Bauke MOLLEMA. 10 e lode. Non molla mai, men che meno oggi. È il simbolo della tenacia, della resistenza e dall’applicazione. Professionista esemplare, che alterna buoni libri alla bicicletta, il tutto arricchito da tanta famiglia. Passa per essere un eterno piazzato (4° all’Emilia, 5° al Beghelli. 7° alla Milano-Torino e alla Tre Valli disperso con Nibali e compagnia per colpa di una moto che li porta tutti sulla cattiva strada…), sempre lì aggrappato alla bicicletta, ma oggi non si aggrappa, si lascia scivolare in avanti. Si stacca e si eleva, per non farsi riprendere più.
Alejandro VALVERDE. 7. Ha una colpa, lui e chi è con lui: corre più per far perdere Roglic che per provare a vincere. Quando si sveglia è tardi ed è un peccato.
Egan BERNAL. 7,5. Qualcosa di più del murciano, perché ha qualcosa di meno da rimproverarsi. Non è il più veloce, non è il più affamato, non è un cacciatore di classiche di un giorno, anche se un giorno potrebbe anche diventarlo: è semplicemente un fuoriclasse, che fa sempre la cosa giusta al momento giusto, con il sorriso, con classe da campione.
Jakob FUGLSANG. 7. Anche lui c’è sempre, e per tutta la stagione: non è come dirlo.
Michael WOODS. 7. Dopo la Milano-Torino e il secondo posto all’Emilia, un bellissimo Lombardia. Fa il giro delle regioni, sempre in bella vista.
Primoz ROGLIC. 6,5. Spreme eccessivamente la squadra, e alla fine resta senza niente. Una cosa è certa, tutti oggi hanno corso con un solo obiettivo: farlo perdere. Questo sarà il motivo della prossima stagione.
David GAUDU. 5,5. È un ragazzo molto interessante, ma è un ragazzo…
Pierre LATOUR. 5. Va bene attaccare e metterci il cuore, ma oltre le gambe c’è di più.
Giovanni VISCONTI. 6. È il primo degli italiani (17°): fa quello che può in mezzo a dei giganti.
Fausto MASNADA. 7. Lui è un soldato, che fa tutto con rigore e tensione. Non molla, ma soprattutto non demorde. Fa parte di una bella masnada, quella dell’Androni. Sia ben chiaro, ragazzi perbene, diretti da persone perbene, che in sella però diventano masnadieri, uomini d’arme, briganti disposti a tutto. Dà battaglia, fino alla fine. La soddisfazione? Primo sul Ghisallo.
Davide BALLERINI. 6,5. Il 25enne comasco dell’Astana, convocato all’ultimo momento dalla squadra, va all’attacco di prima mattina con Fausto Masnada (Androni Sidermec), Barbin (Bardiani CSF), Benedetti (Bora Hansgrohe), Cavagna (Deceuninck Quick Step), Rikunov (Gazprom Rusvelo), Skuijns (Trek Segafredo) e Marcato (UAE Emirates). Il merito di questi pazzi scriteriati che corrono un Lombardia a oltre 41 di media.
ITALIANI. 2. Due nel senso che è la seconda volta nella storia ultracentenaria del Lombardia che non piazziamo un azzurro nei primi dieci. L’ultima volta nell’edizione 1990. Non è il caso di fare drammi, ma è comunque un dato statistico. Sempre per la statistica: l’Italia nel ranking mondiale chiude al 2° posto dietro al Belgio e davanti a Francia, Olanda e Spagna.
Norma GIMONDI. 10. È lei a dare il via. Le basta una bandiera rosa per far scattare tutti verso un sogno. Le sarebbe bastato dire: sono Norma, Norma Gimondi, per far scattare tutti in piedi.
Esteban CHAVES. 5. Mister sorriso assieme a Nibali, Gilbert e Daniel Martin è tra i quattro in corsa che hanno già vinto almeno una volta la classica di chiusura. Lui parte con il sorriso, arriva scuro in volto: come gli altri tre.
Felice GIMONDI. 113. Lo ricordano con una scritta nella maglia celebrativa della 113° edizione del Lombardia. Un nome con un cognome all’interno di una maglia che va al vincitore. Oggi ha vinto anche Felice.