Nonostante si trovi in un’aula della EF di Milano, Alberto Bettiol non accetta lezioni da nessuno, men che meno da Remco Evenepoel. Il piccolo campioncino belga, il talento indiscusso del ciclismo mondiale, qualche settimana fa non le ha mandate a dire al nostro. Nella trasmissione “Extra Time Koers” in onda sulla tv belga, Remco era tornato sul successo di Bettiol al Fiandre. Ve lo ricordate: il corridore toscano staccò tutti sul muro dell’Oude Kwaremont e nei festeggiamenti post corsa si lasciò andare a goliardici cori rivolti all’indirizzo della della Deceuninck Quickstep: i grandi sconfitti di giornata.
Festeggiando con i compagni Alberto aveva intonato sul motorhome della EF un coro liberatorio sulle note di «Dov’è la Quickstep?... ». Neanche a dirlo, i festeggiamenti sono stati poi postati sui social network, scatenando le ire di Patrick Lefevere e di tutti ì “wolfpack”. Davanti alle telecamere della tivù belga, Remco è stato a dir poco spietato: «Una cosa è certa: non lo lasceremo più attaccare. Non è stato corretto a sfidarci in quel modo. Noi non ce ne preoccuperemo molto, ma non lo lasceremo più andare via» ha chiosato.
Alberto Bettiol, da par suo, coglie l’occasione per mandare un messaggio forte e chiaro di buon anno. «Dopo quei cori e la conseguente pubblicazione sui social – spiega a tuttobiciweb il corridore toscano, accompagnato dalla compagna Giulia e dal suo manager Mauro Battaglini – ho chiamato immediatamente Patrick Lefevere con il quale mi sono scusato e lui ha mostrato di apprezzare il mio gesto, perché ha capito che si trattava di una goliardata priva di malafede. Mi ha rassicurato e la questione è stata chiusa con i complimenti per la vittoria ottenuta che conservo come una delle cose più belle di quella giornata. Ricevere i complimenti da uno come Lefevere non è cosa da poco».
Poi Alberto affonda il colpo. «Aver letto quanto Remco ha detto qualche settimana fa ad una tivù belga mi ha fatto male, per almeno un paio di ragioni. La prima: nessuno mi ha lasciato andar via, perché al Fiandre non ti regala niente nessuno, io sono tranquillo perché mi fido di quanto mi ha detto Lefevere. E poi, cosa non marginale, vorrei ricordare a Remco che a me hanno sempre insegnato che alle corse si parte sempre per vincere e non per far perdere e con questo voglio considerare il caso chiuso».
Poi nella sede della EF si apre ad alcune considerazioni. «L’esordio stagionale sarà all’Etoile de Bessèges il 5 febbraio prossimo. Poi correrò la Strade Bianche, Tirreno e Sanremo. Poi salirò al Nord per difendere il mio Fiandre. Il Giro? Non so ancora niente, dopo le classiche tireremo le somme. Certo, mi piacerebbe correrlo».
Nelle sale della EF si parla anche di strategia aziendale. «Questa non è una sponsorizzazione – spiega Bettiol -. La EF è padrona del team, noi siamo una branchia dell’azienda. Invece di lavorare in ufficio o nelle aule di questa grandissima azienda, lavoriamo per le strade del mondo. Le ferie? Sono stato a casa, ero stufo di esplorare il mondo».
Poi si lascia andare ad alcune considerazioni linguistiche con l’amministratore delegato di Ef Italia Natalia Anguas e Silvia Gerboni, marketing e comunicazione della società. «La lingua base ormai per noi corridori è l’inglese, anche se da quest’anno le comunicazioni ufficiali nel team sono in inglese e spagnolo. In gruppo però ci sono parole chiave, le più usate sono “annulée” e “gruppetto”, una in francese e l’altra rigorosamente in italiano».
ARTICOLI CORRELATI
EF, DALLE LINGUE AL CICLISMO PER ESSERE I NUMERI UNO NEL MONDO