E’ morto stamattina all’ospedale di Reggio Emilia Danilo Barozzi, il corridore reggiano più importante del Dopoguerra. Aveva 92 anni ed era ricoverato da un paio di settimane per la rottura di un femore in seguito ad una caduta nella sua casa di Bagnolo in Piano, alle porte della città. A quanto si è appreso, sono in corso accertamenti per stabilire se anche questo decesso sia dovuto al coronavirus.
Orfano del padre, ucciso da una polmonite, Barozzi comincia a pedalare a 16 anni su una bici realizzata da un meccanico di Bagnolo, allenandosi con i dilettanti della zona. Dipendente di un negozio di ferramenta, una volta alla settimana per lavoro deve raggiungere Milano e ovviamente lo fa in sella.
Già in evidenza nelle categorie giovanili, passa professionista nel 1949: corre nella massima categoria fino al 1957 con Cimatti, Ligye e Atala, cogliendo nove vittorie e risultando fra i più continui dell’epoca con regolari piazzamenti sul podio e nei primi dieci dell’ordine d’arrivo di tutte le classiche nazionali. Partecipa a nove giri d’Italia, dove ottiene quattro secondi posti in altrettante frazioni, un Tour, tre giri di Svizzera e un giro di Catalogna, dove conquista una tappa. Fra i successi più significativi, il gp degli Assi a San Marino nel 1953 davanti a Fausto Coppi, e la doppietta nel gp industria e Commercio a Prato. Una volta chiusa la carriera si era ritirato nella sua Bagnolo, rilevando il negozio di ferramenta che oggi è condotto dal figlio Corrado.
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