Anche se da qualche mese una bella nidiata di talenti azzurri ha spiccato il volo tra i professionisti, il vivaio di casa nostra resta florido e non vede l’ora di sbocciare. In questo periodo di stop forzato, abbiamo fatto il punto della situazione sul mondo Under 23 con Marino Amadori, il Commissario Tecnico della categoria più a “rischio” in questa fase di emergenza. Per molti ragazzi in questa fascia di età, tra la conclusione degli studi e il fascino del mondo lavorativo, il 2020 sarebbe stato l’anno chiave per conquistarsi un posto nella massima categoria.
«Sto bene e, di questi tempi, non è scontato - racconta il tecnico romagnolo dalla sua casa di Forlì -. Trascorro le giornate guardando la tv, godendomi dei gran film e persino leggendo, ho tanti di quei libri che non avevo mai tempo di sfogliare che ora sono preziosissimi per far passare le ore. Per quanto riguarda il ciclismo, ripenso alla stagione dell’anno scorso, penso agli appuntamenti che ci aspettano, guardando come si muovono le altre Nazioni, tra chi ancora si allena e chi no. Spero di cuore si possa ripartire quanto prima con le competizioni e tornare tutti alla normalità, ma almeno in questa fase bisogna pensare a ben altro».
Possiamo dire che anche i CT in questo periodo si stanno dedicando allo “smart working”.
«L’emergenza sanitaria globale spaventa e crea incertezza, possiamo solo vivere alla giornata, rispettando i provvedimenti e pensando a chi è in prima linea, rischiando la vita per tutti noi. Per quel che riguarda i ragazzi, ovviamente siamo in costante contatto. Cerco di rassicurarli: ne usciremo, ma ci vuole pazienza. Come FCI abbiamo chiesto a tutti i tesserati, soprattutto a quelli di vertice, di dare il buon esempio, di allenarsi in casa e non uscire. Tanti sono preoccupati per la loro carriera, per i ragazzi del terzo o quarto anno perdere una stagione è “tanta roba”. Io e i miei colleghi per ora possiamo solo ascoltarli, dimostrando di essere loro vicini e, quando sarà l’ora, attivarci per salvaguardare i loro interessi. Ne ho parlato anche con Davide Cassani, che coordina tutto il gruppo azzurro: non li lasceremo soli» prosegue Amadori, professionista dal 1978 al 1990.
«Tutta la società sta vivendo un momento particolare e inatteso. Chiaramente pensare alle gare oggi non è la priorità, ma dal lato tecnico, soprattutto per quanto riguarda il mio settore di competenza, il futuro è ancora più incerto. Per un Under del quarto anno questa non è una stagione ma è “la” stagione per mettersi in mostra, vedere sfumare uno dopo l’altro gli appuntamenti internazionali per cui si era preparato con così tanto puntiglio è sconfortante. Ho un’ampia rosa di ragazzi in questa situazione, che già meritavano l’anno scorso, ai quali nel 2019 non ho avuto modo di dare spazio perché avevamo un’abbondanza di talenti. Con loro avevamo già stilato un programma di livello così che avessero l’opportunità di mettersi in mostra. È innegabile che questa situazione influirà negativamente sul loro futuro, bene che vada potremo correre 2-3 mesi prima della fine dell’anno, ma considerati gli ultimi dati non sono così ottimista» spiega mentre ci avviciniamo al picco della pandemia.
Da sportivo è difficile stare fermo, non poter fare programmi. Marino lo sa bene.
«Ai ragazzi ho semplicemente consigliato di tenersi allenati. Grazie ai rulli e ad esercizi ginnici indoor si può mantenere una base, per poi ripartire quando si potrà riprogrammare il tutto, in base al calendario, che per forze di cose subirà grandi modifiche. Lo ripeto: come FCI saremo presenti e faremo il massimo per ognuno di loro».
E ancora: «Quello del coronavirus è un problema enorme, che colpisce tutto il mondo. Per quanto riguarda il nostro movimento comprendo benissimo le paure di società e organizzatori, che per forza di cose verranno penalizzati. In Italia abbiamo un calendario magnifico, alcune prove per il 2020 sono già state annullate, speriamo che si riesca a disputare almeno qualche internazionale».
L’assaggio della stagione Under 23 prometteva bene per il tricolore.
«Abbiamo potuto assistere a pochissime gare, ma hanno confermato che abbiamo un vivaio florido. Leonardo Marchiori è partito bene, due belle vittorie le ha già messe in saccoccia, dimostrando il suo valore, non solo a livello italiano. È uno dei migliori in ambito internazionale, si potrà imporre ad alto livello. Filippo Conca ha chiuso 10° al Trofeo Laigueglia facendo capire di avere una buona condizione e di essere sulla strada giusta. Non è stato da meno in maglia azzurra Giovanni Aleotti che nella gara di apertura del calendario italiano della massima categoria ha dato un grande contributo in favore del compagno di Nazionale Giulio Ciccone. Alessandro Fancellu ha ben figurato in Turchia. Con Jonathan Milan, che ai mondiali su pista di Berlino ha fatto vedere di che pasta è fatto, avevo già messo nel mirino Fiandre e Gand, con il fisico che si ritrova al Nord ci saremmo divertiti. Michele Gazzoli è un ragazzo di valore su cui punterò, senza dubbio. Nonostante tanti buoni atleti siano passati alla fine della stagione scorsa, anche per il 2020 abbiamo una rosa di valore».
Chissà però quando potremo vederla in azione...
«Come detto, al momento è prematuro pensare alle gare ma è chiaro che dobbiamo restare concentrati sui grandi appuntamenti. Devono darci la motivazione per tenere duro e restare positivi in un periodo difficile. Sono un appiglio a cui aggrapparsi per ripartire motivati e dare tutto noi stessi, quando finalmente sarà tornata la serenità e il Covid-19 sarà sconfitto. Di tappe della Coppa delle Nazioni se ne salveranno poche, speriamo di conoscere presto i calendari dell'Uci per poter cominciare a stilare programmi e pensare a ripartire».
da tuttoBICI di aprile
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