Era un classico chiamarlo per gli auguri di buon compleanno dall’abitacolo della nostra ammiraglia al seguito del Giro. Ogni 18 maggio si rinnovava questo rito. Si lasciava l’albergo, si caricavano i bagagli in macchina e si partiva. La seconda cosa che si faceva dopo aver acceso la macchina era fare il numero di telefono del dottore, Giorgio Squinzi, che attendeva “dai suoi ragazzi”, così ci ha sempre considerato il patron della Mapei, il rituale degli auguri.
E poi in vivavoce si parlava di ciclismo, del Giro che era da poco incominciato e che sarebbe entrato a breve nelle sue fasi più calde. Ci si confrontava sui possibili vincitori, sul Giro troppo piatto, troppo duro e troppo bello per non essere seguito, raccontato e commentato con un grande appassionato come lui. Oggi avrebbe compiuto 77 anni. Oggi ci sarebbe dovuto essere anche il Giro d’Italia, ma quello ci sarà, più avanti, ad ottobre: forse. Giorgio Squinzi da quell’abitacolo e dal nostro cuore, invece, c’è. Sempre.
Per la cronaca: i ragazzi, oltre al sottoscritto, sono Angelo Costa e Cristiano Gatti.
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