È morto Gianni Mura, giornalista e scrittore, dal 1976 storica firma di Repubblica. Mura, 74 anni, si è spento questa mattina all'ospedale di Senigallia (Ancona), per un attacco cardiaco improvviso. Nato a Milano nel 1945, ha scritto pagine memorabili sullo sport e l'Italia degli ultimi decenni, dal calcio al ciclismo. Tra i tanti libri, nel 2007 scrisse il suo primo romanzo, "Giallo su giallo", vincitore del Premio Grinzane: è stato tra i più grandi raccontatori del Tour de France.
Amico di tuttoBICI - ha più volte scritto per il nostro mensile, magistrale la poesia dedicata a Marco Pantani dopo il suo successo al Tour del 1998 - amava il ciclismo come pochi e il Tour con i suoi colori e i suoi aromi unici come nessun'altra cosa al mondo. Ha scritto di tutto senza mai essere un tuttologo. Ha soppesato parole e pesato persone, uomini e atleti. Ha guardato al di là degli occhi, scrutando la mente. Uomo di cultura ampia e di vedute infinite, adorava il cibo, i vini e quelle dannatissime sigarette che non ha mai cessato di bruciare uno dopo l'altra.
Il mondo dello sport e il ciclismo in particolare perde un fuoriclasse del giornalismo. Uno scrittore sopraffino, che ha saputo raccontare con assoluta competenza e immensa umanità. Pareva schivo e scorbutico, ma il suo cuore pieno di buoni principi era ricolmo di umanità. La sua scorza dura, altro non era che una corazza per affrontare la sua grande timidezza, anche se di fronte alle ingiustizie è sempre stato intransigente e giusto. Non si è mai piegato, fino all'ultimo ha lottato, sperato e ci ha fatto sognare. Ora anche lui riposa in un mondo nuovo, dove i confini sono sconfinati, esattamente come la sua scrittura. Esattamente come la sua mente baciata d'intelligenza.
L'erede di Brera, il figlio prediletto? Non so. So solo che ho avuto la fortuna di conoscere un fuoriclasse, piacevole e umano. La sua scrittura colta ma non pesante, rigorosa ma mai ridondante è stata per tanti come me nettare prelibato. Mura era Mura. Per me, umile e insignificante collega, ma sicuramente innamorato lettore, è stato di gran lunga più bravo, più modesto e lieve. Più tutto. Molto di più.
CHI ERA
Mura nasce a Milano nel 1945. La sua formazione si indirizza verso gli studi classici, compiuti al LIceo Gionnasio Statate Alessandro Manzoni. Nel novembre 1964 ottiene un posto da praticante al quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport (direttore Gualtiero Zanetti), grazie alla segnalazione del proprio istituto, che era uso proporre i migliori studenti in italiano alla testata; intanto si iscrive all'Università, alla Facoltà di Lettere moderne. Quello che doveva essere un impiego temporaneo diventa il suo posto di lavoro per otto anni. Durante il periodo alla Gazzetta lavora dapprima come corrispondente per incontri di calcio di differenti categorie, e dal 1965 viene inviato come corrispondente alGiro d'Italia.
Dato il suo impegno come giornalista, rinuncia agli studi per dedicarsi pienamente alla professione. Si iscrive all'Ordine dei Giornalisti della lOmbardia il 14 aprile 1967 successivamente scrive anche per il Corriere d'Informazione, Epoca e l'Occhio. Dal 1976 collabora con La Repubblica segue le Olimpiadi di Montreal e nel 1983 diventa membro fisso della redazione. Per tutta la durata del campionato di calcio di seri A, tiene una rubrica domenicale intitolata Sette giorni di cattivi pensieri. Sul settimanale Il Venerdì si occupa invece di recensioni eno-gastronomiche insieme con la moglie Paola nella rubrica dal titolo Mangia e bevi. Dal 1998 è presidente della giuria del premio L'Altropallone, riconoscimento simbolico sportivo per la pace e solidarietà.
Nel maggio 2007, edito da Feltrinelli, esce il suo primo romanzo, Giallo su giallo, vincitore del Premio Grinzane - Cesare Pavese per la narrativa 2007, ambientato durante lo svolgimento del Tour de France corsa che il giornalista segue da tempo. Alla stessa corsa, raccontata da alcuni suoi articoli al seguito del Tour, ha dedicato il libro La Fiamma Rossa. Storie e strade dei miei Tour, uscito nel 2008 per minimum fax.
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