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Daniel Skerl fa parte della nidiata di giovani cresciuti in casa del Cycling Team Friuli di Roberto Bressan. Skerl, residente a Opicina in provincia di Trieste, ha un cognome di origine slovena da parte del padre Mauro che lavora in un negozio di materiali edili, e tratti somatici sudamericani ereditati da parte della madre Milena di origini colombiane, cuoca presso una casa di riposo. A casa Skerl c'è pure Stefano, il maggiore dei due fratelli, 21 anni che ha gareggiato in Mountain Bike.
Daniel pratica il ciclismo da sei anni, seguendo una passione che è nata nel 2013 guardando il Tour de France in televisione: dopo aver visto Nairo Quintana saltellare sulla sua bicicletta in salita, e visto che è colombiano come la mamma, ha chiesto di poter correre. Il giovane Skerl, che studia meccatronica all'ITIS "Alessandro Volta" di Trieste, è un passista dotato di grandi mezzi ma si difende molto bene in salita e anche nella prove a cronometro. Quest'anno è stata una delle più belle novità vincendo sette gare: la Coppa Cei in Toscana prova dell'Oscar TuttoBici allievi, la Venzone-Sappada, a Variano di Basiliano, la Venzone-Sella Nevea quindi Conegliano, Ceresetto di Martignacco e Forcate di Fontanafredda.
Per il suo passaggio nella categoria Juniores, che avverà a gennaio, ha scelto l'Unione Ciclistica Pordenone diretta da Gerardo Paduano.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Si sta lavorando bene e i risultati si vedono».
A quale età hai cominciato a correre?
«Ho iniziato a 11 anni nella categoria G5 con il Cycling Team Friuli. Correvo su una bici Bottecchia di colore bianca, blu e rossa».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Eddy Merckx perchè i risultati che ha ottenuto parlano per lui».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«Si, automobilismo e motociclismo».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono un pò testardo».
Altruista o egoista?
«Altruista».
Cosa leggi preferibilmente?
«Un pò di tutto, in particolare riviste di moto».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere e il fisico».
Sei social?
«Sì, ma solo per socializzare».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Più regole sulla sicurezza e la tutela dei ciclisti».
Piatto preferito?
«Pizza».
Hobby?
«Le moto».
La gara che vorresti vincere?
«Milano-Sanremo».
Televisione, cinema o teatro?
«Televisione, più che altro eventi di sport».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«Rispetto a una volta, siamo un pò diversi per come socializziamo e come affrontiamo la vita di tutti i giorni».
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