Davide Ballerini, classe 1994 di Cantù, nella Brianza comasca, dall’inizio di quest’anno si è trasferito in Svizzera, a Vacallo nel Canton Ticino, alle porte di Chiasso. Il forte passista veloce approdato in questa stagione alla Deceuninck Quick Step sta vivendo, fino ad oggi, la drammatica situazione Coronavirus in maniera diversa da quella che stiamo vivendo in Italia.
«Per adesso in Svizzera non hanno vietato gli spostamenti e quindi scontinuo ad allenarmi normalmente. Non è facile perché vedo e leggo quello che sta succedendo in Italia e non è bello; penso che anche qui a breve periodo chiuderanno tutto come in Italia. Un’epidemia del genere a livello mondiale nessuno se l'aspettava, bisogna rispettare le regole che ci vengono dettate per far sì che tutto si risolva nel miglior modo possibile».
Hai detto che ti stai allenando regolarmente. Ci racconti nel dettaglio come ti stai preparando per quando si tornerà a correre?
«Per ora esco quasi sempre con la mountain bike e mi alleno nelle zone vicino a casa mia. nel Canton Ticino: preferisco tenermi allenato in questo modo, la bici da corsa l’ho presa pochissime volte da quando ho fatto l’ultima corsa a inizio marzo in Belgio. Poi a casa faccio dei lavori anche con i rulli, una scelta mia perché, come ho detto prima, in Svizzera per i ciclisti professionisti c’è ancora al momento la possibilità di uscire e di allenarsi per strada».
Ballerini in questi pochi mesi del 2020 ha partecipato alla Volta a la Comunitat Valenciana dal 5 al 9 febbraio in Spagna (miglior risultato l’8° posto nella 5a tappa) e il 3 marzo alla corsa in Belgio Le Samyn (prova dell'UCI Europe Tour 2020) conclusa al 15° posto. Che impatto hai avuto con la Deceuninck Quick Step?
«Sono molto contento della squadra: era uno dei miei sogni approdare in questo team e l’ho realizzato; mi sono subito ambientato e ho trovato un grandissimo gruppo. Lo scorso anno ero all’Astana, un’altra grande formazione che però è impostata maggiormente per i Grandi Giri. La Deceuninck Quick Step è la squadra numero 1 nelle corse di un giorno, nelle classiche, era il passo necessario per poter correre nelle gare che mi piacciono di più. Ho iniziato nella breve corsa a tappe in Spagna, poi mi sono ammalato e per una settimana non sono riuscito ad allenarmi, sono rientrato in gara in Belgio e poi dovevo fare le Strade Bianche, la Tirreno-Adriatico, e la Campagna del Nord (Giro delle Fiandre, Gand Wevelgem, Parigi-Roubaix, Freccia Vallone, Amstel Gold Race e Liegi-Bastogne-Liegi, ndr). Spero che tutte queste gare si possano riproporre nel calendario quando ripartiremo, sono quelle che amo maggiormente e mi dispiacerebbe se dovessero essere annullate».
Pensiamo positivo dunque: se dovesse ripartire tutto c’è una corsa particolare alla quale tieni più di ogni altra cosa?
«Il mio sogno è sempre stato la Parigi-Roubaix. Adesso è stata sospesa ma spero vivamente che sia solo rimandata, anche a fine stagione, basta che sia rimessa in calendario. E’ una corsa che mi ha sempre affascinato, come anche le altre Classiche del Nord, dove ci sono terreni a me adatti. La cosa principale è che ti devono piacere questo tipo di corse molto particolari: e a me piacciono molto… Vorrei riuscire a vincerne una, se poi fosse la Roubaix...».
E Davide Ballerini, venticinquenne canturino, ha già assaporato l’Inferno del Nord: lo scorso anno al suo esordio assoluto nella classica monumento si è classificato al 31° posto, primo degli italiani al traguardo. Come prima volta davvero niente male...
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