Non si nasconde Antonio “Tony ” Monti, non è sua abitudine. Lui è un “hombre vertical”, un uomo tutto d’un pezzo che ha una sola parola: «È vero, ci sono stati dei problemi, sono in ritardo con i pagamenti (36 giorni, ndr), ho avuto un duro confronto anche con Riccardo (Magrini, ndr) che resta un caro amico, che io continuo a considerare il nostro team-manager, ma questi problemi sono in fase di risoluzione. Entro pochi giorni sistemerò ogni cosa».
Parla con passione Tony Monti, perché lui è così. È un tipo passionale che per amore della bicicletta e di papà Luigi, che negli anni Ottanta diede vita ad una delle formazioni più apprezzate dell’epoca (Zappi, Groppo, Moroni, ricordate?...) adesso a quell’amore vuole ridare vigore. «Sono trentadue anni che faccio l’imprenditore e sono anche un personaggio pubblico, credete davvero che io ho voglia per una pura passione ricoprirmi di ridicolo? Poco prima di Natale, per la questione Brexit, la mia società (la TSI Capital Limited) e non solo la mia ha dovuto superare una verifica fiscale in quanto la nostra residenza nella City non era superiore ai tre anni e mezzo. Questo procedimento ha bloccato e rallentato tutto. Mi dovevano essere bonificati dei capitali che non sono entrati, ma che nelle prossime ore saranno liberati e tutto andrà a posto. Pagherò quello che c’è da pagare alla Federciclismo, a Lefevere e a tutti. Grazie al cielo ho persone sulle quali posso contare e hanno capito la mia situazione, ad incominciare da Simone Cantù che è il nostro segretario e si sta adoperando come pochi. Ma lo stesso lo posso dire per Riccardo (Magrini, ndr), Mario (Scirea, ndr), Stefano (Zanatta, ndr) e Roberto Amadio, che è un amico e anche lui mi sta dando con la sua esperienza una grande mano, ma ve lo assicuro: si va avanti. Il mio sogno è molto più grande di una squadra Continental. Vorrei riportare il ciclismo italiano nella serie A del ciclismo. È un sogno e a me i sogni mi hanno sempre aiutato a vivere».