A causa del propagarsi del coronavirus e dei provvedimenti sempre più stringenti assunti in ogni angolo del mondo, il futuro resta quanto mai incerto. Tra tanti punti di domanda che riguardano l’intera società, ieri i vertici dello sport hanno cercato di stabilire qualche punto fermo per permettere agli atleti di programmare, almeno a grandi linee, i prossimi mesi.
I presidente del CIO Thomas Bach si è confrontato in conference call con i presidenti di tutte le federazioni nazionali e internazionali e ha ribadito che, a oggi, le date dei giochi olimpici di Tokyo 2020 sono confermate. Vi abbiamo dato notizia della positività al coronavirus di Kozo Tashima, vice capo del comitato olimpico giapponese e presidente della Federcalcio nipponica, staremo a vedere come andranno le cose in Giappone... tenendo le dita incrociate.
Per quanto riguarda nello specifico il ciclismo, l’Unione Ciclistica Internazionale si è confrontata con le varie componenti del mondo delle due ruote per capire quando e come l’attività potrà riprendere.
Ovviamente squadre e organizzatori sono molto preoccupati della “fuga” degli sponsor, che potrebbe verificarsi in caso di annullamento degli eventi o di un loro spostamento in date già affollate del calendario. Una volta superata l’emergenza sanitaria, la priorità per tutti gli stakeholders sarà ricollocare le gare già rinviate, nei limiti del possibile, di pari passo con la riprogrammazione della loro copertura televisiva. In attesa di una comunicazione ufficiale dell’UCI, a quanto ci risulta quel che è certo è che non si terrà alcuna competizione ciclistica né a marzo né ad aprile. Chiaramente si ripartirà solo quando i governi decideranno di togliere le prescrizioni attualmente in vigore, dando la priorità ai Grandi Giri e alle Classiche Monumento, e lasciando flessibilità alle singole federazioni di organizzarsi il proprio calendario nazionale, al di là di questi eventi di prima fascia.
Al momento sono solo voci, ma a tuttobiciweb risulta che dalle sale dell’UCI si sia approvato di allungare la stagione di un paio di settimane quindi si gareggerà fino a fine ottobre.
Molta attenzione nel confronto tra le parti è stata data alla situazione dei corridori, che nella maggior parte dei paesi europei continuano ad allenarsi su strada, seppur con qualche difficoltà come accade a casa nostra, ma in Spagna, per esempio, nemmeno i professionisti sono autorizzati a uscire di casa. L’equità, per di più nell’anno olimpico, dovrà essere garantita. Ora però è presto per pensare a questo: la comunità scientifica, anche ciclistica, ha evidenziato che prestazioni di alto livello abbassano le difese immunitarie e mettono più a rischio gli atleti. L’invito è di stare fermi e allenarsi in modo alternativo, preferibilmente indoor. Per combattere il Covid-19 c’è bisogno dell’impegno di tutti, anche di chi pedala per lavoro.
Tra circa 15 giorni vertici federali, rappresentanti di squadre, organizzatori e corridori si riuniranno per fare nuovamente il punto della situazione. Se la situazione non peggiorerà, realisticamente i tempi dovrebbero essere questi, ma una volta che le gare verranno ricollocate in calendario ci vorrà almeno un mese per sistemare tutti gli aspetti organizzativi. Insomma, dovremo avere pazienza. Prima che le ruote tornino a girare ci vorrà ancora parecchio tempo.
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