Le spinte motivazionali spesso permettono ad un atleta di riscattarsi e di "tirare avanti". Dopo ver trovato rifugio in Amore & Vita Prodir, che spesso nelle rottamazioni di altre squadre costruisce i suoi successi e obiettivi condividendoli insieme ad i suoi atleti, il molisano Davide Apollonio ha spezzato il lungo digiuno di quattro anni dalle corse, dopo la squalifica per positività all'Epo, vincendo subito al rientro in Portogallo. Il primo agosto a Leiria ha vinto ritrovando autostima, voglia di correre e l'amore per il ciclismo che fa parte della sua vita fin dalle categorie giovanili.
Apollonio, 31 anni, voleva ritrovare quella costanza di rendimento che gli aveva consentito di vincere quattro corse e di lottare nelle classiche e anche al Giro d'Italia, come quando nella 12.a tappa dell'edizione 2011, dopo aver schivato una caduta, lottò ad armi pari nell'arrivo di Ravenna battuto soltanto da Mark Cavendish in uno sprint emozionante, che vide piazzarsi al terzo posto Alessandro Petacchi.
«Ad aiutarmi a ritrovare la luce è stato il mio ex D.S. Riccardo Forconi, il tecnico che mi allenava da dilettante. Grazie ai buoni rapporti che ha conservato con Amore & Vita, sua ex squadra, mi ha presentato a Cristian Fanini, che ringrazierò sempre per aver creduto in me».
UN MOLISANO IN TOSCANA. Con la consapevolezzaa di aver sbagliato e i aver pagato caro i suoi errori, Appollonio non ha mai smesso di inseguire risultati importanti. «Spero che finisca presto - dice alla Gazzetta di Lucca - questa drammatica situazione, non vedo l'ora di tornare a correre con la mia squadra. Peccato non aver potuto correre al Giro della Sicilia perchè c'erano tappe a me piuttosto congeniali. Ora l'importante è attenersi tutti alle regole ed uniti debellare questa pandemia dai risvolti sempre più drammatici». Emigrato in Toscana a 16 anni per dedicarsi al ciclismo, Davide è cresciuto ciclisticamente nel Vangi, e ora vive ad Empoli. «Mi sono sposato nel 2014 e ringrazio mia moglie ed i suoi genitori per essermi sempre stati vicini, soprattutto nei momenti di difficoltà».
PASSISTA VELOCE O VELOCISTA PURO? Patron Ivano Fanini dice: «Abbiamo sempre creduto in lui. La nostra società ciclistica ha cercato nel tempo di dare una mano a coloro che con convinzione volevano riscattare un periodo critico della loro carriera. Altrimenti che Amore e Vita saremmo? Appollonio, lo dico con convinzione, è uno dei dieci corridori al mondo più veloci e lo aspettiamo fiduciosi anche a livello di risultati».
«Ringrazio Fanini della stima - risponde l'atleta molisano - ma io mi definirei più un passista veloce anche se non mi tiro certo indietro se arrivo a disputare la volata, dove se non hai coraggio e hai un minimo di paura non puoi metterti nella mischia. Al successo iniziale della scorsa stagione non ho dato seguito, perchè credo sia normale che dopo un periodo di inattività si paghi lo scotto del rientro. Ci vuole tempo per riadattare il fisico ad uno sforzo molto grande, ciò nonostante ho ottenuto altri piazzamenti mentre all'apertura stagionale quest'anno sono incorso in due cadute rimediando delle dolorose contusioni al Giro dell'Argentina e al Giro della Colombia. Spero di trasformare presto gli infortuni in vittorie per ripagare la fiducia di Cristian e Ivano Fanini».
NOSTALGIA DI ISERNIA E DEI MOLISANI. Originario di Isernia, apparsa in questi giorni sulle cronache nazionali per essere l'unica provincia italiana senza casi positivi al coronavirus, al solo rammento Davide si intenerisce. «A Isernia sono legato avendovi passato tutti gli anni della mia infanzia. Un capoluogo che rispecchia la mentalità dell'intera regione, dove le persone si aiutano e poi i vicoli, le piccole piazze e l'arte fanno rivivere la storia conservando le bellezze di un tempo. Il calore e la cordialità della gente del Sud è unico e ti accorgi di quanto ti manca quando vieni via. In prevalenza i residenti sono anziani perchè il territorio non offre molto a livello lavorativo ed i giovani se ne sono andati quasi tutti via, chi verso Roma, chi verso Napoli. Forse è anche per questo motivo che mancano gli assemblamenti e di conseguenza il contagio del coronavirus non ha avuto una diffusione. Sono due tre anni che manco dalla mia terra di origine dove vivono i miei genitori, amici e parenti. Sono in contatto con loro dalle piattaforme di social network e spero di poter dedicare presto loro una vittoria».
da La Gazzetta di Lucca a firma di Valter Nieri
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