Tour resta nei miei pensieri ma, lo ripeto, quest’anno il percorso è davvero esigente, ne ho parlato con il Général Manager dell’Arkéa-Samsic, Emmanuel Hubert, e abbiamo deciso di puntare ad altre corse in un calendario forzatamente contingentato. Se ci fosse stata la possibilità di misurarsi in 7-8 sprint sarebbe stato diverso, non ci sarebbe stata discussione, ma ho preferito essere onesto verso la squadra e verso me stesso. E poi non dovrò aspettare troppo: le prime tappe dell’edizione 2021 sono adattissime agli sprinter».
Quindi quali saranno gli obiettivi del 2020?
«Voglio divertirmi e vincere. Ho ritrovato sensazioni importanti arrivando alla Arkéa-Samsic. Abbiamo davanti a noi un calendario intenso: dovrei iniziare la mia stagione con la Vuelta a Burgos, poi avrò un agosto intenso con la Milano-Sanremo, il Campionato europeo se si disputerà come sembra a Plouay, cercando ovviamente di convincere il selezionatore Thomas Voeckler a convocarmi».
A commentare la scelta di Bouhanni è anche Emmanuel Hubert, general manager della Arkéa-Samsic: «Con Nacer Bouhanni abbiamo avuto un confronto franco, diretto. Non ha cercato di guadagnare ad ogni costo un posto per il Tour, ma ha subito puntato su altri obiettivi, alla luce del fatto che il Tour presenta un percorso molto selettivo e noi abbiamo due capitani adattissimi come Nairo Quintana e Warren Barguil. Non sono sorpreso delle parole di Nacer, perché in questi mesi di lavoro insieme ho imparato ad apprezzare tanto l’uomo quanto il corridore, così come la sua onestà intellettuale ed il suo spirito professionale».
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