ALBERTO VOLPI. «AMO LA SANREMO, ORA SOGNO LIEGI, TOUR E ROUBAIX»

INTERVISTA | 18/01/2020 | 08:10
di Francesca Cazzaniga

Alberto Volpi è pronto per cominciare la sua 22esima stagione da direttore sportivo. Dopo aver corso tra i professionisti dall’84 al ’97, il tecnico milanese - classe 1962 - è salito in ammiraglia nel 1998 con la Riso Scotti e da allora ha guidato Vini Caldirola, Fassa Bortolo, Barloworld, Liquigas, Cannondale, Skydive Dubai e infine il Team Bahrain.

Quali sono state le emozioni più forti che ha vissuto in ammiraglia?
«Vincere una Milano-Sanremo ti dà un’emozione molto forte, difficile da spiegare. Come direttore sportivo ne ho vinte due, la prima con Alessandro Petacchi nel 2005 e la seconda nel 2018 con Vincenzo Nibali. Sono momenti che rimangono impressi nel cuore, per sempre. Non voglio essere troppo nazionalista, ma anche il Giro di Lombardia vinto da Nibali nel 2017 mi ha regalato qualcosa di speciale.»


Qual è l’aspetto più gratificante di questo lavoro?
«Senza pensarci troppo direi le vittorie che ti regalano i corridori, grazie alle loro gambe e capacità. Sono il tuo braccio armato in corsa. Veder vincere un corridore è la realizzazione di un progetto costruito giorno dopo giorno, con calma e dedizione. È davvero una grande soddisfazione.»


Quello più complicato invece?
«Bella domanda. La disorganizzazione è l’aspetto che più mi infastidisce. Se si vince pur avendo corso male, non la considero una buona giornata, vuol dire che c’è da rivedere qualche aspetto, anche quello che può sembrare più banale. Il mal funzionamento di una squadra non mi piace, bisogna essere organizzati in modo impeccabile, niente dev’essere fuori posto.»

Il suo bilancio del 2019?
«Non esaltante ma neanche negativo, direi sufficiente. Poteva andare meglio».

Nella stagione appena conclusasi qual è il corridore che le ha regalato maggiori soddisfazioni?
« Vincenzo Nibali trasmette entusiasmo ogni volta che attacca. Ma mi piace sottolineare quello che hanno fatto i giovani. Un esempio? La vittoria di Phil Bahuaus alla Coppa Bernocchi. Certamente non è il Giro delle Fiandre, ma quello del tedesco è stato un segnale importante. Tutti i corridori mi hanno e continuano a trasmettermi tanto».

È rientrato da qualche giorno da Altea dove era in ritiro con la Bahrain-McLaren. Quale sarà il suo primo appuntamento?
«Quest’anno la mia stagione inizia alla Vuelta a Andalucia Ruta Ciclista Del Sol.»

Ci ha confidato che la Classicissima è una corsa importante, per lei. Oltre alle due edizioni vinte in ammiraglia, la ricordiamo in corsa al fianco di tre capitani che poi l’hanno vinta, ci riferiamo a Gianni Bugno, Giorgio Furlan e Gabriele Colombo. La troveremo anche quest’anno alla Sanremo?
«Sì, è nei miei programmi. La Classicissima è una corsa che mi sta molto a cuore, ogni anno torno con grande piacere.»

Quali sono gli obiettivi principali del Team Bahrain-McLaren per questa stagione?
«Una squadra come la nostra deve cercare di fare bene in tutte le corse del circuito World Tour, gare che godono di una grande risonanza mediatica: nel ciclismo odierno questo è un aspetto fondamentale».

Ha un sogno nel cassetto?
«No. Ho solo delle grandi ambizioni...»

Così ci incuriosisce. Continui pure.
«Riuscire a vincere corse come per esempio la Liegi-Bastogne-Liegi, il Tour de France o la Parigi-Roubaix. Vorrei poi che tutto funzionasse nel migliore dei modi, questo per me è l’aspetto più importante. E alla Bahrain McLaren stiamo lavorando per realizzare tutti questi grandi obiettivi».

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